Pensieri (poco)”politici”

La mia mamma, santa donna, mi diceva sempre “stai lontano dalla politica!”, avvertimento affettuoso e prudente di una madre iperprotettiva per un figlio unico negli anni settanta. Così ho fatto, un po’ per obbedienza e un po’ per convinzione, niente carriera quindi (vabbè), niente posti succulenti (vabbè), niente cattedre universitarie (vabbè), poi mi sono accorto che, in realtà, la politica era sempre più vicina. Per quanto mi riguarda mi sono accorto di fare “politica” con il mio modesto lavoro di “storico di quartiere”, perchè lo ritengo giusto, perchè quello so fare, con la libertà di non avere tessere in tasca che non siano quelle dell’Anpi, dell’ACI e del CAI (quando ero più frizzolino e capace di arrampicarmi). Quindi ai tanti che mi hanno chiesto in queste settimane: “Dario?Bersani?Marino?” non sapevo davvero cosa rispondere. Nessuno mi ha mai neppure chiesto di iscrivermi al PD. E mi sono chiesto perchè. Le risposte che mi sono dato sono tre. Una ottimistica (sanno che un intellettuale è un rompiscatole), una pessimistica (non conto un piffo) e una realistica (i posti sono pochi, meno invitati arrivano meglio è). Sia chiaro, avrei rifutato, con cortesia, lusingato forse, ma avrei rifiutato. Proprio per quella risposta ottimistica che mi passava per la testa. Chi fa un lavoro culturale usa il cervello (spesso) e quindi va dove lo porta il neurone, magari l’aorta, ma mai la tasca o il pisello (pardon)e così uno si può godere la propria libertà, francescana e un po’ irosa, ma libertà.

Del resto non essere tesserato ha dei bei vantaggi: in giornate come oggi (dopo che oltre una ventina di deputati da noi nominati hanno fatto focaccia dal voto che poteva far saltare lo scudo fiscale) non devo vergognarmi di appartenere ad alcun partito e posso tranquillamente godermi lo spettacolo, in sede locale come in quella nazionale delle prove per il GP (si chiama Congresso) dove ognuno, proprio come in F1 sgomita, tira la curva, scalda le gomme per raggiungere la poleposition o almeno un posto nelle prime file. Così poi, dopo il “prontivia” si può puntare meglio a sedie, seggioline, strapuntini et similia. Che bello spettacolo! E qui, pur restandone fuori, devo dire che la mia simpatia va a Marino e a quanti l’hanno scelto, sapendo di perdere, per una motivazione ideale. O no? Magari qualcuno aveva trovato le sedie già occupate altrove e allora…magari poi con la scusa della tutele delle minoranze, qualcosa può saltar fuori, no?

Cara Mamma, grazie!

Pensieri (poco)”politici”ultima modifica: 2009-10-03T11:36:00+02:00da pelikan-55
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