Stasera a Reggio..

Lo so che tutti andranno a sentire Bersani, o il comico Giacobazzi, però per quelli che, impavidi, volessero fare qualcosa d’altro (magari quelli che votano Franceschini o Marino…) stasera a FestaReggio:

LOFT – SPAZIO APERTO
Ore 21:00
Presentazione del documentario “Ombre nere”
di e con Flavio Novara
Massimo Storchi, Paolo Rozzi, Dario De Lucia
A cura dei Giovani Democratici RE

La borsa di Mary Poppins..

Vi ricordate della borsa di Mary Poppins? La appoggiava sul tavolo e poi, fra lo stupore dei due pargoli Banks, estraeva di tutto, compresa una lampada da tavolo e una abatjour da pavimento.

Più o meno dalla borsa di papi ne escono di tutti i colori, peccato che sia robaccia, che quasi le escort e altre ragazze di gamba svelta sembrano cosucce: i traffici con Gheddafi e con Putin, i rapporti con gli stallieri, il patrimonio nato chissà come e via andando. Compreso un bel caso di simonia: voi vescovi tacete e io vi do quello che volete: una legge sul testamento biologico che manco il card.Bellarmino (quello del processo a Galilei, per intenderci) avrebbe sognato? Voilà, fatto! E tutto questo nella placida indifferenza nazionale. Ha ragione giannifotografo, non è il vecchio satiro il problema. Il problema siamo noi, italiani (o quello che ne resta).

Del resto se a destra s’ode un suono di squillo, a sinistra risponde un’altra squillo. In Puglia cene elettorali con le medesime ragazze per onorevoli del PD. E che siamo i più scemi, si saranno detti? E così anche i “nostri” onorevoli (che ricordo non abbiamo scelto ma abbiamo dovuto votare) si sono dedicati a queste fanciulle (magari prendendo su le seconde scelte…). Come dicevo ieri un po’ di tetteeculi non si nega a nessuno, signora mia! Quante volte abbiamo visto a sinistra dirigenti correre dietro alla “modernità”, magari finendo per diventare “utilizzatori finali” del mestiere più antico del mondo? Che tutto andasse a finire a puttane l’avevamo pensato spesso, ma noi, ingenui “moralisti”, pensavamo fosse un modo di dire, una logora metafora. No. Non era una metafora.

Ma noi cosa possiamo dire, cribbio, noi “gattocomunisti”, noi “moralisti” (per dirla alla panebianco). Siamo mai stati “utilizzatori finali”? No. E allora? La solita presunzione degli intellettuali bolscevici. Parlano senza avere esperienza. Tutta invidia, signora mia. Cosa vuole, il maschio è fatto così, ragiona con le gonadi, altro che il cervello di quella gente che legge e scrive. Le gonadi contano. Tutti lo invidiano sotto sotto. Semplice. E del resto cosa vediamo in giro ogni giorno, pur nella civile Reggio, anche nella nostra sinistra? Taciamo per carità di patria e perchè abbiamo famiglia. E’ lo stile italico. Per vent’anni abbiamo preso la tessera del PNF (Per Necessità famigliari), convinti che, per dirla con Longanesi, “l’adesione è obbligatoria ma non impegnativa”. Ci sono voluti i tedeschi in casa, e non erano turisti, per darci uno scossone di dignità. Ma leggete le lettere dei costituenti del nord, arrivati a portare il “vento del nord” (quello vero, partigiano, mica la fangaglia leghista) di fronte alla Roma repubblicana e democratica del 1946…

Nell’attesa, gambe in spalla e lavorare, questo vale per tutti. Tanto possiamo stare tranquilli l’80% della stampa è comunista….

p.s. circa l’ultima impresa editoriale intitolata “Noi”, come ha detto Benigni a Verona, forse il titolo allude a “noi”, tre, quattro, sei al massimo, rimasti a votare a sinistra (si fa per dire).

Finito…

Chiunque abbia sentito l’ultimo intervento telefonico del vecchio satiro isterico alla trasmissione mattutina del tg5 di ieri

(http://www.corriere.it/politica/09_settembre_07/berlusconi_liberta_stampa_minoranza_cattocomunista_ca030b7e-9b7d-11de-88f0-00144f02aabc.shtml)

ha capito che è un uomo politicamente (ed anche umanamente) finito, bolso, cartonato, più assomigliante ad un imitatore che a sè stesso. Ripeteva, come un vecchietto un po’ citrullo, quattro parole: “comunisti”, “cattocomunisti”, “sono al 70% dei sondaggi” e via così. Andato.

Ma non basta essere andati, finiti, scoppiati. L’Impero romano era finito da almeno un paio di secoli prima di Romolo Augustolo, il fascismo era morto il 10 giugno 1940 prima ancora che il 25 luglio 1943 ma massacrò l’Italia con Salò prima di finire (giustamente) a Piazzale Loreto. Il berlusconismo è finito, ma quanto ci vorrà per uscirne? E quanti danni porterà ancora a questo paese? E cosa lascerà dopo? Casini-Formigoni-Bertone? Brrr, che trio d’attacco!

Una cosa sola è purtroppo condivisibile delle sgangherate frasi del vecchio satiro: “gli italiani mi amano tanto perchè nella maggioranza, nel loro intimo, si riconoscono in me, vorrebbero essere come me…”. In questa frase sta tutto il grottesco dramma di questo paese, mai diventato nazione, ma rimasto congerie di paesi, vicoli, campanili. Un paese rimasto bambino, addomesticato da 4 caramelle, mezzo chilo di tetteeculi, dove la prospettiva è vendersi (pardon “esprimersi”) come escort o velina, espatriare, o rimanere precari a vita.

Il tutto all’insegna dell’eterno credo nazionale “lei non sa chi sono io”. No, non lo sappiamo e nemmeno ci interessa.

Magari ci piacerebbe sapere come si riparte se non si riescono a mettere in circolo le idee e i pensieri migliori di quei “moralisti” (come li chiama con sussiego panebianco) che rimangono l’ultima risorsa. Perchè essere onesti, seri ed etici non è nè di destra, nè di sinistra, è semplicemente giusto.

Respinti

Domenica sera è andato in onda la prima puntata del reportage “Respinti” di Riccardo Jacona, per la serie “Presa diretta”.

Articolo su: http://www.viaemilianet.it/notizia.php?id=2935 (con video su Novellara).

La domanda finale del sindaco: “Ma è lungimirante seminare odio e paura?”

Non sarà lungimirante ma certamente è stato utile alla creazione di un clima di intolleranza e chiusura, gestito e promosso dalla lega e goduto dalla destra. Un clima che abbiamo lasciato crescere e dove anche la gerarchia cattolica ha dato un suo contributo, almeno in termini di silenzio e accondiscendenza, quando non con aperta collaborazione, come nel caso del parroco (protempore) di s.francesco di città, vero campione di una chiesa dei ricchi.

Video didattici

Sul sito di Reggio 24 ore, date un’occhiata ai video didattici di Stefano Raspini, l’eclettico poeta-barista-performer, in particolare al n.03 “Lezione di storia patria”. Un video girato in terra reggiana con la partecipazione del gotha del leghismo italiano e locale.

http://www.reggio24ore.com/

Pensierini

Il vento sta calando a Fortezza Bastiani, il cielo è blu, l’estate ormai illanguidisce come una zitella di mezza età e io mi faccio delle domande. Abitudine inveterata e pericolosa, ma, come noto, “nessuno siam perfetti ognuno ci ha i suoi difetti”.

Qualcuno ha scritto che un vaticanologo in fondo è un cremlinologo che ha studiato il latino. Quelli un poco più avanti negli anni si ricorderanno le corrispondenze di Demetrio Volciç da Mosca, la lettura di una frase che sottintendeva, un’allusione che indicava, un sopracciglio alzato che prospettava, un raffreddore che sterminava. Bei tempi. Ogni Putin prima spara e poi spiega. Ma per fortuna c’è il Vaticano. Per fortuna (si fa per dire). Mi viene in mente quella vecchia storiella circa le vacanze della Trinità: il Padre vuole andare al mare, il Figlio in montagna, lo Spirito Santo nell’unico posto al mondo dove non è mai stato. Il Vaticano.

In quel libriccino sovversivo scritto da Luca, Marco, Matteo e Giovanni (ebrei e quindi, forse, comunisti) ho letto tante volte: “Il vostro parlare sia sì, si, no,no, tutto il resto appartiene al demonio”. Quando Cristo salì sul monte a predicare non aveva dietro Navarro Valls e relativo ufficio stampa. Ma si sa, i tempi sono cambiati. Eccome se sono cambiati!

Leggete un comunicato stampa della Sala stampa Vaticana e/o della CEI (Comunicazioni ermetiche indefinite) e poi dite cosa ci avete capito. Salvo mettersi lì e parola per parola, sottomano il dizionario Vaticano-italiano, una paio di trattati di kabbalah e ergonomia linguistica babilonese, iniziare a decrittare, interpretare, strologare. Roba che si fa prima a tornare all’aruspicina e interrogare le viscere del primo pollo della Coop.

Vabbè, sono un cattolico da poco, sempre più affaticato, però. Però c’è un limite, credo, e quel limite negli ultimi tempi mi sembra sempre più spesso non solo superato ma saltato, bypassato, quasi ridicolizzato. Se in tempi così difficili neppure la Chiesa è in grado di aiutare un povero cristiano, cosa ci si può aspettare?

“Signore, da chi andremo, solo tu hai parole di vita eterna”. Già da chi andremo?

Dio li fa….

Dio li fa, e poi li accoppia, dice il vecchio adagio, in realtà piccole cose, dettagli, ci fanno capire come, forse, in questo mondo che sembra ogni giorno di più impazzire, ci sia invece una segreta armonia che lo sottende, una logica sapiente che ci rassicura.

Ci si poteva chiedere il perchè dell’amicizia fra il vecchio satiro isterico  e il predone del deserto (a parte qualche affaruccio di qualche fantastiliardo di dobloni fra petrolio, armi e cosucce varie), ma poi è bastato aspettare ed ecco che loro stessi, l’esibizionista di Arcore e il nonno di Walter Matthau di Tripoli, ci hanno rivelato l’arcano.

Per uno che salvato il mondo dalla nuova guerra fredda, che ha evitato all’Italia la crisi economica, che ha già ricostruito L’Aquila, ci voleva un degno compare, pardon alleato. Ed ecco il nostro Muhammar lanciare, nientepopodimenoche, uno nuova pagina della geopolitica europea: abolire la Svizzera! Restituire i vari cantoni a Francia, Germania e Italia. Così la nazione degli orologi e della cioccolata impara ad arrestare il  suofigliolino e la nuora! Meraviglioso! Per intelligenza, lungimiranza e senso del ridicolo una uscita simile poteva venire in mente solo a calderoli (scusate la parolaccia), invece no, è del nostro colonnello, l’amico dell’esibizionista di Arcore, deliziato dall’idea della sparizione della vile nazione di cui il suo acerrimo nemico Carlo De Benedetti ha il passaporto. Che coppia di statisti! Che profilo!

Dal duo italo libico ci aspettiamo ancora molto: introduzione obbligatoria delle tazzine con il manico a sinistra in tutti i bar, creazione di una confederazione far Ossezia, Inguscezia, S.Marino e Hawaii con capitale a Bra, disputa dei campionati di escort a Bengasi e via dicendo. E’ rassicurante sapere di vivere in questo mondo (si fa per dire).

I dieci ammonimenti dell’opposizione (F.Colombo)

I dieci ammonimenti dell’opposizione

Primo: smettiamo una buona volta di invidiarlo perché è ricco e possiede le TV. Le TV non hanno mai fatto vincere nessuno e l’invidia è sempre una brutta motivazione.

Secondo: smettiamola con questa storia del conflitto di interessi. Se continuate così, la gente sbadiglia subito. Lo volete capire che il conflitto di interessi non interessa nessuno?

Terzo: Berlusconi è stato eletto con milioni e milioni di voti. Vuol dire che ha capito in profondo che cosa vogliono gli italiani. Perché piuttosto non ci preoccupiamo di capirlo anche noi?

Quarto: smettiamola con la storia dei processi. Gli italiani lo hanno assolto con milioni di voti. Agli italiani dei suoi processi non importa nulla. Lo votano. Cerchiamo di avvicinarci a questi italiani con un dialogo pacato, con i toni bassi e cerchiamo la loro attenzione.

Quinto: basta con l’antiberluscoonismo. Non ci porta da nessuna parte. Chi ha vinto le elezioni ha il dovere di governare e l’opposizione ha il dovere di incalzarlo perché governi bene. Se non lo fa, l’opposizione lo dirà ai cittadini.

Sesto: basta col muro contro muro e la politica urlata. Facciamo vedere ai cittadini che noi sappiamo partecipare a un dialogo e che col dialogo partecipiamo alle riforme di cui ha bisogno il Paese.

Settimo: basta con il continuo usare due pesi e due misure. Forse la sinistra non ha mai querelato qualcuno?

Ottavo: smettiamola con la demonizzazione. Con la demonizzazione Berlusconi va sempre più avanti. Se lo demonizzate in questo modo, lui governerà per altri 20 anni.

Nono: smettiamola di gioire per le brutte figure del presidente del Consiglio. Nel mondo il presidente del Consiglio rappresenta l’Italia. Noi non facciamo opposizione all’Italia, ma ad alcune idee che non ci piacciono e ad alcune questioni a cui vorremmo collaborare in modo costruttivo e utile per il Paese-

Decimo: smettiamola di guardare dal buco della serratura. Ai cittadini non importa nulla della vita privata dei personaggi pubblici. Importa dei loro problemi quotidiani, lavoro, pensioni, precari, come finire il mese. Di questo dobbiamo parlare, dei veri problemi della gente.

N.B. Ciascun ammonimento ha un nome e una firma nel centrosinistra e nella prima fila del Partito Democratico. Qualche lettore vorrà mettere ciascuna firma al suo posto?

http://antefatto.ilcannocchiale.it/

10 domande a Umberto Bossi

Da “Antefatto”: “Su la testa” di S.Amurri (http://antefatto.ilcannocchiale.it/)

1) E’ vero, signor Bossi, che lei si rivolge affettuosamente a suo figlio Renzo chiamandolo “trota” e se sì perché?

2) Dopo aver lanciato su Facebook il gioco “Rimbalza il clandestino”, suo figlio Renzo è stato nominato membro di un osservatorio dell’Expo di Milano. Attraverso quali canali di reclutamento e in ossequio a quali criteri suo figlio ha ottenuto tale nomina da 12mila euro al mese?

3) Prima di intraprendere l’attività politica lei ha per molti anni svolto l’attività di cantante col nome d’arte di Donato arrivando a partecipare (e venendo bocciato) al festival di Castrocaro. Perché ha smesso?

4) Nel 1995 lei definiva Berlusconi un mafioso con cui non si sarebbe mai alleato. Quando e perché ha cambiato idea?

5) Signor Bossi, ha rinunciato all’idea della secessione da “Roma ladrona”? Chi ha la proprietà sul “marchio” della Lega?

6) Dopo aver ottenuto il diploma di perito tecnico elettronico presso la scuola per corrispondenza Radio Elettra, lei da 22 anni siede ininterrottamente in Parlamento. Che lavoro farebbe, signor Bossi, se non facesse il deputato?

7) Dice il vero la sua prima moglie, Gigliola Guidali, quando afferma in un’intervista di aver chiesto la separazione dopo aver scoperto che lei usciva tutte le mattine di casa con la valigetta del dottore (dicendole “ciao amore, vado in ospedale”) senza essersi però mai laureato?

8) Nel 1992 esplode Tangentopoli, un evento epocale che vide lei fra i più convinti sostenitori del pool di magistrati intenti ad indagare sui fenomeni di corruzione. Nel 1993 lei venne coinvolto in una questione legata a un finanziamento illecito di duecento milioni, ricevuti dagli allora dirigenti Montedison. Smise per questo di sostenere i magistrati?

9) Che fine ha fatto il Parlamento del Nord?

10) Il 26 luglio del 1997 lei affermò testualmente: “Il Tricolore lo uso per pulirmi il culo”. Signor Bossi, ricorre ancora a questa pratica palesemente antigienica?