Scuole e istruzione di confine

Sette genitori di bambini residenti a Muggia, comune italiano prossimo ai confini sloveni, hanno iscritto i loro figli alla scuola elementare slovena, per l’anno scolastico 2009-2010. Come ci racconta Alessandra Longo (Repubblica, 11.4.09): “i piccoli allievi in fuga dalla Gelmini studieranno oltreconfine su testi italiani, impareranno l’inglese e anche lo sloveno come “lingua d’ambiente”. Buon per loro che sono vicini ai confini. Noi italiani dell’interno invece? Che bisogno abbiamo di scuole? Abbiamo già quel che ci serve: la televisione! E poi, semplice, i problemi si risolvono all’italiana: chi ha soldi manda i figli nella scuola privata cattolica dove viene garantito l’orario prolungato, niente extracomunitari e maestro unico, ben controllato e garantito. E chi i soldi non ne ha? Semplice, come genialmente riassunse Altan in una delle sue folgoranti vignette, all’interlocutore che interrogava il premier sul tema: “E se sono poveri?”, il cavalier Banana rispondeva serafico: “Cazzi loro!”.

Sindaci replicanti

Quest’anno a Reggio il sindaco va di moda replicante. Ma non quelli che abbiamo amato in Blade Runner. Magari! Semplicemente sindaci che già hanno amministrato e, dopo un turno di sosta, tornano a proporsi. Si passa anche da un Comune all’altro. Difficile uscire dal tunnel del potere. Si incomincia da giovani e poi si finisce così, con la scimmia sulla spalla (si diceva una volta), pronti a “spendersi”, perchè si è una “risorsa”. Oppure perchè, ed è più drammatico, non c’è nessun altro che voglia farlo. Allora per “spirito di servizio” ci si sacrifica. Programmi? Idee? Calma! Non si può avere tutto. Intanto c’è il candidato. C’è già chi si prenota per una poltrona anche di vicesindaco, tanto per non correre rischi.

In questi mesi ho girato l’Italia del centro-nord a presentare il mio libro e ho visto un altro paese, al quale, drammaticamente, stiamo facendo tutto il possibile anche noi a Reggio per assomigliare. Scomparsi i partiti, le Chiese (tutte anche quella cattolica, divenuta ormai un’agenzia politico-imprenditoriale) restano gli interessi, gli affari. E chi magari vuole continuare a lavorare con serietà e con meno compromessi possibili deve fare gli scongiuri perchè prevalga ancora lo storico buonsenso reggiano. Ma basta sperare nel buonsenso quando la politica è evaporata?

Cronache del dopo sisma

289 vittime, il bilancio a tutt’oggi. “Non vi dimenticheremo” ha solennemente proclamato il Premier provvisorio. Bene, speriamo. Ma la speranza può bastare? Le statistiche sono avverse. Altri terremoti, altre promesse. Ma stavolta sarà diverso. Ogni volta è diverso. Perchè i morti cambiano. Si muore una volta sola. E basta. I terremoti, le alluvioni sono scandali, nel senso evangelico del termine. Ci rivelano, ci fanno vedere, confermano i sospetti. Dopo. In Molise dopo il terremoto del 2003, si scoprì che il cemento del liceo “Romita” di Campobasso non reggeva più di 46 chilogrammi per centimetro quadrato. In Sicilia, a Collesano, nell’entroterra di Cefalù, i pilastri della scuola superiore non vanno oltre i 68 chilogrammi per centimetro quadrato. L’asilo, i 12 chilogrammi per centimetro quadro. Basta un dito a sfondare un pilastro. Un bambino irrequieto su un triciclo potrebbe procurare danni strutturali. Un cemento “normale” deve reggere 250/300 kg/cmq.

Ma adesso sarà tutto diverso. Abbiamo affidato il gregge ai lupi e poi piangiamo perchè spariscono gli agnellini. Sull’Expo di Milano si è già scatenata la fame di imprese e cementieri, all’Aquila poi! Costruiamo L’Aquila2!

Siamo in una crisi economica profonda e come ci prepariamo al dopo? Investendo sul sapere, sulle nuove tecnologie, sui giovani? Macchè, da buoni palazzinari di successo ci lanciamo sul mattone: altri pilastri di cemento taroccato per usare la sabbia di mare, non costa niente e mltiplica le rese. Peccato che il cloruro di sodio (l’acqua di mare si sa è salata) corroda poi l’anima in ferro (già smilza e risparmiosa). E anche nella nostra Emilia solatìa costruiamo doppie e triple case, residence e maisonette. Perder tempo nel recupero dei centri storici? Ma vuoi mettere un nuovo villaggio di prestigio? E’ una manna per tutti: ai Comuni gli oneri di urbanizzazione, alle imprese (pulite o no che importa) tanti soldi e via che andiamo verso un luminoso futuro, prima del prossimo sisma, o alluvione o scandalo (stavolta di quelli veri con i carabinieri al lavoro).

Ma, tranquilli, tutto sarà diverso. “Non vi dimenticheremo”, dice il premier provvisorio. Ma è una promessa o una minaccia?

L’Italia di Leone Ginzburg

Il 4 aprile ricorreva il centenario della nascita di Leone Ginzburg, il “russo di Torino” come lo chiamavano gli amici, ricordandone la nascita ad Odessa, in una famiglia ebraico-tedesca. Al Liceo D’Azeglio incontrò gli amici di una vita, Norberto Bobbio fra gli altri, che ne ammirarono la precocità di studente e, insieme, la simpatia e l’allegria della sua giovane età. Bindi (Bobbio) e Lollo (Ginzburg) rimasero sempre legatissimi, anche se le loro vite si separarono: Ginzburg a Parigi, sulle tracce di Maupassant (cui aveva dedicato la sua tesi di laurea), incontrò Carlo Rosselli ed entrò in Giustizia e Libertà. Da allora la sua fu una vita doppia, fra le traduzioni di elevatissima qualità dal russo (Taras Bul’ba e Anna Karenina) e l’impegno antifascista. Nel novembre 1933, insieme ad amici del D’Azeglio Cesare e Giulio Einaudi fondò la casa dello struzzo mentre collaborava, in forma anonima, ai Quaderni di GL. Nel 1934 prima gli fu tolta la libera docenza (già professore a 24 anni) in Letteratura russa per non aver voluto giurare fedeltà al Regime e poi, nel marzo, fu arrestato grazie alla spiata di Pitigrilli, lo scrittore di successo che, al soldo dell’OVRA,  si era conquistato la fiducia di tanti antifascisti. Dal carcere prosegue la sua opera di direttore editoriale che riprende nel 1936 , tornato in libertà. Nel 1938, con le leggi razziali, viene privato della cittadinanza italiana, nel 1940, allo scoppio della guerra, è confinato in Abruzzo da dove continua la sua opera di intellettuale (per l’Einaudi) e di antifascismo (per GL). Nel 1943 è fra i fondatori del Partito d’Azione e come militante lavora nella clandestinità dopo l’8 settembre, dirigendo il foglio L’Italia libera. Viene arrestato dalla Gestapo nella tipografia del giornale e muore “per cause naturali”, sotto tortura, a Regina Coeli il 5 febbraio 1944.

“Riflettendo sulla sua morte e sulla sua vita esemplare forse potremmo capire il perché di un sostanziale disinteresse per una figura eccezionale come questa.
Leone Ginzburg è la cattiva coscienza degli intellettuali italiani: quegli stessi che nel ventennio, ed oltre – e, tranquillamente, ai nostri giorni – si sono adattati alla “servitù volontaria”, rendendosi complici del tiranno, ieri come oggi.
L’esempio di coerenza e di coraggio che egli ci ha affidato è fuori del comune; e in tal senso costituisce un peso, per chi allora scelse la tranquilla strada della carriera, come per chi oggi ritiene che ci si possa salvare l’anima rinchiudendosi nello studio o nella creazione artistica, o dà prova di quella ben nota tendenza alla compromissione degli uomini di cultura.

Proprio le inquietanti analogie che sembrano emergere tra quel fascismo e l’odierno regime autoritario-mediatico, rendono necessaria quanto inattuale la voce di Leone. Dall’alto dei soli 35 anni della sua esistenza Leone ci affida un
lascito particolare: che non è negli scritti – pure tutt’altro che irrilevanti: storici, letterari, politici. La sua opera vera è la sua stessa esistenza, che avviata a un promettente destino di studi, fu invece sacrificata per una scelta politica a cui i tempi davano un carattere di dolorosa, aspra necessità.”

(A.D’Orsi, Il silenzio su Leone Ginzburg. La cattiva coscienza degli intellettuali italiani, Liberazione, 3.4.2009)

Protezione civile

E poi la realtà riprende il sopravvento: attraverso la tragedia dell’Aquila ci rendiamo conto dell’arretratezza di un paese che vuole costruire i ponti sugli stretti e poi vede crollare palazzi di fintocemento armato. Un paese che fa l’alta velocità a favore dell’alta voracità di pochi noti e lascia le ferrovie, quelle vere, quelle di tutti i giorni, in condizioni penose.

Facciamo finta di essere fra i grandi della terra, ma più che alla Svezia assomigliamo al Montenegro (non l’amaro, il paese delle aquile). All’Aquila il terremoto stavolta aveva fatto l’educato, da dicembre andava avanti ad avvertire, pochi giorni fa un tecnico aveva preavvisato dell’evento. Magari anche 1 sola persona si poteva salvare. Per fortuna tanti studenti avevano anticipato le vacanze proprio per la paura del sisma in arrivo. Ma lo sappiamo: le Cassandre hanno sempre ragione ma finiscono male, stavolta con un avviso di garanzia per “procurato allarme”. Ci dicono che non è tempo per le polemiche e va bene, diciamo grazie alla Protezione civile che si sta dannando per salvare il salvabile. Ma “protezione civile” non sarebbe anche prevenire, costruire bene prima, non speculare? Tanto più in una zona già devastata in passato da altri sismi. In compenso siamo alla vigilia di un’altra ondata di mattoni, costruiti come capita, basta guadagnare. Fino alla prossima scossa.

Grìdolo ha colpito ancora…

Manifestazione CGIL a Roma. Solito balletto di cifre, 1 milione, 2000, 64, mah..Ma quello che dà fastidio è la solita, ricorrente, palese mancanza di senso dello Stato nei nostri provvisori reggitori del Governo. Di fronte ad una libera manifestazione della opposizione che si fa? Almeno si tacesse, il silenzio della supponenza sempre meglio dell’indegno strepitare del ministro provvisorio Brunetta (Gridolo) e dell’on.(si fa per dire) Gasparri (Lòscolo).

Gridolo: “una scampagnata che muove risorse, ristoranti, autobus, quindi è un fatto positivo per la ripresa economica”,.

Lòscolo:  “Le misure a sostegno dei lavoratori, delle imprese, delle famiglie il governo le ha prese e continuerà a prenderle il governo con responsabilità, con i fatti e lasciando ad altri inutili carnevalate”.

A paragone l’unico in grado di emettere un pensiero politico è il ministro provvisorio Tremonti (Sòldolo): «Prima finisce la protesta e inizia la proposta meglio è, non solo nei fini ma anche nei mezzi».

In compenso Gridolo, che dà lezioni di morale e di voglia di lavorare, dopo aver costruito la sua carriera privata come L’Espresso ci ha raccontato, di fronte alla notizia (Fonte Min.Economia) che in Italia solo il 2% dei contribuenti dichiara di guadagnare oltre 70.000 euro l’anno, commenta serafico: “Che ci volete fare? E’ l’Italia!”.

Ma come? Ci troviamo di fronte al vero miracolo di Padre Pio: un paese di poveracci pieno di SUV, yacht, depositi bancari, ville e piscine e non capiamo il valore epocale e non corriamo a Pietralcina in pellegrinaggio ad accendere 1, 10, 100 ceri? Brunetta, oltre che cafone anche anticlericale…!

Grazie, don Aldo!

Riprendo la lettera di don Aldo Antonelli (parroco di Antrosano) a Corrado Augias (Repubblica, 2 aprile 2009):

Caro Augias, ho, inutilmente, sperato che di fronte alle critiche intra ed extra ecclesiali i vescovi si interrogassero sui problemi veri degli uomini e delle done; invece li vedo arroccati nella stanca ma altèra ripetizione di vecchi proclami, più preoccupati di difendere sè stessi che di servire quella comunità “per la quale” sono stati costituiti. La loro, ormai è una contro-testimonianza. La Chiesa che emergeva dal Vaticano II era più attenta a lavare i piedi dell’umanità che non preoccupata di curare le vesti che indossava. La Chiesa che loro sognano e “un popolo di colli storti”, per dirla con le parole di Bernanos nel suo Diario di un curato di campagna. Ho l’impressione che tocchi a noi, semplici sacerdoti e semplici fedeli, rievangelizzarli, ricordando loro che “il precetto del Magistero non è che comando umano: ma la coscienza è la voce di Dio”, come già affermava San Tommaso. Tocca a noi ricordare quanto, ai tempi del Concilio, lo stesso Joseph Ratzinger scriveva: “Al di sopra del papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesisastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica”.

Grazie don Aldo!

Un vero capo!

Segnalo un video istruttivo su chi (e cosa) sono i nostri leghisti, esemplificati da un vero signore come Borghezio, che è tutt’altro che la macchietta folcloristica, che qualcuno vorrebbe presentarci….

http://www.youtube.com/watch?v=lk8vpuajKGc

 

Ministero della Verità

“A sua volta, poi l’Archivio non era che un ramo del Ministero della Verità, il cui scopo primario non consisteva nel rifabbricare il passato, ma nel fornire ai cittadini di Oceania giornali, film, libri di testo, programmi televisivi, opere teatrali, romanzi, insomma nel fornire loro informazione, istruzione e divertimenti di ogni genere: si andava dalla statua allo slogan, dal poema lirico al trattato di biologia, dall’abbecedario al dizionario di neolingua. Il Ministero non aveva solo il compito di rispondere alle svariate richieste del Partito, ma doveva anche ripetere l’intero procedimento a un livello inferiore, specificatamente rivolto al proletariato. Un’intera catena di dipartimenti autonomi si occupava di letteratura, musica, teatro e divertimenti in genere per il proletariato. Vi si producevanogiornali-spazzatura che contenevano solo sport, fatti di cronaca nera, oroscopi, romanzetti rosa, film stracolmi di sesso e canzonette sentimentali composte da una specie di caleidoscopio detto “versificatore”. Non mancava un’intera sottosezione (Pornosez, in neolingua) impegnata nella produzione di materiale pornografico della specie più infima, che veniva spedito in pacchi sigillati, inaccessibile-eccezion fatta per quelli che ci lavoravano-ai membri del Partito”.

(G.Orwell, 1984, Mondadori 1989, pp.46-47)

Finalmente buone notizie!

Notizia ANSA, ore 16:22: “Fonti accreditate della Presidenza del Consiglio non confermano nè smentiscono la notizia secondo la quale il Presidente provvisorio del Consiglio si sia imbarcato stamane a Lampedusa sul cacciatorpediniere Baionetta con destinazione ignota. Al suo seguito pare confermata la presenza dell’intero governo, completo di argenteria, ètere, Apicella e pilloline blu. Segnalazioni radar non confermano il subitaneo inabissamento nel Canale di Sicilia dell’imbarcazione, peraltro risalente al 1943, ma evidenti tracce di nafta, silicone e collagene avvistate sulla superficie dello specchio d’acqua confermerebbero l’avvenuta, immane tragedia”.

Notizia Agenzia Reuter, ore 18:05: “Ulteriori conferme della tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia giungerebbero dalle prime manifestazioni di giubilo verificatesi dalle Alpi alle Piramide, dal Manzanarre al Reno. Non trova conferma la notizia del suicidio di don Gianni Baget Bozzo e del Harakiri in diretta tv su Rete4 di Emilio Fede. Confermata invece la dichiarazione dell’on.D’Alema secondo la quale “in un così grave momento per la nazione è giusto accettare una aperto confronto con il Governo”. Tale dichiarazione sarebbe stata rilasciata mentre, al timone del suo Ikarus, l’onorevole prendeva il mare in soccorso dei naufraghi”.

Bello, eh? Peccato che sia il 1 di aprile e un pesce, fra tanti squali, murene e pantegane, ci stia bene.

A proposito: nel Canale di Sicilia c’è stato davvero un naufragio e qualche centinaio di poveretti è annegato. Ma chi se ne frega, mica sono itaglioti, no?