Primo: non demonizzare

Leggo una intervista a Marc Lazar (L’Espresso, 26 febbraio). Si torna su due questioni: non demonizzare Berlusconi e la necessità di proporre valori di sinistra.

Sul primo tema ormai, per dirla con Camilleri, ne ho i cabasisi pieni: non demonizzate Berlusconi è il mantra di buona parte della sinistra e dintorni. Intendiamoci sulla questione: se qualcuno ha pensato che Berlusconi sia il demonio che ha stregato i poveri cittadini-elettori-consumatori e che basti attendere la sua scomparsa perchè la parentesi si chiuda, beh, credo che quel qualcuno possa prendere il primo volo per Goa e cercare qualche spiaggia adeguata al suo presente di consumatore di sostanze pesanti. Uso una veccchia metafora gobettiana ma il Cavalier Banana è l’autobiografia del nostro paese, un paese “orribilmente sporco” che si riconosce in un simile figuro che rappresenta ceti economici e sociali ben definiti, altro che innocenti cittadini ammaliati dal grande venditore. Che poi questo cavaliere abbia collaborato attivamente a creare questa decomposizione morale e culturale con i suoi massmedia non è certo un luogo comune ma un dato di fatto. Domani il suddetto potrebbe scomparire ma i problemi resterebbero immutati, non basta avere in mano il volante se non si sa dove si vuole andare.

E qui torna la questione dei valori, legata a quella dell’identità. O siamo in grado di capire in cosa crediamo e farlo capire agli altri oppure resteremo sempre in una nebbia che non fa altro che nascondere la nostra inconsistenza. Sono stato precario per anni ma non ho mai sentito che il problema del precariato fosse sentito come una emergenza, anzi. Come fosse un metoerite caduto sulla terra. C’era e basta. Arrangiarsi. Per anni le nostre amministrazioni si sono sperticate in lodi della “esternalizzazione”, il sindacato ha curato i garantiti e i pensionati, lasciando alla deriva migliaia di giovani.

Sulle questioni etiche non parliamone: preoccupati di turbare le “sensibilità ” di dodici deputati e di sette vescovi e prelati si è rinunciato a dar voce alla maggioranza dell’opinione pubblica laica e non (e sottolineo il non) che, a.e., sul caso Englaro aveva una posizione limpida e moralmente di alto profilo. Terrorizzati (loro) dalla eventuale uscita della Binetti che sta al Vangelo come una Trabant a una Porsche.

Nel primo statuto del PD non figuravano termini come “antifascismo”, “Resistenza”, “memoria”. “Ma erano scontati” ci hanno detto: come se si potesse dare per scontati i principi fondamentali. Ma come pensiamo di attirare i giovani? Con una battaglia sull’ICI? O sulla rottamazione dell’usato? O presentando l’antifascismo ancora come negli anni 70 con vecchi arnesi e gerarchie defunte?

Magari riprendere i temi berlingueriani della modestia, della misura, della severità, no? O, perchè siamo di sinistra, ci limitiamo a comprare il video piatto a 24 pollici anzichè 32? O a volare con Ryanair che fa tanto proletario?

Terremoto: mancano i fondi. Perchè non dire che i nostri signori deputati per 3/6 mesi si dimezzano lo stipendio che viene versato a un fondo di solidarietà?

Riforme istituzionali: Perchè non proporre l’abolizione delle Provincie subito e il taglio del 50% dei parlamentari? Forse perchè abbiamo dei presidenti di provincia che non hanno un lavoro a mano (e poi dove li mettiamo?) o perchè abbiamo parlamentari che piffero sappiamo cosa ci stanno a fare a Roma 3 giorni alla settimana?

Candidature: mettiamo in lista Cofferati? Ma diamoci una martellata subito alla Tafazzi: si fa prima e si soffre meno! Immaginatevi le folle che correranno ai seggi delle europee per votarlo!



Primo: non demonizzareultima modifica: 2009-04-17T17:58:00+02:00da pelikan-55
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