Reggianità? Boh….

Normanna mi segnala un articolo dell’amico Marco Sotgiu sulla “reggianità” (http://www.viaemilianet.it/notizia.php?id=2618), si può sorridere ma poi qualche dubbio resta dentro.

Torna il vecchio discorso sulle parole e sul linguaggio. Prima si corrompono le parole poi le persone e la società, e tutto finisce a catafascio, tutto va a escort (per essere aggiornati). Abbiamo lasciato che corrompessero le parole, che cambiassero senso all’espressioni più semplici (gente, famiglia, popolo), che tornassero ad essere usate parole che speravamo obsolete (razza). Per educazione, tolleranza o pigrizia abbiamo lasciato correre. E adesso ce le troviamo lanciate addosso come pietre dal leghista di turno o dal preteso democratico che vuole dimostrare che anche lui è dotato di attributi padani. Un pezzettino alla volta, si ascoltano i ragionamenti di questa gente e si entra nel gioco, come lo spacciatore la prima volta. Sembra tutto ragionevole, soluzioni semplici a problemi complessi, finalmente. Ci si sente ascoltati, capiti, nei nostri piccoli odi quotidiani, odi di condominio, di cortile, di parcheggio. Odi di piccoli uomini, di piccoli patetici ignoranti “usi ad obbedir tacendo” al più forte di turno, a cercare|trovare la giustificazione a ogni bassezza, ad ogni compromesso.

Se il premier-satiro ha sdoganato il maiale che è dentro di noi maschietti italionzi, la lega sdogana il vigliacco, l’Alberto Sordi che ci tiriamo dietro da una vita. Forti coi deboli e deboli coi forti, tornati alla logica della tribù, spaventati ad ogni stormir di fronde, chiusi in casa davanti alla tv, solo preoccupati del nostro “io”. Tutta roba che, a pensarci bene, con calma, con un amico che ti facesse ragionare, sarebbe da vergognarsi, da martellarsi le dita per sette giorni come penitenza. Invece no. C’è chi ti dice che hai ragione, che è giusto, leggi L’Informazione, ascolta don Ranza, ciucciati i TG e finalmente capirai! Sei i-t-a-l-i-a-n-o, benvenuto! Ora scegli pure la tua tribù: reggiano? Benissimo! Eh, signora mia, non si vedono più reggiani in giro! Eh, una volta era diverso. Ma dobbiamo difenderci, tutelare la “reggianità” contro gli “altri”.

Lunedì mattina esami di “reggianità. Materie del corso: “Teoria e pratica dell’erbazzone”, “Bestemmie da Gardenia e Massenzatico”, “Storia dei bordelli reggiani”, “La Reggiana fra realtà e invenzione”, “Vecchie usanze della nonna: il filoss”, “Musica popolare: La “Giagiasa in tal canèl”.

Ohhh, finalmente! Benvenuti a bordo della “nave dei folli” che è la nostra patria. In Italia ormai ci sono 5 milioni di immigrati, dovremmo lavorare per progettare, insieme, una società armoniosa, per i nostri figli, per cogliere la grande opportunità che queste nuove presenze ci offrono: intelligenze, conoscenze, potenzialità, scambio di culture. E che facciamo? Diamo il 18 % alla lega? Facciamo le ordinanze contro gli accattoni? Ci inventiamo la “reggianità”?

Quos vult perdere, Deus dementat! Incidiamolo sulle nostre facciate, sui condomini, le villette, le maisonette, le betulle e betulline, gli oppidi e compagnia danzante. Una volta, infantilmente, qualche comune apponeva la targa “Comune denuclearizzato” all’ingresso del centro abitato. Beh, oggi mettiamoci “Comune in via di de-cerebrazione”. Riprendiamoci le parole, non sorridiamo alla battuta razzista del conoscente, non taciamo di fronte alla boiata leghista, quando ci sentiamo dire “io non sono razzista, però…” e poi arrivano robe da Kukluxklan non tiriamo via. Diciamoglielo in faccia, con educazione se possibile, che no, non è così. E che lui|lei sono pirla o, per stare alla “reggianità” che “li lòr iin di caiuon”. Arvèders!




Reggianità? Boh….ultima modifica: 2009-08-02T18:49:00+02:00da pelikan-55
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