Musei in Europa. Il ‘900 a Reggio: chi l’ha visto?

Fino a un paio d’anni fa era la Germania a stupirmi ogni volta, bastava tornarci un anno dopo l’altro ed ecco nuovi luoghi di memoria, musei, centri di documentazione. Tornavi a Reggio e tutto era l’avevi lasciato 3, 5, 10 anni prima. Ora anche la Polonia sta seguendo la stessa strada, nel giro di cinque anni ecco due nuovi musei a Cracovia (ma mi dicono che anche Danziva, Varsavia e altre città siano sulla stessa linea).

Poi torno a Reggio e mi avvilisco. Ma torniamo a Cracovia e a come si può lavorare sulla memoria.

Chair_Square.jpgGià da qualche anno è stata inaugurata una installazione nella piazza del Ghetto di Podgorze, quella piazza che in “Schindler’s list” ospitava le fila degli ebrei costretti a registrarsi presso lo Judenrat e dove avvenivano le selezioni per Auschwitz. 68.000 erano gli ebrei di Cracovia nel 1939. Scomparsi, pochissimi i salvati nella marea dei sommersi. In quella piazza 68 grandi sedie metalliche a ricordare quegli scomparsi. Semplice, efficace. Luogo di memoria salvato e parlante.

Nel quartiere ebraico di Kazimierz è attivo da pochi anni il Galician Jewish Museum (vi faccio grazie del nome in polacco) per ricordare la scomparsa presenza ebraica in quella regione. Ricavato dentro una preesistente struttura industriale (http://www.en.galiciajewishmuseum.org/).

GJM.jpgOspita mostre temporanee, come quella di questo periodo sull’emigrazione in Palestina di ebrei polacchi negli anni venti oltre che la mostra permanente sulle tracce degli ebrei in Galizia. Una struttura già industriale recuperata nel centro storico della città. Nel 2011 il Museo ha avuto oltre 30.000 visitatori paganti.

Per restare al recupero di strutture industriali veniamo al Museo Storico di Cracovia nella sua sezione collocata nella recuperata “Fabryka Emalia Oskara Schindlera”, sì, proprio la fabbrica di Oskar Schindler. La prima volta riuscii a sbirciare, allungando 5 euro al custode, perchè mi facesse entrare dal vecchio cancello. Era il 2005.

_MG_8654.jpgLa fabbrica aveva funzionato fino a un paio di anni prima ma ormai era tutto in abbandono. Nel giugno 2010 è stata inaugurata, non solo la parte dedicata alla vita a Cracovia nel periodo dell’occupazione nazista (1939-1945), ospitata nella parte degli uffici ma anche una nuova galleria di Arte Contemporanea che occupa parte degli spazi industriali. Il Museo fa parte dei Musei di Cracovia, qui è allestita una mostra multimediale permanente di grande impatto e coinvolgimento che fa ripercorrere con immagini, suoni, sensazioni tattili e olfattive la vita (e la morte) del periodo bellico. http://mhk.pl/oddzialy/fabryka_schindlera

Ho detto che torno a Reggio e mi avvilisco. Mi avvilisco perchè mi devo confrontare con una realtà drammaticamente diversa dove, da parte della nostra Amministrazione Comunale, (di una città Medaglia d’oro al v.m. per la sua partecipazione alla Resistenza) non c’è nessuna sensibilità sui temi legati alla memoria. Non solo nella promozione di attività rivolte ai giovani (il Comune NON ha partecipato nè sostenuto in alcun modo il Viaggio della Memoria 2012) ma anche nella progettazione di luoghi di memoria. In questi anni sono stati distrutti segni importanti del nostro passato e non esiste alcuna progettualità futura. Da anni Istoreco propone il progetto “La memoria della città” senza nessun riscontro. A Reggio il ‘900 sembra non essere esistito. Non esiste un luogo, un Museo, una stanza, dove le migliaia di ospiti che visitano la nostra città interessati alla nostra vicenda storica possano trovare notizie, informazioni, suggestioni. Nulla. E nulla sarà anche nel futuro più o meno prosssimo. Luoghi come l’ex Carcere di S.Tommaso o il Poligono di tiro sono destinati a un lento declino, sempre preferibile del resto a una loro “valorizzazione” urbanistica.

Le “Reggiane” sono divenute una ghost factory, si discute, si tratta, ma non esiste nessuna idea su come inserire in quel luogo storico uno spazio dedicato alla storia della città dl ‘900. Non è una priorità. Del resto cosa è stata Reggio nel ‘900? Robetta: Prampolini, la cooperazione, Dossetti, Jotti, Ruini, i migliori aerei del mondo, la Resistenza, la meccanica, l’agroalimentare, il 7 luglio, fino a Prodi e Ruini (il card.). Robetta. Che bisogno c’è di ricordare questa roba vecchia e polverosa? Noi siamo nuovi e moderni, noi siamo “avanti”…

In compenso finalmente si discute sul nuovo mirabolante Museo. Ho già abbozzato qualche opinione. In questo momento voglio sottolineare solo un particolare: si dovesse anche realizzare il fantaprogetto di Rota (e Dio non voglia), comunque i reggiani avrebbero speso alcuni milioni di euro per avere sì umanoidi pecorini e gambe nuotanti, funghi luccicanti e tappeti ricamati, ma non avranno comunque nulla sulla nostra storia e memoria del secolo scorso. Nulla. Il ‘900 ancora come grande assente.

Ecco perchè mi avvilisco, nel constatare la sordità di una classe dirigente che, fino a prova contraria, tutti noi abbiamo eletto e che, mi rendo conto con tristezza, ci rappresenta ogni giorno un po’ di meno.

 

Musei in Europa. Il ‘900 a Reggio: chi l’ha visto?ultima modifica: 2012-03-05T19:44:00+01:00da pelikan-55
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