Ministero della Verità

“A sua volta, poi l’Archivio non era che un ramo del Ministero della Verità, il cui scopo primario non consisteva nel rifabbricare il passato, ma nel fornire ai cittadini di Oceania giornali, film, libri di testo, programmi televisivi, opere teatrali, romanzi, insomma nel fornire loro informazione, istruzione e divertimenti di ogni genere: si andava dalla statua allo slogan, dal poema lirico al trattato di biologia, dall’abbecedario al dizionario di neolingua. Il Ministero non aveva solo il compito di rispondere alle svariate richieste del Partito, ma doveva anche ripetere l’intero procedimento a un livello inferiore, specificatamente rivolto al proletariato. Un’intera catena di dipartimenti autonomi si occupava di letteratura, musica, teatro e divertimenti in genere per il proletariato. Vi si producevanogiornali-spazzatura che contenevano solo sport, fatti di cronaca nera, oroscopi, romanzetti rosa, film stracolmi di sesso e canzonette sentimentali composte da una specie di caleidoscopio detto “versificatore”. Non mancava un’intera sottosezione (Pornosez, in neolingua) impegnata nella produzione di materiale pornografico della specie più infima, che veniva spedito in pacchi sigillati, inaccessibile-eccezion fatta per quelli che ci lavoravano-ai membri del Partito”.

(G.Orwell, 1984, Mondadori 1989, pp.46-47)

Ministero della Veritàultima modifica: 2009-04-01T18:49:00+02:00da pelikan-55
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3 pensieri su “Ministero della Verità

  1. Continuo a vedere queste somiglianze incredibili tra ciò che aveva immaginato Orwell e la nostra situazione politica attuale… Mi pare che in 1984 ci fosse una forte repressione sessuale “ufficiale” e poi una sotterranea e voluta diffusione della pornografia per ottundere le menti e “distrarre” . Strategia di distrazione. Accendo la televisione ed è pornografia ovunque. Però, ufficialmente, le stesse persone che la diffondono, si ergono a puritani difensori dei “valori” cattolici… Un’incoerenza palese, ma pare che nessuno ci faccia caso. Soprattutto tacciono, sulle porcherie varie (e non parlo da bigotta puritana, ma da donna adulta infastidita dall’immagine bassissima che si dà della donna e della sessualità sui media) le “altezze” vaticane, così pronte, invece, a scagliarsi contro l’uso del profilatttico, per esempio, o la decisione di morire dignitosamente.

  2. Quel che si denunciava per il socialismo reale, in realtà, era ed è speculare anche nei paesi occidentali.
    Sono forse meno le telecamere nella Berlino Ovest di adesso rispetto a quelle dell’Est di prima?
    Il potere cerca sempre di imprigionare le persone in comportamenti sociali impotenti.

  3. Gli intellettuali e la CIA, la strategia della guerra fredda culturale, Stonor Saunders, Fazi editore.
    Presentazione:
    All’indomani di due decenni di fascismo e di una guerra mondiale, gran parte degli intellettuali europei aveva abbracciato posizioni anticapitaliste. Per contrastare il richiamo del comunismo e la crescita del peso elettorale dei partiti di sinistra, la CIA non risparmiò né uomini né mezzi finanziari dando il via a un’imponente campagna occulta che fece di alcuni fra i più illustri esponenti della libertà intellettuale dell’Occidente meri strumenti del governo americano. Grazie a documenti recentemente desecretati e interviste esclusive, l’autrice fornisce la prova di una vera e propria “battaglia per la conquista delle menti” ingaggiata dalla CIA al fine di orientare la vita culturale dell’Occidente attraverso iniziative ambiziosissime: congressi, conferenze internazionali, festival musicali. Ne furono un esempio le numerose mostre dedicate all’espressionismo astratto americano: per un decennio i vari Pollock, Gorky, Motherwell diventarono le vedettes delle gallerie europee. E generosi furono i finanziamenti che, tramite le sue “istituzioni”, la Cia elargì al settore dell’alta cultura, in cui si collocavano le riviste che ospitavano il dibattito politico e culturale (fra esse “Tempo Presente”, diretta da Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte). Un contributo alla comprensione dei rapporti fra USA ed Europa nell’immediato dopoguerra. Questa edizione è arricchita da un’appendice di documenti relativi ai legami specifici tra l’agenzia governativa statunitense e gli intellettuali italiani.

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