Banalità

panda_800.jpgBanalità. Sto per scrivere banalità, come certamente qualche “moderno” intellettuale di sinistra potrebbe etichettare con una punta di irritazione. Banalità che però voglio condividere con i miei 24 lettori che si ostinano a frequentare Fortezza Bastiani.

Tutto nasce da una serata televisiva. Confesso, non per snobismo, che non sono un teledipendente, frequento soprattutto gialli e serial, vorrei incontrare Leroy J.Gibbs e passare un pomeriggio con Virgil Grissom, ma l’altra sera ero lì a vedere un quarto d’ora, in prima serata su Rai1 “Stasera è la tua sera”. Mi aveva “costretto” mia figlia: sarebbero stati protagonisti del programma di ragazzini di Reggio, in parte nostri conoscenti. Trascuro la scena di cinque ragazzini classe 1994 costretti a suonare (in playback) per accompagnare una squinternata leopardata (che poteva essere loro nonna) come Loredana Bertè. Ma anche i genitori erano lì, le madri (rispettabili mamme reggiane) truccate da truci-punk, degno contorno ad una band hard-rock made in Villa Sesso. Ognuno avrà il suo quarto d’ora di celebrità, diceva Warhol, anche a prezzo di trucibalde comparsate.

Ma quella non era la mia serata. L’ho capito un po’ dopo quando sono tornato davanti al video (l’assassino torna sempre sul luogo del delitto). Zapping e cado sull’altro canale nazionalpopolare Canale5. Trasmissione “Ciao Darwin”, le prime immagini mi hanno subito fatto capire che non era una versione soft di Quark. Un centinaio di persone si confrontavano in un’affollata arena, due squadre: “Amor sacro” e “Amor profano”. Culmine del confronto? Facile: sfilata di intimo femminile. Due fanciulle, una in bianco e una in nero (elementare, Watson) vestite solo di un po’ di fantasia a sfilare fra le urla del pubblico maschile, inquadrato in espressivi primi piani, completi di bava, occhi a palla e mani nei capelli. Sì, ciao Darwin, abbiamo trovato gli anelli mancanti, evviva.

Lo so, i miei 24 lettori non ci crederanno ma ce l’ho fatta: dopo un minuto (confesso) sono riuscito a cambiare canale, confesso da incallito radicalchic sono finito con la Dandini, ad ascoltare Sorrentino raccontare del suo personaggio letterario Tony Pagoda.

A quel punto però stavo per cercare il mio cibo preferito: germogli di bambù. Perchè mi sono sentito un panda, aggrappato al suo vecchio albero spelacchiato, e mi risuonavano le frasi dei tanti che a sinistra da anni ci rompono i cabasisi con il ritornello “la tv non conta, la tv non sposta voti”. Forse quei gonadofrangitori davvero non guardano la tv o (più probabilmente) erano in deliquio sul divano sbavando anche loro con Bonolis, ormai conquistati a quel credo dilagante e vittorioso.

Perchè quella è l’Italia che ci troviamo attorno, un’Italia costruita negli anni e ormai arrivata alla sua in-evoluzione più definita. C’era tutto in quei minuti: il mito del successo facile, il denaro a qualunque costo, la bellezza acquisita comunque, il sesso esibito, il branco urlante. In poche parole: l’orrore. Moralismo da strapazzo il mio. Roba da cattocomunista. Roba vecchia.

Da anni ci stupiamo non di quello che i vari birboni combinano, dal satiro plastificato in giù, ma dalla mancanza di una reazione, etica, morale, anche solo di buona educazione. Reazione? E perchè? Stupirsi delle plastiche di “uomo di stato”? E perchè quando l’essere belli, a qualunque costo, è un valore? Stupirsi della mignottocrazia? E quando mai, se il sesso esibito, buttato in faccia, è la norma? Vergognarsi dell’arroganza, della ignoranza esibita? Ma dove, se si regalano decine di migliaia di euro al primo decerebrato che indovina qual’è il piatto preferito d’estate dagli italiani (ve lo dico: insalata di riso, così magari un’altra volta portate a casa anche voi qualche euro..) in un quiz in prima serata?

Mi stupirei del contrario: se qualcuno si alzasse in piedi a dire “vergogna”. Hanno coltivato il campo, l’hanno concimato con molto, molto, guano e adesso raccolgono dovizia di messe. La televisione ha costruito il sentire comune. Ha ricostruito la scala di valori. Svanita la scuola, impegnata in affari la Chiesa, sputtanati i partiti, la formazione è stata quella del tubo catodico, ora per ora, casa per casa. Non c’è stato bisogno di uscire da casa, il guano è arrivato preciso e puntuale, guano per tutti. La vera democrazia.

Noi panda restiamo appollaiati sul ramo con i nostri germogli di bambù, di Darwin preferiamo ancora quel libriccino scritto tanti anni fa. Siamo vecchi, obsoleti, geneticamente inadatti.


Banalitàultima modifica: 2010-04-10T18:34:00+02:00da pelikan-55
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