Parole, inni e bandiere

Torniamo un attimo sull’ultima bufala dei legonzi (inni e bandiere regionali). Abbiamo riso perchè la prima reazione è quella, inevitabile, che si ha di fronte allo scemo del paese che dice le sue corbellerie. Si ride. Poi, però, ci si pensa, magari si prova pena per il poveretto così svantaggiato dalla natura e forse ci si vergogna un po’ della risata appena risuonata.

Lo stesso con i legonzi, sparano le loro corbellerie, li compiangiamo, facciamo battute sull’arioso vuoto nella loro scatola cranica. Però. Come altre volte in questi anni, hanno ottenuto il risultato che volevano e noi non siamo stati in grado di far nulla. Hanno spostato un poco più avanti il confine della decenza, hanno pronunciato l’indicibile, hanno pervertito il dizionario condiviso. Hanno piantato la loro bandierina verde un poco più avanti verso la dissoluzione della nostra Nazione, delle nostre comunità. Cos’è in fondo questo se non una sorta di terrorismo linguistico?

Le ronde: togliere allo Stato il monopolio della violenza, uno dei pilastri dello Stato di diritto. Farsi giustizia da sè. La tribù si organizza e colpisce lo straniero. Fatto.

Il dialetto: rompere il collante naturale della lingua nazionale per riportarci all’epoca preunitaria. Poco importa se non si sa neppure cosa siano i dialetti e il loro rapporto con la lingua nazionale. Insegnare il dialetto locale. No all’italiano, no all’Italia. Fatto.

La fallocrazia: certo ora l’Europa ride/piange sull’Italia governata da un vecchio satiro, ma l’esaltazione del “celodurismo”, del braccio alzato a mimare padane erezioni, dove l’abbiamo vista? Il leader verde (fra l’altro-si dice- rimasto offeso proprio nel corso di una dimostrazione delle suddette doti con italica soubrette) fu il precursore: in fondo il vecchio satiro è stato solo il ripetuto “utilizzatore finale” dell’oggetto così vantato. Donne come oggetti usa e getta. Fatto (anzi fallo).

Il razzismo: dai bar della valtrompio agli autobus e metro milanesi, le sparate di Borghezio e i cori di Salvini. Dalli al nero, al marocchino, all'”altro”. Basta leggere le cronache della nostra “informazione”(si fa per dire) e sentire le bordate dei nostri legonzi contro rom/sinti e immigrati. Fatto.

La violenza: abbiamo riso quando quattro pirla serenissimi arrivarono con un trattore truccato da tank in piazza S.Marco. Io ho avuto i brividi. I simboli sono più forti dei fatti, spesso, anche se non ce ne accorgiamo. E i proiettili vantati sempre dal leader padano? Non bastano le parole? Abbiamo le armi. Fatto.

E ora gli inni e le bandiere. Bufala, boiata, demenzialità. Certo. Però. Chi ha un inno e una propria bandiera? Uno stato indipendente. Anche la Transnistria ce l’ha. Uno stato indipendente. Secessione. Fatto.

E noi ridiamo, abbozziamo, facciamo battute sul cervello (presunto) di calderoli. Intanto, senza accorgersene, ci troviamo ogni giorno ad inseguire una nuova realtà su terreni ignoti, inseguire gli altri. In difesa. Discutiamo sulle bandiere mentre il paese si sta decomponendo, senza riuscire a trovare un punto comune da cui ripartire. Viviamo un momento drammatico in cui ogni parte del paese sembra riscoprire il proprio peggio: il nord l’egoismo becero e ignorante degli arricchiti, il sud l’assistenzialismo piagnone e corrotto del vecchio familismo amorale.

Magari si riuscisse a proporre qualcosa, noi, l’opposizione, quelli che sono convinti che ci sia spazio per raggiungere l’Europa, che non sia tutto perduto.

Comunque nel chiuso delle sue mura Fortezza Bastiani sta già allestendo il proprio inno (indeciso fra Einaudi, Wagner e Paolo Conte) e la propria bandiera (un drappo verde: tranquilli, il verde non è nè padano nè islamico, è semplicemente…economico, del resto cosa posso chiedere? Mica sono un dirigente comunale…)

Parole, inni e bandiereultima modifica: 2009-08-06T09:06:00+02:00da pelikan-55
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2 pensieri su “Parole, inni e bandiere

  1. Ci pensavo giusto ieri sera: l’inno nazionale dell’Emilia Romagna quale sarebbe? “Romagna mia?” “Quando saremo a Reggio Emilia”? E chi lo canterebbe, il coro delle mondine o Felice Tavernelli? Da spanciarsi, se non fosse così tristemente e funebremente vero. Forse Calderoli esagera con gli anestetici per dentisti, che sono a base di cocaina e oppiacei. http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/politica/bandiere-regionali/6.html

    http://www.youtube.com/watch?v=Rn3zlQBSEeg

    Ma Fortezza Bastiani in che angolo è del borgo? Comune di Casina o di Carpineti? E che inno avrà, dunque?

  2. I miei figli sono meticci: padre padano, madre montanara (razza universalmente a parte). Quale futuro per loro?

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