Crocifisso a scuola, una battaglia persa

Crocifisso a scuola, una battaglia persa (di Nicola Fangareggi)

Non ne posso più di sentirmi collocato nella categoria dei cosiddetti “laicisti” se penso che la sentenza della Corte Europea che boccia l’esposizione forzata del crocifisso nelle scuole italiane sia una sentenza logica, corretta e pienamente accettabile anche da chi si consideri credente.
E trovo deludente che il neo segretario del principale partito di opposizione non riesca a trovare il coraggio di affermare lo stesso, interpretando così la sensibilità di milioni di cittadini italiani, credenti e non, i quali sono adulti a sufficienza per comprendere che le faccende che riguardano la fede sono distanti anni luce dalla pretesa di indottrinare gli scolari appendendo al muro il Gesù crocifisso.
La croce esibita nelle scuole appartiene a un retaggio storico del passato in cui l’universo psicologico dei fanciulli non era investito dal bombardamento di immagini e di simboli prodotti dalla società mediatica contemporanea. Per questa ragione quella battaglia va considerata perduta da tempo immemore.
I bambini di oggi devono fare i conti con l’aggressività delle immagini simboliche trasmesse a getto continuo da televisione, computer, videogiochi.
Non è necessaria una laurea in antropologia culturale per ricordare quanto il significato religioso del totem disponesse l’ordine dei valori nelle società primitive. L’umanità ha adorato di tutto, dagli idoli pagani ai santi di romana chiesa.
Oggi il sentimento religioso non è inferiore al passato, ma è sottoposto a prove ben più complesse. Hai voglia di contrapporre la storia di Gesù di Nazareth agli eroi della playstation. Col crocifisso a scuola è come se si pretendesse di combattere una guerra a mani nude contro un nemico che agisce a forza di bombe atomiche. E’ una guerra persa da più di mezzo secolo, e sarebbe ora di accorgersene.
Consapevolezza vorrebbe che anche la gerarchia cattolica acquisisse gli strumenti di interpretazione della realtà adatti a riflettere il senso della propria missione. Che è missione terrena, ricordiamolo, in un’epoca storica in cui la comunicazione globale ha reso disponibile un oceano di conoscenza a ogni angolo del pianeta.
Il tentativo di forzare la mano ai paesi dell’Unione Europea inserendo nel Trattato un riferimento esplicito alle radici cristiane del continente venne inevitabilmente sconfitto non tanto dagli effetti di una perfida congiura pluto-giudaico-massonica quanto dalla consapevolezza maggioritaria di un principio di laicità che sovrintende necessariamente alla stesura dei codici e delle leggi in un consesso civile (figuriamoci in un agglomerato sociale di mezzo miliardo di persone).
Ed è paradossale e in fondo anche meschino osservare come l’impegno a tutela del sentimento religioso dei cittadini europei venga derubricato a lotta per l’affermazione di un potere di controllo superiore, quasi che il cattolicesimo nutrisse inveterate nostalgie di ambizioni statuali.
Non giova alla chiesa questa polemica. Men che meno giova ai credenti, costretti a fare i conti con battaglie di retroguardia delle gerarchie vaticane e, allo stesso tempo, tenuti a occuparsi dell’educazione dei propri figli affinché cresca e fiorisca in loro il desiderio del sacro.
Ma quel che davvero rattrista è il comportamento della quasi totalità della politica italiana, codarda e imbelle di fronte al rischio di scontentare i mandarini delle battaglie perdute di oltre Tevere.
Il laico Fini si è sciolto nel calderone, il libertino Berlusconi ha troppi peccati da farsi perdonare, l’ex mangiapreti Bossi libera i suoi dobermann a caccia di musulmani. E perfino Bersani, l’emiliano pragmatico Bersani, non trova di meglio che appellarsi al “buon senso” per salvare la croce appesa al muro di scuola, quasi che la grandezza del messaggio cristiano avesse bisogno di esibizioni forzute per racchiudersi nei cuori delle persone di buona volontà.

in: http://www.reggio24ore.com/Sezione.jsp?idSezione=7345

Crocifisso a scuola, una battaglia persaultima modifica: 2009-11-04T12:41:00+01:00da pelikan-55
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