Xenofobia l’anomalia italiana (Paolo Soldini)

jobbik_wideweb__470x3580.jpgIl 16 percento ottenuto dai sedicenti liberali della Fpö nelle elezioni presidenziali austriache conferma che in quasi tutti i paesi del continente esiste ormai uno zoccolo duro di consensi, tra il 7-8% e il 20%, per partiti che, in modo diverso, si richiamano a valori e princìpi dell’estrema destra. Alcuni esprimono una “protesta contro la storia”: sono i movimenti che rivalutano i vari fascismi europei e il nazismo, come i Republikaner tedeschi, l’estrema destra russa, magiara o baltica. Per altri, il motivo fondante non è l’occhio al passato. Il Front national di Le Pen, il partito popolare dello svizzero Blocher, gli olandesi di Wilders, il belga Vlaams Blok, il partito del popolo danese di Pia Kjaersgaard ritengono di cogliere ed esprimere al meglio lo Zeitgeist: la paura degli “invasori” stranieri e della globalizzazione, il rifiuto di ogni idea di cessione di sovranità e l’ostilità contro la Ue, un evidente egoismo sociale, apertamente ammesso, sia su base statuale che regionale. Ciò che accomuna tutti i partiti di destra, del primo e del secondo tipo, sono da un lato il razzismo, la xenofobia e un forte conservatorismo in materia di valori morali privati, dall’altro lato il populismo costruito intorno a figure carismatiche. Tutti interpretano un mito comunitario, che può esprimersi nel nazionalismo classico o in un regionalismo che costituirebbe la trama “moderna” dell’”Europa dei popoli”. La retorica regionalista spinge a prospettare ipotesi di rottura della comunità nazionale per le aree “ricche e represse, incomprese e tartassate dal centro”. Come si colloca in questo contesto europeo la Lega nord? Il nocciolo della politica leghista pare fortemente collegato al patrimonio consolidato dell’estrema destra continentale. Xenofobia e razzismo, ostilità verso la Ue, (in)cultura localista, perenne rivendicazione di risorse e “diritti” sequestrati dallo stato centrale. Il fatto che un movimento intimamente eversivo abbia acquisito una sua rispettabilità e oggi partecipi al governo del paese è una delle straordinarie anomalie italiane. Ci sono paesi europei nei quali quel che dicono e ciò che fanno in tema di razzismo e xenofobia ministri leghisti verrebbero considerati se non reati quanto meno farneticazioni da stigmatizzare nella politica e nei media. Qui li consideriamo intemperanze folkloristiche, fossili di un estremismo superato. Le analogie con l’estrema destra europea sono invece costitutive per la Lega. Il secessionismo non è stato abbandonato: è stato costretto nei panni di un federalismo che il sistema politico accetta come una prospettiva sensata pur non avendo in Italia alcuna tradizione, né alcuna storica spinta reale ed essendo immerso, oggi, in una fitta nebbia sul che sarà, come sarà, perché. L’egoismo “comunitario” non è diverso da quello che si manifesta altrove e la spia di questa identità della Lega sono la xenofobia e il razzismo. È il piano sul quale nessun processo di addomesticamento moderato appare credibilmente in atto.

http://www.unita.it/news/paolo_soldini/97956/xenofobia_lanomalia_italiana

foto: militanti del movimento fascista ungherese Jobbik.

Xenofobia l’anomalia italiana (Paolo Soldini)ultima modifica: 2010-04-28T19:33:00+02:00da pelikan-55
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2 pensieri su “Xenofobia l’anomalia italiana (Paolo Soldini)

  1. Credo invece di aver capito proprio la reale essenza della Lega, un movimento razzista, populista e qualunquista. La sua capacità di attrazione è motivata proprio da questi elementi, dalla sua capacità di creare “miti” (la ridicola Padania). Non è fascista tutto ciò? Le etichette contano poco quel che vale è tener e alto il livello di guardia contro un fenomeno così pericoloso.

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