Messe e pilomat

La mia mamma che mi voleva bene e che era donna di mondo (seppur cattolica apostolica romana ma laica al 100%, che Dio l’abbia ingloria) mi diceva sempre: “I preti..sono come gli altri..buoni e cattivi”. Mi torna in mente la sua frase ogni volta che mi imbatto in don Ranza. Lo conosco ben prima che diventasse il parroco leghista di S.Francesco e S.Nicolo (una parrocchia che ha più banche che parrocchiani), successore di quel don W.Pignanoli, uno dei pochi parroci fascistoidi della nostra diocesi. Venne come curato in S.Agostino negli anni ottanta e fuggì (letteralmente) una sera, senza spiegare come e perchè. Mah. La carità ci impedisce di approfondire la questione.

Ora il nostro, trovando nel foglio “L’Informazione” (un periodico che mi ricorda spesso il Volkischer Beobachter di Julius Streicher) la sponda per ogni sua pur effimera esternazione, ci informa che vuole che i “pilomat” si abbassino la domenica per consentire ai fedeli di raggiungere la sua parrocchiale messa, e protesta contro la giunta bolscevica e liberticida che conculca tale fondamentale diritto.

Ora, non apprezzando in particolare di essere preso per i fondelli, mi chiedo: a. Ha senso una simile lamentazione per un parroco che ha alle spalle della sua chiesa un parcheggio (ACI) gratuito? b. Se in fedeli diminuiscono alla funzione domenicale sarà colpa del pilomat o del sacerdote? Le messe sono come i film, se non piacciono la gente non ci va. Esiste un mercato del “sacro”, abbiamo liberalizzato le scelte e ognuno opta.

Pensate, ci sono “tossici tradizionalisti” che vanno fino a Mancasale per sentire la vecchia messa in latino (una accolita di fascisti, nazisti, lefebrviani ed etruschi), figurarsi se qualcuno non va a sciropparsi il prete leghista, capisco che il parroco vorrebbe fare come a scuola, e iniziare la messa con l’appello dei parrocchiani. Ma intanto se ne faccia una ragione e si chieda il perchè del calo di presenze. Stavolta sono i pilomat. Devo rileggermi le beatitudini, non ricordo nulla sui dissuasori…

 

 


 


E’ dura, davvero dura…

E’ dura, davvero dura, continuare ad essere di sinistra. Lo confesso, faccio il mio outing di elettore in difficoltà. Non bastasse la marea di letame che il premier solleva ogni giorno (ma Pansa lo chiama “brodo” in cui andrebbe lasciato il suddetto) capitano cose che metterebbero a dura prova un dromedario assetato. In due giorni (due) ci siamo beccati le alte considerazioni di D’Alema (ieri) e di Rutelli (oggi) sul PD, la vita, il mondo, il cielo e la terra. Mi rivolgo agli amici e quindi non vi do neppure le indicazioni per ritrovare i loro testi sul web. Agli amici scherzi simili non si fanno! Io me li sono letti. Confesso. Alla fine ero incerto se iscrivermi al Partito nazista dell’Illinois o chiedere un periodo di servizio civile in qualche bidonville africana. Il nulla totale, un linguaggio da tagliarsi le vene alla seconda riga. Testi che potresti scambiarli e nessuno se ne accorgerebbe tanto sono inutili, fumosi e tragicamente grotteschi.

Rutelli (ex radicale, sconfitto nel 2001, convertito al credo vaticano-che con il cristianesimo c’entra quanto i classici cavoli), D’Alema (Segreteria Pci 1988, il “genio” della politica, come quei “geni” del pallone che passano la vita a centrocampo senza mai fare un gol). Eccolì lì. E nessuno ride. Nessuno si alza in piedi e come direbbe Totò “Ma mi faccia il piacere!”.

E noi, elettori in difficoltà, dovremmo aspettare il “verbo” da simili condottieri? Andare in battaglia, cantando giulivi dietro simili leader? Ho capito solo una cosa che ionoi saremmo l’antipolitica, loro la politica. Una cosa è certa: non so cosa io sia ma certamente non sono come loro.

Oggi è una giornataccia: incomincio a pensare che finiremo tutti leghisti e che la cosa ci piacerà pure (si fa per dire).

 


Estremisti di centro

Ammetto di avere un po’ di confusione in testa. Ormai è normale che, con le streghe di Macbeth, “il bello è brutto, il brutto è bello”. Il leader-satiro e la sua tribù di ètere e prosseneti hanno finalmente sdoganato il maiale che è in noi. Siamo finalmente liberi dai polverosi principi che generazioni di mamme premurose e mogli restìe ci avevano instillato. Bene.

Però la confusione rimane. Apprendiamo dello svolgimento di un nobile dibattito fra due quotidiani che “maipiùsenza”, “Il Giornale” (houseorgan di casa B.) e “Il riformista” (il giornale di sinistra di estrema destra). Interlocutori Giordano-Pansa-Cervi (Mario quello dei libri con Indro, nessuna parentela coi sette). Argomento del contendere? La violenza della sinistra, incarnata da un paio di episodi in cui lettori del “Giornale” sono stati apostrofati in maniera brusca da lettori di parte avversa. Giordano proclama, Pansa condivide, che mai un suo lettore avrebbe un simile comportamento nei confronti, che so, di un lettore di “Repubblica” o de “Il Manifesto”. Mai. Jamais! Figuriamoci, uno schieramento che schiera gentleman come Ghedini, Cicchitto e Capezzone! Invece la sinistra…è maleducata, arrogante, insomma sempre la stessa, poco meno che un pugno di terroristi che arrivano-pensate!- a fischiare il Capo del Governo (sì il satiro di Arcore) nelle italiche piazze! Ma quando mai, signora mia, si è visto il Capo di un Governo fischiato in pubblico! Non c’è più religione, dove andremo a finire etc…Con la solita canonica conclusione dell’ex nostro che la sinistra sbaglia tutto, che va cancellata definitivamente etc…anzi, l’ex condirettore de L’Espresso ci detta la linea giusta: “Scherzare con il fuoco è sempre rischioso. Dunque, regola numero uno: lasciare Berlusconi al suo destino. Regola numero due: non aggredire chi legge un giornale o un libro che non ci piace. Siamo un Paese sull’orlo di un abisso. È una voragine dove s’intrecciano crisi ogni giorno più dure: economica, sociale, politica, istituzionale, civile. Meglio fermarsi in tempo. Prima che l’intolleranza divampi e ci bruci tutti. Come è accaduto ai poveri morti di Viareggio.” Bene, lasciamo B. al suo destino, in silenzio, con il rispetto che una simile personcina si merita, lasciamolo nel suo brodo. E intanto? Aspettiamo che passi “a’nuttata”?

O capperi! E io che pensavo che fosse il contrario! Che tutta questa canea fosse nata dal satiro-premier e dalla sua banda di masnadieri. Ma solo pochi giorni fa “La Repubblica” non è stata accusata di trame eversive? E il nostro premier (provvisorio) non ha insultato più volte cronisti de “L’Unità”?  Loro mai, jamais! Giordano e Pansa confermano…

E io che ero convinto di desiderare un paese normale, con una destra normale, che so tipo Merkel, con governanti con senso delle istituzioni, rigore etico, modestia nei comportamenti, dove le ragazze di gamba svelta allietassero i loro clienti e non diventassero ministre, i ministri fossero scelti per capacità e decoro e che si potesse parlare di politica senza essere tacciati di essere “cattocomunisti” o “terroristi”, vedi sopra. Devo essermi perso un passaggio. Tornerò a leggermi il Macbeth, magari una strega mi spiegherà perchè “il bello è brutto, il brutto è bello”, e io me ne farò una ragione (si fa per dire).

 

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=363727

Indignazione e sonno

In una bella intervista Marco Paolini ci ricorda che “In Italia l’indignazione dura meno dell’orgasmo. E poi viene sonno”. “Non siamo un Paese piano, con tradizione di nazione, ma piuttosto di localismo, geograficamente difficile, socialmente non compatto, linguisticamente unificato di recente, politicamente ancora legato ai campanili: come fai a sopravvivere a una tale somma di catastrofi? Hai due opzioni, elabori il lutto o lo rimuovi”.(http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/spettacoli_e_cultura/paolini-intervista/paolini-intervista/paolini-intervista.html)

E noi rimuoviamo, rimuoviamo tutto con la velocità con cui si digerisce un hamburger al McDonald, che dopo venti minuti hai già fame di nuovo e ti faresti una pizza. Eventi che sconvolgerebbero un altro pase (normale), noi li bruciamo in un paio di giorni. Un giudice della Consulta cena col premier che dovrà giudicare fra pochi mesi? Swoosh! Andato! Il premier-satiro andava con prostitute offerte da personaggi equivoci? Swoosh! Andato! Una ministra rossaautoreggente fa il saluto fascista in piazza? Swoosh! Andato! Viene fatta una legge contro l’immigrazione che criminalizza i migranti? Swoosh! Andato! E via, come un tritacarne continuo che divora tutto, davanti agli occhi assonnati dei cittadini, preoccupati solo del video al plasma, del tg1 che “tantocidicetutto lui”, del campionato che “finoad agostosenzacomesifa”. Tanto c’è il mutuo da pagare, le vacanze troppe brevi, i saldi che finiscono subito e il lavoro che “speriamocisiaaltrimentisono cazzi”.

Come pretendere l’indignazione? E per cosa poi? Per una opposizione che ti presenta ancora D’Alema? D’Alema, segreteria del Pci 1988, c’era ancora il Muro di Berlino, Bush padre, Craxi trionfante. No, no, meglio il video al plasma e il tg1. Poi c’è caldo, siamo tutti sudati e quei marocchini in piazza ci rompono proprio le scatole? Ordine, ci vuole, signora mia, ordine, finalmente. E silenzio. Altrimenti come faccio a sentire il Tg1?

Esule o latitante?

Rieccolo! L’esule/latitante, lo statista/bandito, l’inventore della “Milano da bere”, l’eroe di Sigonella, il leader della tribù di nani, ballerine e De Michelis. Benedetto (in arte Bettino) Craxi, defunto ad Hammamet nel 2000, avrà una strada a lui intitolata a Roma. L’ha annunciato Alemanno che, con estrema logica da (post) fascista vuol dare un riconoscimento a colui che distrusse il partito fondato nel 1892. Non ce l’aveva fatta un altro socialista, un maestro romagnolo divenuto capo del Governo, usando il bastone, il carcere e il confino. Bettino ha usato i soldi, il sesso e il potere. Un mix esplosivo (come ben sa il vecchio satiro di Palazzo Grazioli).

Quindi avremo via Craxi. Ma qui dobbiamo chiarirci: o siamo cittadini della Repubblica e allora dedicare una strada a un pregiudicato, condannato 2 volte con sentenze (emesse “in nome del popolo italiano”) passate in giudicato, è una vergogna. Oppure, dedicandogli una via testimoniamo che: a. delle leggi dello stato non ce ne frega una cippa; b. che pensiamo davvero che lo stato abbia perseguitato il povero esule. Ma nel secondo caso dovremmo, che so, proporre revisioni di processi etc…, prima di procedere alla ferale dedica. Troppo legale, eh?

Quindi avremo via Craxi. La cosa però non mi dispiace del tutto, sarà bello poter dire “via Craxi”, ma proprio via! Via! Via dalla nostra vita! Via dalla nostra storia! A queste condizioni siamo già pronti a dedicare altre vie: Via Berlusconi! Via Bondi! Via Capezzone! Via La Russa! (scusate le parolacce, mi sono lasciato trascinare….)

p.s. Nella mia modesta vita non ho grandi rimpianti. Uno però sì: ero a Roma anch’io una sera di tanti anni fa, ero a poca distanza dall’Hotel Raphael dove andò in onda uno dei momenti più alti della democrazia reale, lo sbeffeggiamento del potere corrotto. Ero lì vicino, ma non c’ero anch’io a tirare la mia monetina. Sob!

Piccola città, bastardo posto

“Piccola città, bastardo posto..”, cantava il poeta di Pavana, ma alludeva alla Modena del dopoguerra, alle chiusure di una città di provincia che usciva dalla guerra e dalla miseria. Piccole città, bastardi posti è invece la weltanshauung di chi ha voluto questa legge schifosa contro i migranti. Piccole città, chiuse in sè stesse, impaurite, con il coprifuoco e le ronde in giro alla sera. Il mercato della paura tira, non risente di nessuna recessione. Del resto la ricetta è facile e precisa, ormai l’abbiamo imparata: i media strepitano, i partiti d’ordine chiedono il pugno duro, il governo taglia i fondi alle forze dell’ordine, i crimini commessi da stranieri sono enfatizzati, si fa una legge e tutto si sistema. Ronde paramilitari in giro che non costano anzichè soldi ai poveri agenti di volanti sempre meno volanti. Poi, prima o poi, ci scapperà il morto (il solito poveretto di turno) e allora qualcuno dira che sì, forse, mah..e tutto continuerà.

Io penso a quanta intelligenza potenziale sprechiamo accanendoci contro i migranti. L’italiano è nato da secoli di incontri, incroci, amori. Le nostre nonne hanno accolto e conosciuto, in senso biblico, etruschi, greci, latini, goti, longobardi, bizantini, normanni, svevi, spagnoli, francesi, austriaci, croati, albanesi e via via…Siamo figli di questa mescolanza di storie, culture, siamo il popolo più bastardo che ci sia (in tutti i sensi). E adesso? QUalcuno pensa di incrociare solo lecchesi doc con comaschi doc? Avete presente quelle vallate alpine dove per secoli si sono incrociati parenti con parenti? Cugini di I grado con cugini di II? Ricordate “Un tranquillo weekend di paura” di J.Boorman, con i poveri amici cittadini finiti nell’incubo dei Monti Appalachi perseguitati da montanari deformi e dementi? Qualcuno pensa di poter fermare il desiderio di una vita decente di milioni di persone? Qualcuno davvero crede che quest’ultima mascalzonata in forma di legge servirà a darci “sicurezza”? Ma chi ci tutela dai nostri legislatori, chi ci da la sicurezza che non facciano altri danni?

Quante intelligenze del domani rifiutiamo solo per tirar su 4 voti dalla casalinga di Voghera? I nostri figli finiranno in un call center o in bordello di lusso (se va bene), mentre India e Cina sfornano migliaia di ingegneri, fisici, chimici, matematici ogni anno. Ma noi siamo furbi, noi. Abbiamo capito il trucco: perchè studiare, faticare, basta un giochino in tv o essere di gamba svelta ed è fatta. Ognuno avrà i suoi 5 minuti di celebrità, diceva Andy Warhol, e poi via di nuovo, nel call center o nel bordello di lusso (se va bene).

Il buon Gianni all’opera

Ricordate Jean Reno in “Leon”? Alla domanda della piccola Matilda sulla sua attività (killer), Reno risponde: “Faccio le pulizie!”

Ecco più o meno Gianni Letta fa lo stesso lavoro: rimedia, ripulisce, ricuce, rappezza. Compra, vende, traffica per il suo capo. Come Reno fra mucchi di cadaveri in scena, così Letta fra mucchi di sterco sparsi in giro, giorno per giorno, dal primo ministro (provvisorio). E chi meglio dei monsignori vaticani pronti a concedere, richiedere, pretendere? Anticipate la nuova legge sul fine-vita (vietando ogni diritto al morente)! Fatto! Nuovi fondi per le private! Fatto!

In cambio: un pateravegloria per le fornicazioni del vecchio satiro e silenzio e ordine a qualche legione di suorine a pregare per l’animuccia sua. Famiglia Cristiana stia zitta: un po’ di decenza! Ci sono i “valori non negoziabili” da salvare. Già appunto: i valori, quelli veri (per loro), quelli con un numerino davanti e tanti zero…

Testa dura

Forse il Padre eterno in quel momento della creazione era un po’ sovrapensiero. Era quasi alla fine, oceani, foreste, gamberetti, amebe, mammiferi e cozze. Poi quella cosa che decise di fare a sua immagine e somiglianza. Quasi in tutto. Perchè, forse per distrazione, ha esagerato con la testa e ha fatto economia sul cuore. Eccoli qua questi uomini. Testacchioni, pensanti oltre ogni limite, volenterosi anche, perchè da sempre si sono fissati che Dio non ce la fa, che Dio non basta. E allora bisogna aiutarlo, bisogna far vedere alla gente, bisogna, bisogna. Costruire Chiesa sempre più grandi, santuari sempre più splendenti, aggiungere, aggiungere, mai togliere per lasciare la semplice verità che ti entra nel cuore.

Ho visto le foto della nuova cripta a S.Giovanni Rotondo per S.Padre Pio. Coperta di foglia d’oro zecchino, dono dei tanti fedeli-è stato subito precisato-realizzata con un gusto fra Las Vegas e il Turkmenistan. Non male per un santo francescano.