Tagli ai partigiani

Che diavolo questo Filippi! Uno svolta l’angolo un istante e che ti fa il candidato del PdL a Reggio? Ti spara una girandola di programmi, di idee, di piani quinquennali per quella povera città cattocomunista che lui, novello, Sigfrido, si appresta a riscattare. Economia? Strade? Centrali nucleari (a proposito: che abbia passato troppi anni a Caorso il candidato? Di notte è già fosforescente?), industria, artigianato, sanità?

No. Il nulla neuronale come di consueto, tranne….tranne che lui “taglierà del 95% i fondi ai partigiani”. Per un programma di legislatura non è male. Neppure l’ispettore Clouseau avrebbe saputo far di meglio.

Pare che, dico pare, che il candidato sia ingegnere. Certo che qualche nozione di matematica, preso com’è dalla politica, deve essersela persa per strada. In particolare che qualunque sia la percentuale che si voglia calcolare se l’intero è uguale a zero, il risultato sarà comunque zero. Quindi il nostro candidato tolga pure anche il 250% dei finanziamenti ai “partigiani”, ma il risultato sarà sempre quello: come al solito, qualche momento di buon umore in questa povera Italia devastata. Grazie, candidato!

Preferirei di no…

So di dare un dispiacere ai cari Panebianco, Ostellino, Battista che tanto tengono al decoro e all’equilibrio e tanto hanno da insegnare alla sinistra in termini di pacatezza ed educazione, ma devo dirlo: Berlusconi Presidente della Repubblica? Come il buon Bartleby mi viene da dire: “Preferirei di no”, anche se d’istinto il gesto è più simile a quello del “Grido” di Munch, con un NOOOOOOOOO urlato a tonsilla libera.

Mi dispiace, Panebianco e compagnia della pagnotta, per un po’ ce l’ho fatta ma alla fine l’antiberlusconiano viscerale viene fuori. Faccio il mio outing: ebbene sì, mi avete scoperto. Sono un cittadino onesto, amo il mio paese, credo che la cultura sia fondamentale, credo che senza l’etica un paese si riduca ad un bordello dove neppure ci si può più divertire, QUINDI sono antiberlusconiano. Perchè io il sedicente cavaliere l’ho conosciuto (x fortuna non di persona) già nell’agosto 1985 (come, lo racconto agli amici più cari, tengo famiglia, eh…) e mi era già bastato allora.

Ma non fatemi caso: sono un cittadino normale, pago le tasse e, nuovo outing, non ho mai avuto una raccomandazione (infatti sono appena uscito dal precariato passati i 50 anni). Insomma, sono un pericoloso estremista. Ma il provvisorio capo del governo al Quirinale no. E per scongiurare il disastro non resta che il gesto storico di Sordi nei “Vitelloni”: “Lavoratori del braccio e della mente…tò!”

Ciao, Stanley!

Dieci anni fa moriva Stanley Kubrick. Forse il più grande, certamente il più completo e quello più capace di emozionarci.

Stanley Kubrick ha ricevuto nove candidature all’Oscar, quattro come regista (per «Stranamore», «2001 Odissea nello spazio», «Arancia meccanica» e «Barry Lyndon») e cinque come sceneggiatore (i quattro film citati più «Full Metal Jacket»). Non ha mai vinto una statuetta.
«Stranamore» fu battuto da «My Fair Lady», «2001»da «Oliver!». Vabbè. Pensateci, quando gli Oscar vi sembrano una buffonata.

I nazisti a processo (A.Canova)

I nazisti a processo
di Andrea Canova

Siamo felici. Felici della notizia che, prestissimo, si aprirà il processo che giudicherà 7 nazisti che parteciparono alle stragi di Cervarolo, Monchio, Susano e Costrignano con la divisione corazzata Herman Goering, a ridosso della primavera del 1944.

Ora, se è vero che la memoria di quel che è accaduto – e perché – è un importante strumento per cercare di evitare che cose simili si ripetano nel presente e nel futuro; se è vero che la memoria ci insegna che la democrazia italiana ha le sue incontrovertibili basi nella Resistenza, nell’antifascismo e, dunque, nella Costituzione della Repubblica Italiana; se è vero che la Costituzione Repubblicana riconosce e sancisce, tra i suoi diritti fondamentali, il diritto di voto; se è vero che il 6 e 7 giugno 2009, in un momento in cui tanti e forse troppi sono i segnali di disgregazione nazionale, il popolo italiano è chiamato ad esercitare tale diritto riconosciuto dalla Costituzione nata dalla Resistenza e dall’antifascismo, allora chiediamo formalmente ai candidati a  sindaco della città e della provincia di Reggio Emilia – Città del Tricolore e Medaglia d’oro al valor militare – di farsi votare in base, anche, al riconoscimento pubblico e incontrovertibile che la democrazia italiana ha il suo fondamento giuridico e morale nella Resistenza e nell’antifascismo e che condanna in modo formale e pubblico le dittature nazista e fascista guidate da Adolf Hitler e Benito Mussolini.

Diversamente, in noi non potrà che sorgere il terribile dubbio che i nostri candidati sindaci nascondano fili di continuità ideale e morale con gli autori di quelle terribili stragi, oppure un’indifferenza altrettanto preoccupante.

A Voi, candidati a Sindaco, un cordiale saluto,

Andrea Canova

da Reggio 24 ore.com (http://www.reggio24ore.com/Sezione.jsp?titolo=I+nazisti+a+processo&idSezione=1142)

Cervarolo marzo 1944

Buona notizia. Il Proc.De Paolis ha concluso il suo lavoro e ha chiesto l’incriminazione di 8 militari tedeschi della Div. “Hermann Goering” per le stragi di Monchio, Susano, Costrignano e Cervarolo. 65 anni dopo ci sarà un processo. Quei 23 di Cervarolo con don Battista Pigozzi avranno giustizia. Ma non dimentichiamoci che quel giorno c’erano anche italiani, “bravi ragazzi di Salò”, militi della GNR (con tanto di ufficiale medico) che ora qualche bello spirito vorrebbe parificare ai partigiani e conferire a tutti l’Ordine del tricolore. Perchè no? Assassini e vittime. Tutto uguale in questa marmellata puzzolente che è diventato lo spirito pubblico del nostro paese.

Ma intanto ci sarà un processo e una sentenza. Una sentenza che dirà, qualunque sarà il riconoscimento di responsabilità, che quel giorno a Cervarolo accadde qualcosa. Prima che qualcuno cancelli tutto, prima che ci vengano a dire che la colpa era dei partigiani (come hanno già provato…).

Berlino-Reggio

Per una settimana a Berlino non ho letto giornali italiani, senza sentirne la mancanza. Unica tv la CNN per le notizie e i canali tedeschi per riuscire ad imparare magari 3 parole di tedesco in più. Comunque nessuna notizia sull’Italia, neppure le previsioni del tempo internazionali prevedono “Roma”. Marginali, un paese qualunque come l’Austria, la Finlandia, peggio che la Grecia (che almeno “Atene” nelle previsioni meteo c’è). Dopo un attimo di frustrazione vetero-nazionalista, mi sono detto “meglio così”. Meglio farci dimenticare, stare nell’ombra. L’Europa è altrove, era lì a Berlino, a Parigi, e non è il solito provincialismo che vede l’erba del vicino tenera e fresca. No, è che da noi l’erba è stata calpestata, arato il terreno e sparso sale, come si faceva nell’antichità. Giri la Germania e vedi pale eoliche ovunque, fotovoltaico su case e uffici (e l’industria tedesca esporta a palla), trasporti pubblici efficienti e noi ritiriamo fuori l’atomo. Come se nel 1920 si fossero finanziati i maniscalchi e i sellai, alla faccia di Henry Ford. Dopo la cerimonia conclusiva in Rosenstrasse dei “Viaggi della Memoria”, un poliziotto è arivato per vedere che sul monumento non fossero state lasciate scritte o simboli nazi. In caso positivo sarebbe arrivata subito una squadra di pulizia. Da noi i muri delle città sono pieni di fasci, svastiche, il sindaco pro-tempore di Roma (non Castelbufalo) porta al collo una croce celtica e già sappiamo che se si denunciasse qualcuno per apologia di fascismo nessun magistrato darebbe corso alla cosa. A Berlino hanno costruito il Memoriale degli ebrei sterminati in Europa a 100 metri dalla Porta di Brandeburgo, hanno messo davanti al mondo la loro storia, la loro colpa. Unico modo per uscirne. E uscirne più forti. Ve l’immaginate trasformare Palazzo Venezia nel Memoriale delle vittime del fascismo? Più realistico immaginare un discorso cristiano da un leghista o un comportamento non osceno (basterebbe) dal nostro premier provvisorio.

Notizie da Berlino

Da martedì 3 a sabato 7 sarò a Berlino con i Viaggi della Memoria (www.istoreco.re.it), non so se riuscirò ad aggiornare questo blog resistente. In ogni caso sarà dura tornare, lasciare un paese civile per questa nostra povera Italia in cui, ogni giorno, succede qualcosa di triste e/o vergognoso e le buone notizie sono così rare.

Spero che i miei 25 lettori abbiano pazienza: al peggio (o meglio) ci risentiremo domenica 8 marzo.

p.s. nel mese di febbraio questo piccolo blog è stato visitato 974 volte (nonostante i problemi tecnici). Grazie a tutti!

Immigrati, per favore!

“Immigrati, per favore non lasciateci soli con gli italiani”, diceva una scritta su un muro che riprendo da ViaEmilianet. Aggiungerei con QUESTI italiani, questo ventre profondo e decomposto che l’attuale governo provvisorio alimenta, solletica. Il razzismo, l’egoismo, la chiusura agli altri c’è sempre stata, ed è fisiologica in un paese ai più bassi livelli per gradi d’istruzione in Europa, ma erano marginali, limitati a fasce svantaggiate della popolazione. I governi dell’epoca si preoccupavano di far crescere il paese (bene, male ma c’era questa sensibilità), di svolgere un’azione pedagogica. Le grandi case ideologiche, le Chiese dell’epoca, bianche e rosse, istruivano, organizzavano, reprimevano alla bisogna. Oggi il governo provvisiorio fomenta e sfrutta quel fiume di bassi istinti, ne fa il proprio riferimento. Le Chiese sono morte, dissolte o chiuse nel loro integralismo autoreferente. In tanti bar del nord c’era la macchietta del “razzista”, quello che ce l’aveva con i marocchini o i terroni. Gli si offriva un bianchetto, lo si faceva sparare due boiate, e poi via, una pacca sulle spalle e amen. Ora quel tizio non è più solo, è diventato onorevole, assessore, ha lo stesso coefficente intellettivo di prima, ma adesso è lui ad offrire da bere e organizzare magari la “ronda” per altri frustrati, deprivati culturalmente ed eticamente come lui.

E con questa Lega abbiamo flirtato, il grande capo baffo perdente ci disse che erano una costola della sinistra. Al massimo erano una costola sinistra di un qualche animale fuori controllo.

Che Italia lasciamo ai nostri figli, se non un paese dove tornare al massimo per le vacanze perchè il futuro è altrove?

Non ci vedremo a Filippi!

Fra i candidati a Sindaco per le prossime amministrative, a Reggio Emilia, il PdL (forse avendo deciso in segreto di far confluire i propri voti alla Lega o ai Nazisti dell’Illinois) ha scelto come candidato il simpatico ing.Fabio Filippi al quale va da anni la nostra simpatia e gratitudine per i veri momenti di buon umore che ci regala con le sue uscite estemporanee. Che parli di crisi della zootecnia o di delitti comunisti (che per lui più o meno sono la stessa cosa) ogni volta il candidato suddetto ci delizia con punti di vista, mai banali, ma sempre degni delle migliori serate di Zelig. Ora, però sta attingendo a vette ancora inesplorate di sagacia e genialità: sono apparsi i suoi manifesti (maxi) nelle nostre vie. E il candidato di quel partito (? diciamo associazione o club o meglio circolo monarchico) che negli scorsi anni aveva rotto zebedei per mesi contro lo “spreco” comunista dei ponti di Calatrava, cosa ti va a mettere sullo sfondo del faccione del nostro? Gli stessi vituperati ponti. Potenza della coerenza!

Sulla cronologia poi il buon casinese (meglio sarebbe dire casinato) Filippi cosa ti escogita come slogan? “Dopo 64 anni rialzati Reggio”. Ora, se l’aritmetica ha un senso, significa che 64 anni fa, cioè nel 1945 Reggio era ritta in piedi, felice e gioiosa. Poi arrivarono i comunisti, si mangiarono tutti i bambini (Filippi sfuggì alla strage degli innocenti fuggendo in Egitto?), manco sputarono le ossa e portarono la nostra città al deserto attuale. Nel 1945? Ma allora Fillipi rimpiange la Brigata Nera in giro, i nazi per le strade, i morti nei fossi, i bambardamenti e la tessera del pane? Perchè questa era la Reggio dritta in piedi 64 anni fa. Questo rimpiange? A questo vuole tornare? Basta saperlo.

E pensare che ci sono tanti canali di bonifica dove le erbacce crescono rigogliose, senza che nessun candidato si eserciti nella nobile arte del lavoro…..