Mi chiedo…

Chi mi conosce sa che il calcio per me è un elemento chimico, al massimo ogni quattro anni, spinto da patrio afflato, mi trovo a guardare in compagnia (con la scusa dei mondiali si mangia e si beve) qualche partita, considerato come solo la compagnia e il buon cibo/vino riescano a tenermi desto di fronte a quello che considero uno degli sport più noiosi del mondo (superato solo da baseball e cricket).

Però. Leggo del nuovo ennesimo scandalo calcistico che, stavolta mi sembra aver superato per creatività ogni altro precedente. Alcuni “sportivi” somministravano calmanti, sonniferi, etc. ai compagni di squadra per falsare le partite. E tutto ovviamente per pecunia, sghei, talleri, euri. Autolesionismo sportivo farmacologico. Bello. Anche nelle mascalzonate un po’ di fantasia non guasta.

farmacista.jpgE mi chiedo. Ma qualcuno sta indagando nel PD se qualche dirigente non abbia frequentazioni troppo assidue con farmacisti, alchimisti e similia? Il che ci farebbe capire l’origine, nel tempo, della massa di boiate, fesserie, suicidi reali/tentati dalla classe dirigente del maggior partito della sinistra. L’uso di allucinogeni, antidepressivi, euforizzanti, peyote, stramonio, spiegherebbe (quasi) tutto.

E mi chiedo: non è che il nostro Aureliano Buendia di Gallipoli, di nascosto, giochi al piccolo farmacista?

Germania, 17 ergastolani nazisti vivono liberi
. Tra loro ex criminali di guerra ultraottantenni

nazi02.jpgSono stati condannati con sentenze definitive al carcere a vita, ma vivono tranquillamente nelle loro case. Per i mandati di arresto europeo, emessi dalla magistratura militare, la Germania ha sempre rifiutato la consegna

ROMA – Sono stati condannati definitivamente al carcere a vita, ma sono liberi. Diciassette ex criminali di guerra nazisti, vivono tranquillamente nelle loro case in Germania perché i mandati di arresto europeo nei loro confronti sono stati respinti al mittente (solo in due casi gli ordini di cattura non sono stati ancora emessi), così come non hanno avuto esito le successive richieste di far scontare le pene nel loro Paese. Tra questi ex criminali di guerra, tutti ultraottantenni e alcuni quasi centenari, vi sono i responsabili di alcuni dei peggiori eccidi compiuti nel corso della seconda guerra mondiale.
Il dato è stato confermato all’Ansa dal capo della procura militare di Roma, Marco De Paolis, l’ufficio giudiziario attualmente competente per la maggioranza di questi procedimenti. Processi che lo stesso magistrato ha in buona parte istruito a partire da metà degli anni ’90, dopo la scoperta del cosiddetto armadio della vergogna” (dove furono occultati centinaia di fascicoli di indagine), quando era procuratore militare della Spezia.
In particolare, sono otto i condannati all’ergastolo dalla Cassazione per la strage di Sant’Anna di Stazzema (560 vittime) che sono ancora in vita e non scontano la pena; tre quelli per Marzabotto (770); uno per gli eccidi di Civitella Val di Chiana, Cornia e San Pancrazio (244); uno per Branzolino e San Tomè (10), uno per la Certosa di Farneta (oltre 60 morti) e uno per Falzano di Cortona (16 i civili trucidati). Solo un secondo condannato all’ergastolo per quest’ultima strage, Josef Scheungraber, di 93 anni, è finito in prigione, ma soltanto perché è stato condannato anche in Germania per quell’eccidio.
Per tutti i condannati definitivi la magistratura militare ha emesso nel tempo i relativi mandati di arresto europeo, ma la Germania ha sempre rifiutato la consegna. I giudici hanno quindi inoltrato al ministero della Giustizia la richiesta di esecuzione della pena in Germania, ma a tutt’oggi non hanno ricevuto alcuna risposta: non si sa nemmeno se sia il governo tedesco che deve ancora pronunciarsi, oppure se è quello italiano che non ha mai inoltrato l’istanza alla Germania.
Solo per due dei condannati dalla Cassazione al carcere a vita – ritenuti responsabili delle stragi compiute nell’agosto ’44 nel comune toscano di Fivizzano, dove furono trucidate complessivamente 346 persone, in maggioranza donne e bambini – il pubblico ministero non ha ancora spiccato il mandato di cattura europeo in attesa che diventi irrevocabile la condanna anche per altri due coimputati. Ma è difficile che la Germania adotti una decisione diversa dalle precedenti.
In Italia ancora 30 inchieste ancora aperte. Sono una trentina le inchieste su eccidi compiuti in Italia da militari tedeschi nel corso della seconda guerra mondiale su cui ancora indaga la magistratura militare: in particolare, una dozzina di fascicoli sono aperti presso la procura militare di Roma e circa 15 procedimenti sono nella fase delle indagini preliminari a Verona. I processi nei confronti di criminali di guerra nazisti celebrati in Italia furono solo una decina, dal dopoguerra fino al 1994, anno in cui venne rinvenuto il famoso ”armadio della vergogna” dove erano stati occultatati 695 fascicoli di crimini nazifascisti mai perseguiti. Le inchieste su questi episodi vennero dunque avviate solo nel 1995 ma, soprattutto a causa dei molti anni trascorsi – con la morte degli indagati e dei testimoni e la conseguente difficoltà di condurre le indagini – in gran parte si sono concluse in un nulla di fatto. Tuttavia, una ventina di processi si sono celebrati e molti hanno portato a condanne all’ergastolo, anche se solo tre imputati sono finiti in prigione all’esito di questi procedimenti: Erich Priebke (l’unico ancora in vita, oggi ai domiciliari nella casa del suo avvocato) Karl Hass (deceduto nel 2004 nella casa di riposo di Castelgandolfo dove era agli arresti) e Michael ‘Misha’ Seifert (detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e morto a novembre). I processi attualmente in corso nei vari gradi di giudizio sono invece tre.
(La Repubblica, 29 maggio 2011)

Per vedere nella sua casetta in Germania uno di questi assassini:

http://multimedia.lastampa.it/multimedia/nel-mondo/lstp/51328/

Non è tutto uguale (Massimo Gramellini)

«Ha vinto il Sistema. Quello che ti fa scendere in piazza perché hai vinto tu, ma alla fine vince sempre lui… Il Sistema ha liquidato Berlusconi e deve presentare nuove facce per non essere travolto». L’ultimo monologo di Grillo, «L’Italia di Pisapippa», non rappresenta una novità. La novità è la reazione dei seguaci, che stavolta si sono ribellati al verbo qualunquista: per i suoi toni gratuitamente volgari («e se cominciassimo a chiamarti Beppe Grullo?», gli ha scritto uno), ma soprattutto perché «Pisapippa» lo hanno votato e tifato anche loro.

Mi rifiuto di credere che Grillo parli male del nuovo sindaco di Milano per invidia da soubrette. Ma mi chiedo e gli chiedo che senso abbia mettere sempre tutti sullo stesso piano, Bush e Obama, Borghezio e Vendola, Berlusconi e i critici di Berlusconi. Come se chiunque entri nel teatrone della politica senza il suo «placet» faccia automaticamente parte dell’Impero delle Multinazionali che affamano i popoli per ingrassare gli squali della finanza. Grillo riconoscerà che i suoi argomenti sono gli stessi che portarono i terroristi rossi a sparare, e a sparare proprio contro quei riformisti che il Sistema cercavano di cambiarlo nell’unico modo possibile: un po’ alla volta, dall’interno. Gli suggerisco di andarsi a leggere il più commovente discorso politico di tutti i tempi (almeno per me). Quello in cui Cavour sostiene che le comunità umane sopravvivono se sanno autoriformarsi di continuo nella libertà, rimanendo insensibili alla seduzione esercitata da due scorciatoie ingannevoli: conservazione e rivoluzione.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1003&ID_sezione=56&sezione=