Esiste un’altra Italia

Esiste un’altra Italia. Che non esce sulla stampa, non va a “Sporca e sporca”, che legge libri (ohhh!) e che magari non guarda neppure  “Il grande fratello” (vergogna!). In questi mesi vado in giro a presentare il mio libro (27 presentazioni e saranno 36 a fine aprile) e incontro centinaia di persone. Un’altra Italia. Minoranza? E chissene…! Anche oggi, di nuovo a Bergamo, una lezione su “La resa dei conti”. Un’ora di chiacchierata per riportare i dati, i fatti. Oltre le buffonare che ci hanno raccontato. Magari fra gli insegnanti che ascoltavano e facevano domande c’erano persone con storie diverse, forse con un nonno fascista o un nonno partigiano. Tutti figli della nostra storia difficile. Ma lì a cercare di capire e ascoltare e, credo, ad accettare la complessità della storia che si occupa di uomini e, in quanto tale, del materiale più fallace e volubile che l’evoluzione abbia prodotto. Accettare la complessità. Farsi domande. Esiste un’altra Italia. Migliore. Senza tentazioni giacobine, ma con la consapevolezza che la realtà non è quel ributtante minestrone che vediamo ogni giorno.

Un Grazie a Gabriella e Giuliana. La prossima sarà a Imola, il 25, mercoledì, con Carlo Lucarelli. Un piccolo storico di quartiere e lo scrittore/comunicatore di successo. Una bella sfida. Vedremo.

Un consiglio: un libro

Oggi consiglio un libro di un amico e ottimo storico, Sergio Luzzatto: esce in questi giorni presso Manifestolibri. “I popoli felici non hanno storia”. E’ la raccolta di articoli che Luzzatto ha pubblicato sul Corriere della Sera.

Che cosa ha significato e cosa significa, per noi italiani, avere il papa in casa? Qual’è il rapporto fra passato e presente nella storia, ormai lunga, dei terroristi e del terrore? In che senso le discussioni dell’oggi sulle nuove frontiere della vita e della morte giadagnano a essere illuminate da vicende di ieri  o dell’altroieri?. Perchè l’interminabile conflitto fra israeleiani e palestinesi ci riguarda tutti, più di ogni altra guerra al mondo?

E se fosse colpa del mercurio?

Con quello che si legge e si vede tutti i giorni in questo povero paese uno si chiede se una vena di follia e/o imbecillità stia dilagando nelle aule parlamentari e nei palazzi del governo (provvisorio). Ma non sembrava scientifica come ipotesi. Poi compulsando la stampa nazionale ed estera ecco un’ipotesi più seria che spiegherebbe tante cose:

“La notizia. I bambini le cui madri hanno mangiato, durante la gravidanza, grandi quantità di pesce contaminato con mercurio potrebbero sviluppare danni cerebrali. È il risultato di uno studio effettuato sugli abitanti delle isole Faroe (Danimarca), svolto in collaborazione tra un ateneo danese e uno giapponese e pubblicato sulle pagine della rivista Journal of Pediatrics.

Approfondimento. Il mercurio è un metallo molto tossico: quando è presente in concentrazioni elevate nell’ambiente, provoca danni ai reni e al sistema nervoso. Non è chiaro, invece, quali siano per il nostro organismo le conseguenze dell’esposizione prolungata negli anni a piccole dosi di mercurio. Un esempio di tale intossicazione cronica potrebbe essere una dieta ricca di pesce: questo alimento, a causa dell’inquinamento marino, è spesso contaminato da piccole quantità di mercurio.” (http://it.health.yahoo.net/c_news.asp?id=3494)

Da piccoli ci dicevano: mangia il pesce che contiene fosforo e diventi intelligente! Oltre al fosforo doveva esserci anche il mercurio e le solerti mamme di tanti onorevoli devono avere esagerato. Da notizie apparse su autorevoli agenzie kirghise e uzbeke pare che la signora Gasparri nutrisse il figlioletto unicamente con frullati di tonno e squalo, che mamma Brunetta somministrasse lo sgombro anche endovena al pargoletto in ritardo sulla crescita (terapia che ha sortito, ahimè, scarsi effetti) e che mamma Berlusconi, tanto per far le cose in grande, si fosse fatta fare in tinello un apposito acquario per avere sempre fresco il pesce per il figlioletto, con l’innegabile vantaggio di risparmiare sul costo dei termometri in caso di febbricola, un bel pesce spada infilato dove si infilava lo strumento misuratore al fanciullo e via che si univa l’utile al dilettevole: misurazione accurata e familiarità del pargolo medesimo con spade, sciabole e altri simboli del potere assoluto.

Ora siamo tranquilli! E’ colpa del mercurio questo impazzimento buffonesco di ogni giorno, i neuroni intossicati fanno quello che possono ma anche i frequenti buffet con aragoste, spigole e branzini non aiutano certo! Colpa del mercurio! E noi, soliti cattocomunisti, che pensavamo fosse colpa della banda di nani, cialtroni, ballerine e leghisti che imperversano! E’ solo mercurio, tutto bene…(si fa per dire)

Parliamo di sesso?

Chiedereste a un vegetariano la ricetta dell’arrosto? O a un astemio che vino accoppiare al brasato? Eppure dobbiamo sentirci ordinare da anziani, maschi, casti come comportarci nel talamo, nuziale o no. Bizzarro.

Tanti anni fa, in confessionale un sacerdote volle informarsi sulle mie abitudini sessuali. Sta ancora aspettando la mia risposta. Se ne sarà fatto una ragione, spero, e non sarà ancora là ad aspettarmi. Capisco che per un astemio il problema dell’alcoolismo sia uno dei peggiori al mondo ma tutti sappiamo che al mondo c’è di peggio. Da anni, all’interno della Chiesa (intesa nel giusto senso dell’unione dei fedeli in Cristo) c’è quello che i teologi hanno chiamato “lo scisma silenzioso”: moltissimi cattolici praticanti non seguono le regole prescritte. La mia esperienza di coppia mi dice che solo un’infima minoranza segue le norme. Gli altri vivono felicemente la propria vita matrimoniale. Senza alcun rimorso che sia uno. Tutti peccatori e dannati? La verità vi renderà liberi. Già ma qual’è la verità? Quella sessuofobica, maniacale, castrante, che di fronte ai problemi del mondo vede solo e soltanto “quello”? E’ lecito avere dei dubbi?

Fino a fare della legge, senza amore e senza pietà, la regola. Contro l’aids? Astinenza! Io non dormirei la notte pensando ai milioni di persone che condanno a morte con una simile proposta. Ma, forse, da vecchi, si dorme pochino, comunque.

Un precario in più…

Un tecnico delle luci ha inserito, di sua iniziativa, l’immagine del capodelgoverno provvisorio, fra le immagini di dittatori (Stalin e Mussolini) nel corso di uno spettacolo scolastico in quel di Gallarate. E’ stato licenziato in tronco. Un precario in più sul mercato.

Stavolta però approviamo il provvedimento. Accostare a dittatori la figura di un guitto pluriinquisito può confondere le idee agli studenti. Mescolare la tragedia con le buffonate non chiarisce le idee. Ad ognuno il suo.

(http://milano.repubblica.it/dettaglio/berlusconi-con-stalin-e-mussolini-e-a-teatro-la-platea-si-rivolta/1606143)

Sofferenze di un povero cattolico

Forse, proprio come disse una volta il teologo Ratzinger, oggi assurto ad alti incarichi, la Chiesa serve a far meritare il Paradiso ai poveri fedeli. Certamente ce la stanno mettendo tutta per farci arrivare in Paradiso, noi poveri credenti e incalliti peccatori. Dalle battaglie urlate sull’etica, alla compromissione con il potere (in Italia e ovunque ma soprattutto qui), alle improvvise aperture ai lefebrviani, alle scomuniche brasiliane e, fresca di stampa, il rifiuto del profilattico per combattere l’aids. Pietà l’è morta si diceva in tempo di guerra, e la guerra sembra continuare. Nessuna pietà, nessuna partecipazione al dolore dell’uomo. Una gerarchia fatta di anziani, chiusa in sè stessa e ai segni dei tempi. Impaurita. Come se avesse dimenticato che proprio Cristo ha già fatto tutto, ci ha riscattato dai nostri peccati. Ha voltato pagina. Ci ha amati, salvandoci, sacrificando se stesso per tutti. Con l’amore. Non con le scomuniche o andando a patti con l’Erode di turno. L’unica volta che davvero Cristo perde la pazienza è quando vede il tempio invaso dai cambiavalute e dai mercanti. Si fa una frusta e li caccia a calci nel sedere.

Che farebbe oggi tornando fra noi? Ogni giorno invece assistiamo a un passo indietro, nel silenzio di noi credenti che non abbiamo più voce. Chiese sempre più vuote, sacerdoti sempre più anziani e intristiti, ultras sempre più arroganti e integralisti. Una gerarchia che preferisce gli atei devoti ai credenti adulti. Una Chiesa che non evangelizza ma si chiude nelle sue paure. Un papa che rappresenta per la Chiesa quello che è stato Bush per gli USA: il momento più basso e di maggior distacco e isolamento. Ma ci sarà un Obama? Lasciamo fare alla Provvidenza che se ne intende, anche se in questi ultimi tempi deve essersi un po’ distratta. Capita anche ai migliori…

Fascisti erano…

Un signore un giorno si portò a casa un elefante, ma con gli amici non voleva ammetterlo: “Sì è grigio, sì ha la proboscide, sì pesa 3 tonnellate, sì mi sta distruggendo il tinello…ma non è un elefante, è un post-elefante…”.

Dopo anni in cui solerti esponenti anche della sinistra si sono arrovellati sulle definizioni, hanno fatto finta-di, si sono appassionati all’esperienza esistenziale dei “ragazzi di Salò”, possiamo dirlo? Sì, erano fascisti e sono fascisti. Della più bella acqua (Fiuggi), tali erano e tali restano. E lo dice una persona che si è preso le rampogne di tanti perchè, all’epoca e come era giusto, aveva “sospeso il giudizio”, uno che voleva vedere se si poteva diventare un paese europeo dove la parola”fascismo” non entra neppure nel lessico quotidiano, figurarsi in quello politico. Uno che, per esperienza di studi, il fascismo (quello storico) lo conosce bene e lo riconosce altrettanto bene.

No, purtroppo la scommessa è stata persa. Fascisti erano e fascisti sono, a Reggio come altrove. Purtroppo, perchè non fa piacere doverlo dire. Non fa piacere dovere accettare che il proprio paese regredisca ogni giorno anzichè crescere. Non fa piacere. Ma fare ancora finta sarebbe disonesto, oltre che suicida. Dobbiamo sapere che abbiamo un elefante in casa, prima che il simpatico animaletto rada al suolo quello che ancora rimane della nostra già bella Italia.

p.s. per qualche bella immagine basta vedere (http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/neofascisti/neofascisti/neofascisti.html) articolo relativo al saggio “Bande nere” di Paolo Berizzi.

Meraviglioso Filli!

Meraviglioso!

Guardate tutti il Filippi pensiero: http://www.viaemilianet.it/videodettaglio.php?id=50

Chi darebbe uno così anche le chiavi della sua bici? Meraviglioso! Altro che i Monty Phyton! E se la sua candidatura fosse un geniale stratagemma dei suoi per dare il voto ad Alessandri e togliersi Filippi dai cabasisi una volta per tutte?

Domanda: ma il “sabbiatore” che Filippi evoca se avesse dato una sabbiata al mononeurone del medesimo non faceva una cosa utile?

Un’idea: leggiamo insieme!

Stavolta lancio io un’idea: intorno al 25 aprile ci troviamo in Piazza a Reggio davanti al monumento al partigiano e leggiamo le “Lettere di condannati a morte della Resistenza”? Ognuno viene e ne legge una. Per ricordare dove stanno le radici della nostra libertà. Chi ci sta?

Una lettera del 1975

Roma, 24 maggio 1975

Carlo Leo…bisogna fare uno sforzo autocritico per comprendere le ragioni storiche e politiche dei limiti che ebbe la Resistenza. Ed a questa ricerca tutti, anche gli azionisti ed i socialisti, debbono portare il loro contributo. Non ho risposto a Sandro (Pertini, ndr), perchè con lui è impossibile discutere. Dopo il mio libro “Lettere a Milano” mi inviò una letteraccia perchè avrei esaltato la funzione del partito d’Azione e sottovalutato quella svolta dal Psi. Ed è inutile indicargli “esasperazioni massimalistiche e cedimenti opportunistici compiuti in questa o in quella occasione dal Psiup”. Egli pretende di riassumere tutta la vita del Psiup…Credo che tu potresti essere il più preparato a fare la storia della vita (gloriosa) e la fine (dolorosa) del partito d’Azione…

Il problema principale per me è sempre quello del ritardo con cui vennero ricostituiti e riorganizzati i partiti antifascisti, e quindi della mancata preparazione programmatica. Noi comunisti avevano alle spalle vent’anni di ininterrotto travaglio, spesso assai doloroso. Ciò non escludeva i motivi di dissenso, ma permetteva a tutti di muoverci, oltre che per ragioni di costume e di disciplina, entro un quadro unitario. Perchè, ad esempio, non si riuscì a formare un partito dei “democratici del lavoro” che si richiamasse al pensiero e all’esempio di Giovanni Amendola? Molte volte ho chiesto a La Malfa ed a Parri perchè avessero lasciato quella bandiera a Meuccio Ruini. Fu la “pregiudiziale repubblicana” che separò democratici, come La Malfa e Sergio Fenoaltea, da liberali come Antonicelli e Pepe, impedendo la formazione di un partito laico di nuova democrazia. Invece la bandiera del laicismo liberale rimase a quelli che erano i sopravissuti della vecchia democrazia prefascista, ormai tagliati fuori dal processo storico.

Insomma, sostengo, c’era da parte di tutti noi: 1. Scarsa conoscenza della realtà italiana; 2. Mancanza di un progetto di ricostruzione economica; 3. Sottovalutazione del peso dell’eredità fascista (nell’economia, nella cultura, nella scuola, nell’amministrazione dello Stato e, soprattutto, nel costume). Credo che questa autocritica possa essere utile, perchè, malgrado questi limiti, abbiamo fatto grandi cose e lasciamo ai giovani un paese che è migliore di quello in cui ci trovammo a combattere le nostre prime battaglie.

Lettera di Giorgio Amendola a Leo Valiani.

( in: Repubblica, 2 marzo 2009)