Mi piacerebbe…

Mi ero appisolato nel meriggiare stanco e assorto. Nel dolce dormiveglia mi venivano in mente cose che mi piacerebbe fossero vere, o almeno possibili. Ho aperto un occhio, ho guardato il cielo, attraversato da una nuvola che sembrava un braccio alto levato. Mi sono riappisolato.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove chi non paga le tasse viene considerato un ladro e non un furbo.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove il termine “merito” valga per tutti, dove, davvero, anche il figlio di un immigrato possa diventare Presidente di qualcosa (se del Consiglio tanto meglio).

Mi piacerebbe vivere in un paese che si accorgesse che la cultura è decisiva  per il suo futuro e che potremmo vivere quasi di rendita mettendo a frutto il nostro patrimonio storico e artistico.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove un cattolico possa essere libero cittadino in libero stato, senza dover temere ogni giorno le reprimende di qualche represso pastore dismesso.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove arrangiarsi, fregare, farsi furbo, confondere privato e pubblico siano cose inconciliabili con la morale pubblica (e privata che è la stessa cosa).

Mi piacerebbe vivere in un paese dove ci fosse una morale.

Mi piacerebbe vivere in un paese di cui non devo vergognarmi ogni volta che vado all’estero.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove i vescovi non debbano nominare membri in consigli di amministrazione di fondazioni bancarie o simili.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove i dirigenti debbano rispondere concretamente del loro operato e del loro stipendio.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove non possa esistere un gioco d’azzardo che promette ai cittadini 130 milioni di euro di vincita.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove prevalga l’etica della responsabilità.

Intanto continuo il mio pisolino, lasciando ai sogni il loro spazio (economico e politico) secondo il principio che “i sogni son desideri..di felicità”.

OK, Giuliano…

Vorrei ringraziare un amico, non perchè amico ma perchè ha detto una cosa giusta. Giuliano Maioli, assessore uscente a Castelnovo Monti. Una bella persona, tanto per capirci. Ha chiarito la sua posizione contro le norme anti-accattonaggio. Mi sono sentito molto triste quando ho letto che Sindaci del PD, che abbiamo appena eletto, hanno preso questa decisione. Triste e squallida. Facile prendersela con i poveracci, si fa bella figura con poco. “Ti piace vincere facile, eh?” dice quella pubblicità. Perchè? Per inseguire i vecchi compagni divenuti leghisti? Ma che vadano a Pontida! Per far vedere che anche noi, etc….? Dio, che tristezza! Tuteliamo il decoro? A me, personalmente, il decoro frega quanto una cippa. E volendo parlare di decoro mi fa molto più senso un SUV parcheggiato in seconda fila che un poveretto che ti chiede un euro. Forse perchè è più probabile che il futuro mi riservi la seconda opzione, piuttosto che la prima. O forse perchè credo che facciano più danni le brave personcine (evasori, commercialisti, professionisti, etc..) che qualche poveretto, sia pure-come ci dicono-schiavo del racket. Perchè così si vince il racket? Semplicemente si sposta un po’ più in là. Ma intanto il signor sindaco del PD ha fatto bella figura, ha recuperato qualche voto dai bigotti e dagli abitanti terrorizzati e così si tira avanti. Senza un’idea, magari riciclando i vecchi “compagni” socialisti degli anni ’80 e strizzando l’occhio agli industriali “democratici”. Tanto, a sinistra, c’è ancora chi conta i peli alle pulci per decidere che-non essendo abbastanza a sinistra- non va a votare e chi aspetta la prossima rivoluzione ( e intanto si becca Calderoli e Gasparri, gnam!).

Comunque sia, grazie Giuliano, hai un caffè pagato dove vuoi, quando vuoi!

Presidi e presidi

A Vicenza maggioranza ed opposizione hanno votato un ordine del giorno perchè si dia la preferenza a presidi veneti rispetto a quelli provenienti dal sud.

“Quando il dito indica la luna, lo stolto guarda il dito”, diceva più o meno l’adagio. Il problema esiste ed è retorica radical-chic insorgere per dire che è razzismo etc. Tutti noi abbiamo esperienza di funzionari, docenti provenienti dal sud con una preparazione insufficiente (diciamo così). Vero. Non riapriamo la questione meridionale, ma rilanciamo il problema della selezione in base al merito. E qui la geografia cade penosamente.

Mia figlia è appena uscita, con la maturità, da un istituto superiore di alto livello (una volta) della città. Nonostante le aspettative e il prestigio dell’Istituto, l’offerta formativa che ha ricevuto è stata mediocre, insegnanti inadeguati, superficiali, di scarse risorse ed aperture. Coinvolti e travolti da un turnover incomprensibile e dannoso. Tutti nati al di sopra degli Appennini. La maggior parte fra Enza e Secchia. Dirigenti scolastici assenti, preoccupati solo di pararsi il deretano, incuranti del messaggio dis-educativo che è giunto spesso agli studenti dalle stesse istituzioni che essi rappresentavano.

La geografia serve per viaggiare, per colorare le cartine e per capire dove si è. Quello che conta, come sempre è il materiale umano, che sia di Barco o di Agrigento, e la selezione va fatta sulla qualità. Accettare gli standard europei di valutazione e procedere nella selezione. Chi è capace rimanga, chi non lo è (e un paio di insegnanti di mia figlia non lo erano) cambi mestiere, non continui a far danni al patrimonio più importante: i ragazzi che altro non sono che il futuro di un paese civile (si fa per dire, parlando della povera Italia).

Sport?

Per una volta parliamo di sport (si fa per dire). Hanno beccato il ciclista Danilo di Luca positivo all’EPO di III generazione. Ohh! Stupore. Indignazione! Il solito inclito cenacolo che ci ammanisce discorsetti sullo sport e la correttezza.

Ipocrisia e basta. Se l’ipocrisia fosse una disciplina olimpica il podio, tutto, sarebbe nostro. Siamo specialisti, professionisti insuperabili. In politica come in economia, nella religione come nello sport.

Per stare al turbo-De Luca. Io vivo sulla bici, faccio oltre 1700 km all’anno. Bici da pensionato, certo, in città o in campagna. Ma riesco a capire cosa vuole dire fare il 15, 20, 30 all’ora. Il problema è il “tornante di Savognatica”. Stradina di montagna sotto al castello di Carpineti, tanto duro da metterci la prima in auto. Quando il Giro d’Italia è passato di lì li ho visti gli “sportivi”, i “puri”. Avevano già fatto 130 km., ma arrivati nel tornante sono scattati! In piedi sui pedali sono scattati! In mezzo al tornante! Roba che farlo noi il femore si rompeva come un grissino! Alla fine della tappa la media era quasi dei 40 all’ora! E avevano fatto quel tornante e altri cinquanta di quella roba lì. Atleti allenati, dicono. Ehhhh! Fatti come cammelli, piuttosto.

E allora, modesta proposta: gli atleti (ciclismo o canoa non me ne frega una cippa) professionisti, in quanto maggiorenni, siano liberi e svincolati da ogni controllo. Si vogliono fare di coca-epo-vov-idraulicoliquido? Facciano. E’ una loro libera scelta. Grazie. Così ci si libera dall’ipocrisia di stracciarci le vesti dopo, quando già prima sappiamo che nessuno è pulito. E poi almeno avremo ordini di arrivo definitivi subito e libereremo i laboratori di analisi che potranno occuparsi della salute vera dei cittadini “normali”(davvero)

Accanimento terapeutico

Giorno dopo giorno emerge sempre più chiaramento il livello del disfacimento morale ed etico del nostro paese. Un disfacimento che ha radici lontane e che non può essere accreditato solo al CavalierBanana e banda annessa ma che si rivela quotidianamente nel silenzio generalizzato, nell’acquiescenza davanti a quello che ogni giorno ci passa davanti agli occhi. Alle azioni di un governo che in un paese civile non durerebbe 24 ore, sempre che fosse mai stato possibile leggerlo. Ai comportamenti quotidiani fatti di arroganza, violenza e ignoranza. Ai valori offesi e vilipesi. Agli istinti peggiori degli individui elevati a modelli di comportamento collettivo.

Noi bravi italici, abitatori della penisola, digeriamo tutto, siamo divoratori onnivori di pattume, insetti stercorari che si cibano di escrementi, senza nessun sussulto di moralità, di sdegno. Forti coi deboli e deboli coi forti, Alberto Sordi come icona della nostra codarda tracotanza. Senza più neppure chiese (bianche o rosse) a frenare l’istinto animalesco, ad educare, a moderare.

Ascoltate cinque minuti (perchè oltre non lo consiglio neppure al peggior nemico) Radio Padania per credere. Conoscerete una Italia violenta, razzista, ignorante, gretta. Italia del nord, soldi e fabbrichette, fiumi di coca e commercialisti. Una Italia in bilico fra il nazionalsocialismo e il populismo peronista. Rileggetevi il discorso del Cavaliere all’apertura del Congresso del Pollo delle Libertà (loro). Una Italia inesistente, una fiction di invenzioni e frottole diventate LA verità sugli ultimi 40 anni di storia del nostro paese.

Ogni giorno tutto questo nel silenzio generale. Allora faccio la mia modesta proposta: abbreviamo questo quotidiano accanimento terapeutico al capezzale dell’etica, della morale, del rispetto delle leggi, dell’intelligenza e del buon gusto. Niente referendum istituzionale (la Costituzione lo vieta) ma un bel plebiscito (tanto i sondaggi danno il Pollo delle Libertà(loro) già al 50%): Acclamiamo Silvio RE, salvatore e fondatore dell’Impero. Agli italiani piace, come è piaciuto un altro cavaliere per 20 anni. Poi si svegliarono e dal sogno si trovarono nell’incubo, ma che dire? Non si può avere tutto nella vita…


Protezione civile

E poi la realtà riprende il sopravvento: attraverso la tragedia dell’Aquila ci rendiamo conto dell’arretratezza di un paese che vuole costruire i ponti sugli stretti e poi vede crollare palazzi di fintocemento armato. Un paese che fa l’alta velocità a favore dell’alta voracità di pochi noti e lascia le ferrovie, quelle vere, quelle di tutti i giorni, in condizioni penose.

Facciamo finta di essere fra i grandi della terra, ma più che alla Svezia assomigliamo al Montenegro (non l’amaro, il paese delle aquile). All’Aquila il terremoto stavolta aveva fatto l’educato, da dicembre andava avanti ad avvertire, pochi giorni fa un tecnico aveva preavvisato dell’evento. Magari anche 1 sola persona si poteva salvare. Per fortuna tanti studenti avevano anticipato le vacanze proprio per la paura del sisma in arrivo. Ma lo sappiamo: le Cassandre hanno sempre ragione ma finiscono male, stavolta con un avviso di garanzia per “procurato allarme”. Ci dicono che non è tempo per le polemiche e va bene, diciamo grazie alla Protezione civile che si sta dannando per salvare il salvabile. Ma “protezione civile” non sarebbe anche prevenire, costruire bene prima, non speculare? Tanto più in una zona già devastata in passato da altri sismi. In compenso siamo alla vigilia di un’altra ondata di mattoni, costruiti come capita, basta guadagnare. Fino alla prossima scossa.

Parliamo di sesso?

Chiedereste a un vegetariano la ricetta dell’arrosto? O a un astemio che vino accoppiare al brasato? Eppure dobbiamo sentirci ordinare da anziani, maschi, casti come comportarci nel talamo, nuziale o no. Bizzarro.

Tanti anni fa, in confessionale un sacerdote volle informarsi sulle mie abitudini sessuali. Sta ancora aspettando la mia risposta. Se ne sarà fatto una ragione, spero, e non sarà ancora là ad aspettarmi. Capisco che per un astemio il problema dell’alcoolismo sia uno dei peggiori al mondo ma tutti sappiamo che al mondo c’è di peggio. Da anni, all’interno della Chiesa (intesa nel giusto senso dell’unione dei fedeli in Cristo) c’è quello che i teologi hanno chiamato “lo scisma silenzioso”: moltissimi cattolici praticanti non seguono le regole prescritte. La mia esperienza di coppia mi dice che solo un’infima minoranza segue le norme. Gli altri vivono felicemente la propria vita matrimoniale. Senza alcun rimorso che sia uno. Tutti peccatori e dannati? La verità vi renderà liberi. Già ma qual’è la verità? Quella sessuofobica, maniacale, castrante, che di fronte ai problemi del mondo vede solo e soltanto “quello”? E’ lecito avere dei dubbi?

Fino a fare della legge, senza amore e senza pietà, la regola. Contro l’aids? Astinenza! Io non dormirei la notte pensando ai milioni di persone che condanno a morte con una simile proposta. Ma, forse, da vecchi, si dorme pochino, comunque.

Modesta proposta: E se lo abolissimo?

“”…oggi ci sono più laici che chiedono il confronto con noi cattolici che cattolici che chiedono il confronto con i laici” (E.Bianchi)

Di fronte ad una Chiesa sempre più chiusa, impaurita e incapace di riconoscere i segni dei tempi, “gli italiani chiedono testimonianza, non comandi dal pulpito” (M.Politi). Mi permetto una modesta proposta da cattolico adulto ma affaticato: aboliamo il Concordato con lo Stato Italiano! Liberiamo la Chiesa da questo peso, da questo fardello che la appesantisce. Carlo M.Cipolla ci ricordava cosa fosse uno stupido: uno che senza guadagnarci nulla arrecava danno agli altri. Ecco, allora, aboliamo il Concordato che, senza far guadagnare nulla alla Chiesa (magari alla gerarchia o allo Stato estero del Vaticano sì, ma è una cosa che non ci riguarda) arreca danni allo Stato italiano (leggi noi cittadini). Fra due giorni compie 80 anni, una lunga esistenza, e se non lo lasciassimo arrivare ai 90?

Segnalo il volume, in uscita di M.Politi, La Chiesa del no, Mondadori, 2009.

Segnalo anche la puntata di “Uomini e profeti” di sabato 7 febbraio. Ospite in questa puntata Don Pierluigi Di Piazza: ha fondato nel 1981 a Zugliano (in provincia di Udine) un centro di accoglienza per immigrati, il Centro Ernesto Balducci, che è diventato anche punto di riferimento internazionale di approfondimento sui temi della pace e della povertà. Interviene anche lo storico Alberto Melloni.
(file mp3 in http://www.radio.rai.it/radio3/podcast/lista.cfm?id=491)

Bambini, TV e…una modesta proposta

“Possibile che i telegiornali siano diventati una serie ininterrotta di notizie catastrofiche, di racconti dell’orrore, di fatti di sangue? Un misto di cronaca nera e di cronaca rosa? Siamo proprio sicuri che non vi sia spazio in televisione per un’informazione che parli del bene che tante persone promuovono senza alcun tornaconto? Se non sapremo arrestare questo circolo vizioso della televisione, non vi sarà fine al peggio, al brutto, al deteriore, al pessimismo, al volgare, e all’orrore. Vogliamo per una volta mettere da parte le divisioni politiche e svolgere un’azione comune per la difesa di certi valori fondamentali? Io sono pronto a fare la mia parte. Spero che qualcuno voglia riprendere il mio appello»
(http://www.corriere.it/cronache/08_dicembre_27/bondi_bambini_telegiornali_687e0dc0-d41a-11dd-8f30-00144f02aabc.shtml)

Il ministro (provvisorio) della cultura, tale Sandro Bondi, così si esprime e lancia l’appello al quale volentieri rispondiamo con la nostra modesta proposta: applichiamo in modo esteso ed estensivo un semplice dispositivo di sicurezza, facile facile. Togliamo la televisione dalle nostre sale da pranzo, cucine, locali di convivio. Io l’ho fatto e sono sopravissuto, i miei figli anche. A tavola si parla, si discute, magari si fa anche un po’ di casino ma si è in famiglia, non sull’orlo di un precipizio di incomprensibile paura. E appena si può non si sta a guardare la tv, si va fuori, si esce, si va a vedere il mondo com’è davvero. Si può fare.
Del resto cosa fa più paura? Un Babbo Natale che uccide o un capo del governo (provvisorio) che ci dà lezioni di morale e democrazia? Perchè l’alternativa sottesa dal ministro (provvisorio) è la più classica di ogni stato autoritario: telegiornali edificanti, notizie filtrate, difesa dei valori (loro). Durante il fascismo non ci si suicidava più, perchè uccidersi in un mondo perfetto dove anche i treni arrivavano in orario? Bastava non dirlo, per il bene dei cittadini, ovviamente.

Modesta proposta (2): Salvate il soldato Bondi

“Una stangata decisamente hard. Torna la porno tax, prelievo fiscale aggiuntivo che colpisce l’industria dell’eros più spinto. È una delle misure introdotte dal piano anti-crisi del governo, articolo 31. Non lieve: chi produce e commercializza materiale pornografico dovrà pagare un’addizionale del 25% sui redditi che ne derivano. Nata nel 2002 per iniziativa dell’allora deputato forzista Vittorio Emanuele Falsitta, riproposta nel 2005 da Daniela Santanchè eppure finora mai applicata, la pornotassa stavolta riparte con vigore: colpirà già gli introiti del 2008, gli acconti dovuti al Fisco saranno del 120%. Riguarderà anche la trasmissione di programmi tv a luci rosse. Il decreto del Consiglio dei ministri riassume cosa si intende per porno: giornali e riviste specializzate, compresi dvd e materiale allegato e «ogni opera letteraria, teatrale e cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti».

Dove gli amplessi fossero soltanto abilmente recitati, par di capire, l’opera sarebbe esentasse, ma non è chiaro. Un decreto del presidente del Consiglio, entro 60 giorni, illustrerà i dettagli. Spetterà al ministro per la Cultura Sandro Bondi individuare cosa è porno e cosa è soft (o pop-porno, dall’hit già di culto lanciata dalla Ventura).”
http://www.corriere.it/cronache/08_novembre_29/porno_tax_5338be88-bdea-11dd-99ec-00144f02aabc.shtml

Lanciamo subito una campagna umanitaria! Non possiamo lasciare il Ministro (provvisorio) Sandro Bondi nel chiuso della sua stanzetta a visionare migliaia di dvd e riviste porno ogni giorno per stabilire i limiti per la tassazione! Aiutiamolo!

Modesta proposta: si costituisca una Commissione bipartizan che affianchi il povero Bondi per evitargli il prevedibile rischio-cecità. In questa commissione dovrebbero far parte (oltre alla ministra Carfagna che qualcosa ne sa sul tema), la Binetti, Panebianco, Galli della Loggia, Baget Bozzo, Vladimir Luxuria, Calderoli. Con uno spazio settimanale dal buon Vespa. Tanto più o meno di pippe se ne intendono tutti.

E poi: a quando una tassa sull’oscenità del potere, sulla volgarità di questi cialtroni? Un rapporto sessuale è più pornografico delle valanghe di oscenità che i media ci riversano addosso? Rocco Siffredi è più osceno della Talpa, della De Filippis, dei tronisti o dell’Isola dei Famosi? Come diceva il Principe De Curtis: “Ma mi faccia il piacere!”