La memoria vi renderà liberi

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Sotto quella scritta sono passato due volte. Il lavoro rende liberi. La sensazione strana. Dovresti sentirti scosso e invece no. Perchè quella scritta è divenuta altro. Da tanto tempo. E’ diventata un’icona, come i ritratti multipli di Marylin, la lingua rossa degli Stones, un’altra scritta “Coca Cola”. Altre cose mi hanno emozionato in quel luogo, l’enormità silenziosa di Birkenau nella neve, i mattoni sbrecciati dei crematori, i camini alzati al cielo e intorno il vuoto. I vestitini da bimbo e le scarpine nel Museo. Sono uscito fuori e ho pianto. Senza vergogna. Erano i vestitini e le scarpine di mia figlia, a casa.

Se questo è un uomo, io l’ho sempre inteso a rovescio. Se questo è un uomo, quello che ha preso per mano quel bambino e lo ha portato alla camera a gas, se questo è un uomo, quello che tornava alla sera a casa dai suoi figli. Se questo è un uomo, tutti quelli che vivevano lì intorno, sapevano e, scrupolosamente riconsegnavano alle SS i (pochi) prigionieri fuggiti. Erano uomini, quelli?

Quando siamo tornati la prima volta da Auschiwitz, passata la frontiera italiana ci siamo fermati in autogrill. I ragazzi sono venuti a cercarmi: “Prof., guardi che roba!” e mi hanno indicato la vetrina del negozio. In bella vista bottiglie di Cabernet con etichette grigie e nere. Foto. Himmler. Hitler. Mussolini. Il gen.SS Piper (quello di Boves). Mancava quella con Kappler, chissà forse l’avevano finita. Ho comprato una di quelle bottiglie, l’ho ancora in cantina ma non la berrò mai. La tengo lì a ricordare questo paese “orribilmente sporco”, un paese in cui tutto è uguale, basta far due soldi. Apologia di fascismo? No, libera vendita di oggetti a tema storico, questa la legislazione vigente. Denunciare, querelare, chi? Soldi buttati via. Meglio farli quei due soldi, tanto qualche imbecille passa sempre e compra.

Ora quella scritta non c’è più. Rubata, sparita. Come modesto storico di quartiere provo il dolore di chi perde il pezzo unico, quasi una sofferenza da collezionista di francobolli. Come modesto uomo credo che quella scritta non sia scomparsa, proprio perchè è divenuta un’icona e le icone non muoiono più. Scompare il cimelio (a parte l’osservazione che feci la prima volta: ma si lascia lì alle intemperie un pezzo originale?) ma resta l’icona, l’immagine ormai tanto celebre che fa quasi meno effetto di quello che uno si aspetterebbe. In fondo quella scritta l’avevo vista tante volte che ritrovarmici lì la prima volta mi sembrò “normale” (anche se il termine normale è l’unico che non si dovrebbe mai usare ad Auschwitz).

Ora quella scritta non c’è più. Non so se la ritroveranno, ovviamente spero di sì, se però così non fosse pensiamo magari ad un’altra scritta da mettere lì, magari più piccola, fatta di tante piccole foto tessera di persone che lì entrarono e non uscirono più. Una scritta semplice: “Erinnerung macht frei”. La memoria vi renderà liberi.

La memoria vi renderà liberiultima modifica: 2009-12-20T18:18:00+01:00da pelikan-55
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