Riflessive riflessioni

Sono stato lontano da Fortezza Bastiani qualche giorno. Diceva il poeta:

“Se son d’umore nero allora scrivo, frugando dentro alle nostre miserie, di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo.”

Così ho fatto, riflettendo sull’oggi e il domani, su me, la vita e la morte, l’essere e il nulla. Eccetera. Cose che ai miei 25 lettori fregano poco e nulla (e hanno ragione). Ma del resto ci sono  “di quei giorni che ti prende la malinconia e fino a sera non ti lascia piùe il contesto, il famoso contesto, così caro a noi storici certo non aiuta a riprendere un tono minimamente umano, se non proprio ottimista.

Siamo con le pezze ai fondelli, arriva la stangata. Pagano i poveretti, si taglia la cultura, la scuola. Chi è dentro è dentro chi è fuori è fuori a destra come a sinistra. Un vescovo si fa fare una statua già da vivo, gli italiani paiono continuare ad apprezzare la banda di furfanti che ci amministra, il prossimo 2 agosto il governo non sarà a Bologna così non si farà fischiare. 40.000 giovani hanno lasciato l’Italia (mia figlia fra questi) perchè qui non c’è speranza, si parla di abolire dieci inutili province, anziche tutte le province e c’è chi minaccia la guerra. Il figlio di Briatore, di pochi mesi, è depresso perchè non può stare più sull’avito yacht da 60 metri (anzichè esserlo perchè ha capito di chi è figlio). Nelle nostre contrade il buon fabiodakasina si lamenta perchè i rossi lo perseguitano, il direttore generale del Comune (130.000 euro all’anno) dice che lui saprebbe come fare ma..non lo lasciano lavorare. Il nostro sindaco si candida al Nobel per l’economia rivelando che a Reggio un euro investito in cultura (sarebbe fotografiaeuropea) ne rende sette (7)! Roba che Friedman e la London School of economics gli fa una pippa…

Come si diceva? Grande è la confusione sotto il cielo…quindi nulla va bene.

Come se ne esce? Chiederebbe il mio amico Amos. Facile, non se ne esce. Un consiglio di lettura: S.Auslander, A Dio spiacendo, Guanda 2010.

Dal racconto La guerra dei Bernstein in esso contenuto:

Ecco le cose che Bernstein aveva messo nella malandata valigia marrone che teneva sotto il letto nella speranza che il Messia arrivasse in piena notte: due paia di calzini neri,, un paio di calzoni neri, una camicia bianca, un Libro dei Salmi, qualche regulach, i suoi pasticcini alla marmellata preferiti, tre yarmulks, un set di riserva di filatteri, due scialli da preghiera (uno per tutti i giorni, uno per il sabato) e un costume da bagno, perchè non si sa mai.

…Bernstein viveva ogni momento di questa vita nella fiduciosa preparazione della successiva. Quarantacinque anno di studio della Torah lo avevano convinto non solo della sordidezza di questo mondo, ma anche della perfezione e della beatitudine del Mondo a venire. Invecchiando, mentre quel mondo si avvicinava implacabilmente, Bernestein si faceva sempre più attento. Proprio il mese prima aveva festeggiato il suo cinquantesimo compleano. “Sei a metà dalla morte!” diceva lo scherzoso biglietto d’auguri che gli aveva lasciato la signora Bernstein. Anche la signora Bernstein teneva una valigia sotto il letto, ma non l’aveva preparata per il Messia. Bernstein decise che, con la metà della vita già trascorsa, non gli restava molto tempo per accumulare punti. D’ora in poi, ogni azione intrapresa e ogni atto considerato sarebbero stati sottoposti a una profonda analisi costi-benefici di premi e punizioni…”

Riflessive riflessioniultima modifica: 2010-05-27T22:09:00+02:00da pelikan-55
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Un pensiero su “Riflessive riflessioni

  1. Guarda che il filippide casinensis ha avuto un’ideona, giusto per risparmiare in questi tempi di crisi: un nuovo assessorato in Regione, l’assessorato alla montagna.

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