Se la sinistra imita Guareschi

Per completare il “dibbattito”, come si diceva una volta, aggiungo la risposta di Orazio Licandro (oogi sull’Unità) al pezzo di Vincenzo Cerami che ha suscitato varie reazioni, compresa la censura dell’amico Gianni-fotografo

di Orazio Licandro
Ieri, sfogliando “l’Unità”, mi imbattevo in una strana epistola, avente come bersaglio alcuni leader della sinistra, ma come principale Oliviero Diliberto. Destinatario della stessa era il neo segretario del Pd Pier Luigi Bersani scongiurato di evitare ogni contatto, quasi rischiasse un pericoloso contagio in tempi di virus influenzali, con il segretario del Pdci. Insomma un libello di quelli che solitamente si ascrivono al “genus” della polemica più dura. Almeno così pensavo dalle prime righe, senza peraltro soffermarmi sull’autore. Poi continuando a scorrerlo mi accorgevo che in realtà andava ben oltre quegli argini e riversarsi nel campo vasto e privo di confini dell’insulto da bettola o, se si preferisce, da trivio. Il motivo dell’aspra invettiva sarebbe la disponibilità di Bersani al dialogo con le forze di sinistra. Una valutazione politica, si direbbe, circa il tema delle alleanze; un legittimo, seppure poco condivisibile, punto di vista. Ma in realtà, proseguendo nella lettura la politica lì si fatica a trovarla, anzi non se ne trova traccia. «Non ritirare fuori i fantasmi, le mummie sovietiche. … La più grande carità che si può fare ai morti è di non resuscitarli… Diliberto… quello che odia Fellini e ama le barzellette di Pierino e i film carta igienica… che invece di Padre Pio, sul cruscotto della macchina ha incollato l’immaginetta di Stalin», e così via (e pure di peggio) dicendo. Che razza di argomenti per sostenere idee e visioni diverse!
Trovo davvero singolare e doloroso che un quotidiano di grande storia come “l’Unità” dia spazio a pensieri tanto insulsi quanto offensivi quantomeno verso il milione e 200mila votanti della lista comunista. Se guardiamo alle condizioni di un Paese in pieno degrado morale e civile per il sovvertimento della scala dei valori, stremato dalla crisi economica, con un tasso di disoccupazione impressionante, attraversato da pericolosi disegni di disgregazione dell’unità nazionale e di destrutturazione, a volte eversiva, della costituzione repubblicana, credo che i lettori de “l’Unità” non trovino affatto interessanti certe “opinioni”. E credo pure che non preferirebbero affatto né Mastella né Dini, fossero pure accompagnati dalla santa benevolenza di Padre Pio.

p.s.
Ad un certo momento istintivamente ho ritenuto che l’estensore di quelle livide righe fosse Guareschi, il Guareschi nella versione anticomunista più acre, ma dedicando per mestiere sempre cura e attenzione ai testi mi sono presto accorto che si trattava nel migliore dei casi di un Guareschi non genuino, interpolato, guasto, anzi un falso: insomma uno pseudo-Guareschi. Perché quello autentico era certamente un anticomunista ma almeno era un solido scrittore che comprendeva la politica.

http://www.unita.it/news/orazio_licandro/90836/se_la_sinistra_imita_guareschi

Un solo commento: ma siamo certi che 1,2 milioni di voti seguano Diliberto e company?  Io sono ottimista e non posso crederci.

Se la sinistra imita Guareschiultima modifica: 2009-11-06T20:03:00+01:00da pelikan-55
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Un pensiero su “Se la sinistra imita Guareschi

  1. Credo che questo articolo faccia bene. Non certo come risposta politica ma come risposta di educazione.
    Caro Max, va bene avere inviso Berlusconi ed il berlusconismo, va bene non tollerare i dirigenti del Pd e anche quelli della sinistra, va bene protestare contro la chiesa, ma poi alla fine che ci rimane in mano?
    I primi due anni del Pd maggioritario sono stati un vero incubo per me, ora che c’è Bersani, invece, penso che farò la tessera.
    Se la politica ha un valore costruttivo bisogna lanciare pensieri importanti che raccolgano il contributo dei singoli, delle associazioni e dei partiti.
    Per quanto riguarda RC e PdCI credo che siano i primi a non volere entrare in un governo che gli tolga la possibilità di essere coscienza critica e forza contrattuale, ma sono anche convinto che siano disponibili a trattare un appoggio elettorale in cambio di pochi ma chiari punti di interesse di sinistra, molto antagonisti con il Calearo che (era ora) ha levato oggi le tende dal Pd. Ad esempio con una nuova legge sui precari, sugli sgravi fiscali in busta, sul conflitto di interessi, su una legge elettorale che ridia potere di scelta.
    D’altra parte lo stesso Prodi, un mese fa ha dichiarato che le sinistre al governo sono state afflitte dall’indistinguibilità con i governi di destra: pensi che la sinistra critica debba sparire?
    Ora che c’è Bersani ed è finita la politica dell’intolleranza a sinistra non mi sento più obbligato a stare con gli indiani, ma ne rimango sempre molto affezionato e li considero compagni di percorso. Faccio molto più fatica a pensarmi organico a Casini… se ti ricordi bene, prima del voltagabbana di Mastella abbiamo avuto quello di Buttiglione-Cossiga.

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