Ricordiamocelo (3)

Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; La schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti.
Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.
Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un’eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad un’eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.
Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un’effettiva possibiltà di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.
Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonchè della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.
(Dichiarazione universale dei diritti umani, Articoli 4-10, 10 dicembre 1948)

Buone notizie dalla Cassazione

Previti è un corrotto e non ci sono dubbi. La Cassazione non ha commesso alcun errore nel condannare, il 13 luglio del 2007, Cesare Previti, ad un anno e mezzo per corruzione in atti giudiziari nell’ambito della vicenda del lodo Mondadori. Lo ha deciso la Sesta sezione penale della Cassazione dichiarando inammissibile il ricorso presentato dai legali dell’ex ministro della Difesa nonché ex parlamentare di Forza Italia.

In particolare, la difesa di Previti rappresentata da Alessandro Sammarco, nel ricorso che rappresentava «l’ultima spiaggia», sosteneva che i giudici della Seconda sezione penale, nel 2007, convalidando la condanna inflitta a Previti in appello, avevano commesso «una serie di errori materiali», tra i quali «la mancata valutazione di testimonianze che scagionavano Previti» che avrebbero potuto annullare la sentenza di condanna. Tesi non condivisa da piazza Cavour che ha bocciato il reclamo, condannando Previti anche al pagamento delle spese processuali.

10 dicembre 2008

Ricordiamocelo (2)

Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita.
(Dichiarazione universale dei diritti umani, Articoli 1-3, 10 dicembre 1948)

Brescia. Bonus bebè: in campo i gruppi cattolici

Bonus bebè: in campo i gruppi cattolici
di Magda Biglia

«I BRESCIANI più abbienti potrebbero rinunciare al bonus in favore di immigrati poveri che hanno avuto un figlio. Il calcolo non dovrebbe essere difficile, chissà». Così aveva scritto in una lettera aperta il vescovo di Brescia Luciano Monari a proposito della decisione della giunta Paroli di attribuire un assegno di mille euro ai nati da italiani nel 2008. Un gruppo di associazioni cattoliche lo ha preso in parola e rilancia l’appello aprendo una raccolta fondi per il ‘donum bebè’ nel quale, in primis coloro che riceveranno i soldi pubblici senza averne bisogno, poi tutti quanti ritengono che «giustizia vada fatta» possono versare una loro somma. Specificando la causale, intestando a ‘Acli senza confini onlus’, via Corsica 165, 25125 Brescia, il conto corrente postale è 42505628, il cc bancario presso la Banca popolare etica è IT26 M 05018 11200 000000511818. Con Carta sì, si può telefonare allo 0302294031. Per ora figurano nel gruppo le sigle del cattolicesimo sociale che nel Bresciano ha radici storiche, Acli, Cisl, Associazione nazionale famiglie numerose, Fuci, Pro famiglia, Mcl, Focolari, Pax Christi, San Vincenzo, Ucid, ma altre si stanno aggiungendo. E non è facile perché la questione è delicata e le sfumature non mancano. Tutti sono accomunati dall’idea di non contrapporsi ma di porre una propria azione di solidarietà in alternativa. «Nel 2007, per avere un riferimento, su 1900 neonati, 650 erano stranieri, figli di lavoratori, che abitano qui, che pagano le tasse, che al Nord contribuiscono per l’11% al Pil, vittime di una scelta legittima ma escludente a cui noi contrapponiamo un’impresa giusta» dice per tutti Roberto Rossini, leader delle Acli. «Nella stessa stanza di ospedale due mamme avranno al seno due bambini con diritti differenti, il bianco e il nero, e magari quella mamma bianca ha un reddito mensile di 10mila euro» spiega con efficacia Mario Sberna che guida l’associazione delle coppie con oltre cinque figli.

TUTTI CONCORDANO con Renato Zaltieri, segretario generale della Cisl, «che i bambini sono, indistintamente, un bene, il futuro di un Paese nel quale ci siano uguali diritti e uguali doveri» o con Mariella Perini della San Vincenzo quando sostiene che «serve legalità». Però c’è chi calca di più sulle parole del Vangelo. Nello specifico di Matteo che dà voce a Gesù, neonato che a Brescia non avrebbe avuto aiuto: «chi non accoglie un bambino non accoglie me» come ricorda Rosalba Panaro di Pax Christi. E c’è chi fa anche un discorso più politico. Come Mauro Scaroni di Pax Christi: «Non chiediamo al sindaco Paroli di fare una scelta cristiana ma di amministare con giustizia». Come Urbano Gerola della San Vincenzo: «Queste decisioni possono essere un boomerang e creare contrapposizioni, tensioni sociali». E per Luisa Ambrogi del Movimento cristiano lavoratori questa di Brescia sarà la prima mossa, «Che si diffonderà ovunque necessario».
(http://ilgiorno.ilsole24ore.com/brescia/2008/12/05/137260-bonus_bebe_campo_gruppi_cattolici.shtml)

Grecia, Francia, Italia, la gioventù bruciata

…La rivolta di Atene, per alcuni versi, richiama, inoltre, le mobilitazioni che attraversano l’Italia da alcune settimane. Le differenze, in questo caso, sono però ancor più evidenti. Perché in Italia la protesta giovanile non nasce da un episodio violento e non ha assunto toni violenti (se non in alcuni casi molto specifici). Perché ha fini e bersagli squisitamente politici. I provvedimenti del governo in materia di scuola e università. Tuttavia, fra le mobilitazioni vi sono i punti di contatto altrettanto palesi. In Italia come in Grecia i protagonisti sono gli studenti, i teatri le università. In Grecia come in Italia la popolazione studentesca era da tempo in ebollizione, per gli stessi motivi. L’opposizione aperta contro la riduzione delle risorse e degli investimenti sulla scuola – e in particolar modo sull’organizzazione della ricerca e dell’università – pubblica.

Se colleghiamo questi tratti, tanto diversi in apparenza, si delinea un profilo comune e largamente noto. Perché le rivolte investono i giovani, sia gli studenti che i marginali, delle classi agiate e dei gruppi esclusi. I bersagli sono, in ogni caso, le istituzioni di governo, il sistema educativo e le forze dell’ordine, il sistema politico e in particolar modo i partiti e gli uomini di governo. Il denominatore comune di queste esplosioni sociali sono i giovani, occultati e vigilati da una società vecchia e in declino, da un sistema politico im-previdente, inefficiente e spesso corrotto. Schiacciati in un presente senza futuro. Cui sono sottratti i diritti di cittadinanza. Costretti a una flessibilità senza obiettivi. Il che significa: precarietà.

La violenza, in questo caso, diventa un modo di dichiarare e gridare la propria esistenza. Loro, invisibili. Inutile ignorarli, fare come se non ci fossero. Ci sono. Studenti, precari, di buona famiglia oppure marginali e immigrati, politicizzati o apertamente impolitici e antipolitici. Esistono. E se si finge di non vedere si accendono, bruciano. Fuochi nella notte che incendiano le città.

(Ilvo Diamanti, Repubblica 9.12.2008)
http://www.repubblica.it/2007/02/rubriche/bussole/giovane/giovane.html

Don Floriano Abramowicz. Chi è costui?

Chi è Floriano Abrahamowicz? Anzi don Floriano Abrahamowicz? E’ un prelato che approfittando della bontà divina, notoriamente infinita come la umana imbecillità, si esibisce sui palcoscenici mediatici con uscite del tipo: il card.Tettamanzi, vescovo di Milano che aveva difeso il dirittoagli islamici di pregare in una moschea? «Utimo esempio di quegli infiltrati che durante ogni rivoluzione -inglese, francese, bolscevica e, ora, mondialista- tentano di sovvertire la Chiesa dal suo interno». I partigiani? «Poveri ignoranti che combattevano per la perversa setta del comunismo»). I caduti di Salò?«Vittime innocenti perché i loro assassini non facevano parte di un esercito legittimo». Erich Priebke? «La rappresaglia è un triste aspetto della guerra, e Priebke l’ha compiuta col cuore pesante». In sintesi il suo programma potrebbe essere: «Con il sorriso sereno dobbiamo brandire la spada come quei cavalieri che, con Gesù Cristo nel cuore, combattevano il nemico senza odio, seppur con violenza».

http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=74029

Questo bel tomo, membro della Fraternità tradizionalista di San Pio X, fondata da Marcel Lefebvre (scomunicato nel 1998) dove trova spazio per le sue esibizioni? Facile, basta pensarci: chi potrebbe dire cose simili sui musulmani, partigiani, comunisti, nazisti. Mancano i gay ma se cercate in rete qualche perla del pirla la trovate di certo. Dove? Radio Padania Libera. Consiglio a tutti gli uomini di buona volontà di infliggersi questa punizione. Allontanate i bambini, dite alla moglie che non state bene, chiudetevi in bagno e poi sintonizzatevi su questa emittente. Sarà dura, lo so, vi sembrerà di sentire gente che incita all’odio razziale e non. Vi sembrerà di sentire cose uscite dai fogli nazisti di Julius Streicher o dalla Difesa della Razza. Vi sembrerà di ascoltare invasati da bar ubriachi di vino e cattiva grappa. E’ tutto vero. Questo e’ Radio Padania Libera. Vi sembrerà di star male. Forse sarà vero. Vorrete liberarvi. Per questo siete in bagno.

Oggi 2 al prezzo di uno: don Floriano e Radio Padania: Vergognatevi!

Ricordiamocelo

Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente con il timore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti. (Primo Levi, “Corriere della Sera”, 8 maggio 1974)

Indici e professionisti

Premetto che in campo economico sono del tutto impreparato. Ne capisco quanto un tapiro di metempsicosi. Però so leggere e ho l’antico vizio del collezionismo. Leggo e archivio. Immagazino dati, non si sa bene se per insicurezza esistenziale o per previdenza professionale. Comunque sia, ho il mio archivio-stampa che cresce giorno per giorno da anni. Bene, oggi mi capita sott’occhio un articolo “Piazza Affari non trema più” di tale Maurizio Maggi, immagino esperto (lui sì) di analisi, gestioni, manovre di bilanciamento e simili delizie. La fonte è L’Espresso del 29 maggio 2008.
Cito “Il punto più basso degli ultimi tre anni, l’indice Mibtel del listino milanese lo ha toccato poco più di due mesi fa, giovedi 20 marzo, a quota 23.114. Ora sono in tanti a ritenere-e sperare-che quella quota possa rivelarsi il “pavimento” del listino italiano, il fondale da cui, pur senza esaltarsi troppo, non si può che riemergere”.
Sono andato a vedere il Mibtel di oggi, 5 dicembre: 14.088. Perdita in 12 mesi:-49.6%, perdita in 6 mesi:-39,6%.
Non si può che riemergere? Pavimento? Voi cosa fareste se qualche “professionista” scambiasse il pavimento per il tetto che sta crollando? A me vengono in mente quei film catacomici degli anni ottanta dove un pazzo si trovava ai comandi di un jumbo nella beota indifferenza dei passeggeri. Tutti felicemente avviati allo schianto finale.
Sarà un caso che la Borsa Valori di Milano abbia sede a Palazzo Mezzanotte? Non Palazzo del sorriso o Belgioioso. Palazzo Mezzanotte. Nomen omen?
E comunque: Professionisti. Iperpagati e iperincapaci. Che una cosa sia legata all’altra? Oltretutto su scala cosmica. Professionisti: Come i nostri leader della sinistra, professionisti perchè solo con tanta professionalità si poteva portare il paese al punto in cui siamo. Un governo provvisorio di cialtroni, nani, ballerine e “gemelline” e dall’altra parte professionisti del nulla e della sconfitta, con le chiappe al caldo per sè e congiunti. Iperpagati e iperincapaci.

Ma come si fa? (Quando la realtà supera la fantasia)

Ma come si fa? Si può sognare di vivere non dico in un paese avanzato, ma almeno in un paese minimamente civile? Dove ogni mattina, alzandosi e leggendo la stampa nazionale, non si rischi il tracollo epatico, il rigurgito morale, il vomito istituzionale? Non si chiederebbe tanto, solo un po’ di “normalità”, civismo, senso etico delle istituzioni e altre cosette simili.

C’eravamo appena ripresi dalla scena penosa di una magistratura che si scanna in lotte da bande da quartiere, di un PD sempre più coinvolto in questioni in bilico fra l’affarismo e il codice penale, avevamo anche represso un sentito disgusto nell’apprendere che il nostro Presidente del Consiglio provvisorio aveva ricevuto nella sua residenza non uno scienziato, un ambasciatore, un inventore, un circumnavigatore in solitaria, bensì due “gemelline” (si chiamano così adesso?) reduci dall’Isola dei Famosi e tutto ciò si sembrava bastevole, almeno per qualche giorno. Invece no.

Stamattina sul Corriere (http://www.corriere.it/politica/08_dicembre_05/dvd_craxi_berlusconi_scuole_paola_di_caro_3f546e62-c29a-11dd-8440-00144f02aabc.shtml) veniamo informati che il Presidente del Consiglio provvisorio ha firmato la presentazione di un succoso DVD su Bettino Craxi, in questa presentazione “scrive dunque Berlusconi — [il DVD] andrebbe proiettato anche nelle scuole, per dare alle nuove generazioni i necessari spunti di riflessione sul modo in cui è finita la Prima Repubblica e sulla falsa rivoluzione giudiziaria che portò alcuni settori della magistratura a teorizzare la supplenza delle toghe sulla politica». Craxi invece — ne è convinto il premier che del leader socialista fu anche grande amico personale — primo «fautore delle riforme istituzionali, è stato un precursore della sinistra moderna di cui in Italia, purtroppo, non si vede ancora una traccia definita».

In quale paese un qualunque politico potrebbe fare l’apologia di un pregiudicato morto contumace senza alcuna conseguenza per la propria carriera o senza suscitare una reazione di rigetto? La risposta è nota.

Bettino Craxi (1934-2000)

  • Condannato in via definitiva a cinque anni e sei mesi per le tangenti Eni-Sai (corruzione)
  • Condannato a quattro anni e sei mesi per le tangenti della Metropolitana milanese (finanziamento illecito)
  • Condannato in secondo grado a tre anni per Enimont (finanziamento illecito)

  • Condannato a cinque anni e nove mesi per le tangenti Enel e a cinque anni e nove mesi per il Conto Protezione (bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano)

  • Salvato dalla prescrizione in appello dopo una condanna a quattro anni in tribunale per le tangenti di Berlusconi tramite All Iberian

  • Imputato in primo grado per le bustarelle dell’autostrada Milano-Serravalle (corruzione) e per quelle della cooperazione col Terzo Mondo, nonché per frode fiscale sui proventi delle sue varie tangenti

 (fonte:http://www.quimilanolibera.net/wp-content/uploads/2008/01/le-condanne-di-craxi.pdf)

Adiuvamos eos ut pudeant (Aiutiamoli a vergognarsi /4 e 5)

CITTA’ DEL VATICANO – E’ scontro tra Onu e Vaticano. La Santa Sede boccia, con decisione, il progetto di una depenalizzazione universale dell’omosessualità. Un’ iniziativa presa dalla presidenza di turno francese dell’Unione europea, e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue. Immediato il “no” della Santa Sede: “Gli stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come ‘matrimonio’ – dice monsignor Celestino migliore – verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni”. Affermazioni che scatenano una serie di reazioni polemiche che, in serata, provocano una nuova presa di posizione del Vaticano. Che, però, nella sostanza è tutt’altro che una retromarcia. “Nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali”, afferma padre Federico Lombardi che ricorda come altri 150 paesi non abbiano aderito alla proposta – ma la proposta cerca di ‘introdurre una dichiarazione di valore politico che si puo’ riflettere in meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale, puo’ venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell’uomo”. In pratica il rischio paventato è che gli Stati che non riconoscono le unioni gay vengano “mesi alla gogna”.

Toni non dissimili da quelli usati da monsignor Migliore che parla di “una dichiarazione di valore politico” che aggiunge “nuove categorie protette dalla discriminazione senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni”.

http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/esteri/benedetto-xvi-27/vaticano-omosessualita/vaticano-omosessualita.html?ref=search

Sempre più difficile essere cattolici e capire questa gerarchia, chiusa, meschina, lontana dal mondo, sorda ad ascoltare i “segni dei tempi”. A leggersi, davvero, tutti i giorni il Vangelo e non “Libero”, “Avvenire” o “Il Sole-24 ore”. Una gerarchia che risente pesantemente, come la politica, la cultura di una profonda crisi delle classi dirigenti. Sempre lontani della gente, pronti a scolare il moscerino e ad inghiottire la trave, ossequiosi al potere, funzionari di uno Stato sempre più straniero e alieno.
Allora, per farci capire: “Adiuvamos eos ut pudeant”, che si vergognino, che preghino un po’ di più e cerchino di uscire dalle loro stanzette comode e riscaldate.

Ma oggi c’è anche qualcun’altro che vorrei aiutare a vergognarsi: la causa della parità dei cittadini (Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. ..) è troppo importante per lasciarla a Vladimir Luxuria, oggi sulla stampa intervistata come portavoce del mondo omosessuale. Già miracolata dalla politica e dalla tv-spazzatura, si vergogni e torni alle spiagge tropicali. Se la sinistra si è ridotta a simili icone, quasi quasi (ma molto, molto, quasi…) verrebbe voglia di essere di destra….

Comunque per essere anche utili, firmiamo per la decriminalizzazione dell’omosessualità:

http://firmiamo.it/decriminalizzazionedellomosessualita.