La libertà dei servi. Il mestiere dei cittadini

 

copj13.asp.jpegGli italiani hanno dimostrato nei secoli una spiccata capacità di inventare sistemi politici e sociali senza precedenti. Anche la trasformazione di una repubblica in una grande corte è un esperimento mai tentato e mai riuscito prima. Rispetto alle corti dei secoli passati, quella che ha messo radici in Italia coinvolge non più poche centinaia, ma milioni di persone e le conseguenze sono le medesime: servilismo, adulazione, identificazione con il signore, preoccupazione ossessiva per le apparenze, arroganza, buffoni e cortigiane. Poiché il sistema di corte ha plasmato il costume diffondendo quasi ovunque la mentalità servile, il rimedio dovrà essere di necessità coerente alla natura del male, vale a dire riscoprire, o imparare, il mestiere di cittadini. Per quanto sia ardua, è la sola via. Il primo passo è capire il valore e la bellezza dei doveri civili.


Alla difficile definizione di libertà e alla sua storia, Viroli riferisce la sua lettura della società italiana contemporanea, fatta di “gente” affascinata e asservita dallo spettacolo della televisione in cui ammira e invidia la fama, gli onori e i denari dei personaggi pubblici che non lesinano le loro presenze autocelebrative. Se la libertà del cittadino consiste nel non essere sottoposti al potere arbitrario o enorme di un uomo o di alcuni uomini, Viroli conclude, quella degli italiani è solo la libertà dei servi, quella che consiste nel non essere ostacolati nel perseguimento dei propri fini. Come riscoprire o imparare il mestiere di cittadini? Fahreneit ne parla con Maurizio Viroli, docente di Teoria politica ll’Università di Princeton.

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La libertà dei servi. Il mestiere dei cittadiniultima modifica: 2010-06-25T16:50:00+02:00da pelikan-55
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