Moda/e. Chiacchiere futili…

1316767326494_scrpaweb.jpgPremetto che non ho nulla contro la moda e il made in Italy, se tutto serve a portare euro a casa. Un po’ come con la vecchia Matilde di Canossa, se serve a far arrivare qualche pullman, a vendere qualche bottiglia di rosso o a far passare un pomeriggio diverso a un geometra di Ciano che si eccita a vestirsi da armigero.

Business is business. Però. Però non prendeteci per i fondelli, siamo poveracci non pirla, il mutuo ci da gli incubi tutte le notti ma non abbiamo mai sognato di diventare stilisti, abbiamo fatto tante boiate ma questa no. Non ce la facciamo, ci scapperebbe da ridere dopo cinque minuti, qualche frottola-senza cattiveria-l’abbiamo detta, ma contar balle a raffica, costruirci sopra una weltanshauung no, questo non è a nostra portata.

Disegnare abiti rende? Bene. Qualcuno dirà anche che è arte? Meglio ancora, sempre meglio un bel tailleur che il cavallo di Cattelan appeso in salotto, ma conserviamo il senso del ridicolo, si tratta di business, di far lavorare gente, facciamo finta ma ricordiamoci che lo stiamo facendo a fin di bene. Che stiamo scherzando. Un po’ come le fabbriche di armi, fanno male, ma danno da mangiare a tanta gente. Restiamo svegli, consideriamo gli outlet come luoghi di pubblica demenza, segno della barbarie contemporanea. I clienti, gente che passa una domenica a comprare anziché a passeggiare in un bosco, ascoltare musica, fare all’amore, pazienti da curare, con pazienza e comprensione (e qualche scappellotto, nei casi più ostinati).

Restiamo svegli, li conosciamo, sappiamo il meccanismo, conosciamo il gioco.

 

Ci illumina lo “stilista” Gabriele Colangelo: “Ho rivisitato la maglia in rete metallica di Versace, oggi però è tutto più facile perché posso avvalermi di tessuti più tecnici, più leggeri, più malleabili. Ho lavorato sui dettagli, un tempo si usavano delle fibbie d’argento costellate di Swarovski, ecco io ho pensato di epurare, resta la fibbia, spariscono i brillantini. La semplicità è la tendenza del momento, in questo senso si ritorna al minimalismo.”

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/intervista-a-gabriele-colangelo/2161984

 

Finalmente. “Nelle notti insonni vegliate al lume del rancore” ci chiedevamo proprio che sarebbe stato della maglia in rete metallica di Versace (quello che ad Armani disse “tu vesti le signore, io vesto le puttane”) ora abbiamo la risposta. Semplice e facile. Basta “epurare”, far sparire i “brillantini”. Ahhh! Era ora che qualcuno avesse il coraggio.

Chissà come avranno gioito le operaie di Barletta a 3,99 euro l’ora, magari anche loro impegnate a cucire maglie che il bravo imprenditore vendeva alla “Maison” a 2 euro l’una, per ritrovarcele in passerella a 350 euro e, poi, negli outlet per gonzi a 120 euro (“Cicci, sapessi che colpo! Ho preso una maglietta di Merdace a 120 euro, costava 350, un vero affare!!).

Sappiamo tutto, non prendeteci per i fondelli con il leopardato, lo strass, l’effetto pittura e il minimalismo. Noi compriamo all’OVS o nei negozi dell’usato dove i gonzi vanno a rivendere le magliette-affare comprate all’outlet.

Business is business. Con la crisi che c’è, figurarsi, ogni santo aiuta, ma non abbiamo mai sognato di diventare uno stilista e se ne incontrassimo uno manco lo saluteremmo.

Come diceva quel vecchio saggio: Al fum all’elta, l’acqua a la basa”.

Moda/e. Chiacchiere futili…ultima modifica: 2011-10-06T15:39:00+02:00da pelikan-55
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