Ancora una volta il povero filippi!

Grande flipper! Sta lavorando, indefessamente, silenziosamente, modestamente per un grande risultato. No, non stiamo parlando di croci, di allevamenti di bufale montane et similia. No, il progetto è alto, sublime, unico: “Il Nobel per la pace nel mondo a lui, al vecchio satiro!”. E’ intervistato da Radio 24 nella trasmissione “La zanzara” e ci spiega con la consueta facondia perchè dare il premio Nobel al migliore statista italiano degli ultimi 1500 anni. Ascoltatelo, vi prego, se siete depressi, abbacchiati o con la pressione bassa, sono 4’44” di puro genio italiaco.

Alla fine si resta convinti: il Premio Nobel per la pace a lui! Al vecchio satiro plastificato!

Ultima ora: il Premio Nobel per la pace è stato assegnato….! A chi?????? All'”abbronzato” Obama!!

Ma flipper lo sa? La solita sinistra……

Il video è in: http://reggio24ore.netribe.it/reggio24ore/index.jsp

Articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 3

Una colletta per Silvio

Una colletta per Silvio

M.Gramellini

Bepi 777 e altri lettori de «Il Giornale» hanno lanciato l’idea di una sottoscrizione per coprire il buco che la sentenza del soviet di Milano ha aperto nelle casse della Fininvest. Se ogni elettore del Pdl versasse 42 euro, dicono, si troverebbero i 750 milioni del riscatto da pagare a De Benedetti. Non conosco Bepi e i suoi amici, ma immagino non siano armatori con sette yacht in Costa Azzurra. Cosa li spinge a offrire dei soldi a un uomo centomila volte più ricco, soldi che magari negherebbero a cause dal loro punto di vista altrettanto nobili, ma rivolte a vittime un po’ più bisognose?

Un giorno gli storici dovranno indagare le ragioni di questo innamoramento collettivo che con la politica non ha nulla a che fare. Come sia stato possibile che una persona intelligente, caparbia e spregiudicata – un uomo d’affari, mica Gandhi e nemmeno Michael Jackson – abbia potuto insinuarsi nel vuoto italiano e suscitare sentimenti così forti di immedesimazione e ripulsione. Quanto dev’essere stata mediocre la nostra classe dirigente, se ha spinto milioni di cittadini a identificare un uomo con una nazione e un’azienda con un partito, al punto che contro una sentenza che penalizza la Fininvest è pronta a mobilitarsi la metà del popolo italiano. I francesi non farebbero la colletta per pagare le multe a Sarkozy. Nelle altre lingue mancano persino le parole per descrivere un fanatismo che impedisce ormai qualsiasi comunicazione non solo fra chi lo ama e chi lo odia, ma anche fra costoro e tutti gli altri, che vorrebbero semplicemente andare oltre, possibilmente avanti.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41

l’ing.filippi colpisce ancora!

Non fosse grottesca, la figura dell’ing.filippifabio sarebbe tragica. In Consiglio regionale ha proposto una interpellanza per sapere se sia opportuno celebrare i fratelli Cervi all’interno del Poligono di tiro anzichè all’esterno “in considerazione del fatto che molte sono state le persone trucidate all’interno di tale poligono anche a guerra finita” e conclude interpellando la Giunta per sapere “se non ritenga opportuno, verificando il fatto, evitare che manifestazioni di questo tipo si svolgano in luoghi adibiti ad attività avulse dalla politica, nonché se sia conveniente evitare che la dimensione politica invada spazi non propri”.

Per la precisione: dopo la guerra furono fucilati, per sentenza della Corte di Assise di Reggio, confermata dalla Cassazione 5 criminali di guerra fascisti (Pilati, Berti, Berti, Catellani, Barozzi), noti per la loro attività presso i Servi e Villa Cucchi (3.10.1945).

Voglio ringraziare consiglieri reggiani Rivi, Borghi e Salsi e gli altri colleghi per la risposta limpida e ferma. Un grazie anche al Presidente Errani che così ha replicato all’ing.filippifabio:

Lei, consigliere Filippi, deve rispetto a quest’aula, e deve rispetto a tutte le persone che stanno per sedere in quest’aula. Quindi le sue parole se le riporta a casa, perché sono offensive e inaccettabili. Detto questo: per noi la storia non può essere riscritta, nemmeno da un autorevole storico come lei.

 

testo e video in: http://reggio24ore.netribe.it/reggio24ore/Sezione.jsp?titolo=Regione:%20Filippi%20contro%20la%20commemorazione%20dei%20Fratelli%20Cervi,%20insorge%20il%20Pd&idSezione=6384

Giustizia dopo 65 anni

Buone notizie da Verona.

Tutti rinviati a giudizio i nazisti autori della strage di Cervarolo del 20 marzo 1944, in cui furono uccisi 24 civili, donne, giovani e anziani, fra cui il parroco don Pigozzi. Questa l’ordinanza emessa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale militare di Verona, dottor Benigni, che ha fissato l’avvio del dibattimento per l’11 novembre prossimo.

Giustizia dopo 65 anni? Il percorso è avviato. Non per vendetta ma per stabilire, anche sotto il profilo giudiziario che “è successo”. Viviamo in tempi in cui non esiste più il vero o il falso. Basta ripetere abbastanza volte una “cosa” sui media e quella “cosa” diventa vera. Un processo, una sentenza aiuteranno a rendere vero il vero. In questo caso a ricordare che nazisti e fascisti uccisero 24 innocenti il 20 marzo 1944, Cervarolo, Italia.

Le vittime:

1.    Marco Alberghi (26), reduce Russia, mutilato
2.    Egisto Alberghi (18), fratello
3.    Giacomo Alberghi (65), contadino
4.    Alfredo Alberghi (58), fratello
5.    Emilio Alberghi (60), fratello
6.    Mauro Alberghi (69), sfollato
7.    Cesare Borea (84), contadino
8.    Adolfo Croci (43), contadino
9.    Ennio Costi (45),
10.    Lino Costi (20),
11.    Armido Ferrari (18),
12.    Remigio Fontana (82),
13.    Paolo Fontana (67),
14.    Amerigo Genesi (60), calzolaio
15.    Sebastiano Maestri (68), contadino
16.    don Battista Pigozzi (63), parroco
17.    Gaetano Paini (75), contadino
18.    Pio Paini (42), contadino, figlio
19.    Antonio Rovali (84), paralizzato
20.    Celso Rovali (48), figlio
21.    Italo Rovali (17), figlio
22.    Dino Tazzioli (24), ferroviere, di Civago
23.    Agostino Vannucci (58), contadino
24.    Giovanni Vannucci (34), contadino, figlio

Gino Giugni e il riformismo

E’ morto Gino Giugni, lo chiamavano “il padre dello Satuto dei lavoratori”, anche se in realtà è stato molto di più, aveva studiato negli Usa il diritto del lavoro dell’età di Roosevelt e del New Deal, aveva insegnato in Italia. Era stato ministro del Lavoro nel Governo Ciampi. Un galantuomo insomma, di quei socialisti estinti, come i dinosauri.

Nel 1970 nacque lo Statuto dei Lavoratori, approvato in Parlamento con l’astensione, NON con il voto favorevole, del PCI. Nel 1983 Giugni fu “gambizzato” dalle BR. Dimostrazione esemplare di chi fosse il vero “fascista” dell’epoca.

Ma Giugni era un riformista sincero e onesto, dichiarò più volte che il “suo” Statuto avrebbe dovuto essere aggiornato ai tempi. Riformismo significa,  banale dirlo, riformare anche quello che si è già fatto e conquistato, per andare avanti. Restare fermi, idolatrare le “conquiste” significa soltanto aspettare rassegnati che qualcuno venga a distruggerle.

Per chi vuole approfondire: G.Giugni, La memoria di un riformista, Il Mulino 2007

Per fortuna…

“E’ facile essere uguali nella servitù, più difficile essere liberi nell’uguaglianza”. (A.De Tocqueville)

« Buonasera… mah… stranamente, durante questa serata ho avuto dei momenti di ottimismo, ma devo dire, purtroppo, avendo ascoltato gli ultimi due interventi che anche questa serata è stata inutile! Il problema del centro-sinistra è: per vincere bisogna saltare due, tre o quattro generazioni? Berlusconi fa il pieno del suo elettorato… parla… alla pancia… degli elettori del centro-destra… naturalmente i voti non se li guadagna, se li compra attraverso le sue televisioni, attraverso, per esempio, dei personaggi che non sono comici, come la sinistra pensa… per esempio Fede… non è un personaggio comico… non è nemmeno drammatico… è un personaggio violento, come c’erano gli squadristi … che picchiavano in testa letteralmente, così lui, metaforicamente, picchia in testa alle persone che guardano i televisori, però sono rimasto molto dispiaciuto sentendo gli ultimi due interventi e… .. Però, dico, che, negli ultimi due interventi di Fassino e Rutelli… che scarso rispetto per le opinioni delle elettrici e degli elettori! Nei precedenti interventi si chiedeva un minimo di autocritica rispetto alle scelte di questi ultimi anni… rispetto alla timidezza… rispetto alla moderazione… rispetto a non saper più parlare alla testa, all’anima e al cuore delle persone!!! Mentre invece la burokratija che sta alle mie spalle non ha capito nulla di questa serata! Noi, mi dispiace dirlo, ma con questo tipo di dirigenti non vinceremo mai! Mi dispiace molto, perché io continuerò a votare per l’Ulivo e… (scusa un momento, scu… scusa un momento…) e… Fassino, Rutelli e altre persone hanno ricordato l’enorme maggioranza che questo centro-destra tutto italiano, barbaro ha, ma questa enorme maggioranza, non dico la vittoria, ma questa enorme maggioranza gliel’ha data l’Ulivo facendo l’altr’anno una campagna elettorale timidissima, non cercando l’unità… è il loro mestiere… io non riesco a parlare con Rifondazione Comunista non ci riesco… è più forte di me! Ma il loro mestiere è fare politica, è cercare di presentarsi insieme a Di Pietro, insieme a Rifondazione Comunista insieme ad altri partiti, insomma: facciamo che questa serata non sia stata proprio inutile!”

(Nanni Moretti, Piazza Navona, 2 febbraio 2002)

Vi ricordate quella sera? Il discorso di Nanni Moretti (che è nato il mio stesso giorno, anche se un anno prima) fece scattare uno storico repulisti nel centro-sinistra. Fu l’inizio del “grande rinnovamento d’inverno” (come l’hanno chiamato gli storici). Per fortuna sette (7) anni dopo, tutto è cambiato: nuovi dirigenti, un nuovo partito, le riforme in marcia. Di Rutelli e Fassino si sono perse le tracce, D’Alema è in Africa, Bordon disegna fumetti, Veltroni vive a New York, Bersani dirige l’Unipol, Castagnetti è presidente di una Ong in Nicaragua, DiPietro conduce due tenute agricole in Abruzzo. Per fortuna, pensate se non fosse cambiato niente! Avremmo ancora Berlusconi al governo! Brrrr, roba da brividi solo a pensarci, per fortuna invece….

Andiamo al cinema!

Una buona notizia: hanno presentato il film “Barbarossa” al castello Sforzesco, presente il vecchio satiro, la moratty e ilbossi. Il regista Martinelli è una furbo (bravo un po’ meno): nasa l’aria e poi gira. Suo “Porzus” (un brutto film sul confine orientale) in tempi di rivisatazione a destra della storia, ora il filmazzo per la leegha. Ma la buona notizia è anche (e soprattutto) un’altra: ilbossi recita una particina nel filmazzo, quella del “nobile lombardo”. Tralasciamo l’osservazione banale che se ilbossi recita come “nobile lombardo” allora la D’Addario può essere la prossima Maria Goretti sugli schermi.

No, quello che mi stuzzica è che finalmente il cinema può valorizzare il meglio della nostra classe politica. Qualche ideuzza:

Bastardi senza gloria (Q.Tarantino): il governo berlusconi (facile)

Basta che funzioni (W.Allen): il vecchio satiro (banale)

2012 Disaster Movie (R.Emmerich): il futuro del PD

Le vite degli altri (H.von Donnersmarck): la Binetti e il testamento biologico

Goodbye, Lenin (W.Becker): tutti in gruppo PRC, PdCI…

Non è un paese per vecchi (E.Cohen): giulioandreotti
Parnassus, l’uomo che voleva ingannare il diavolo (T.Gilliam): minimodalema
Whiteout: l’incubo bianco (D.Sena): casini-montezemolo-bagnasco
Biancaneve e gli 007 nani: l’amara carfagna e brunetta “Gridolo”


Pensieri (poco)”politici”

La mia mamma, santa donna, mi diceva sempre “stai lontano dalla politica!”, avvertimento affettuoso e prudente di una madre iperprotettiva per un figlio unico negli anni settanta. Così ho fatto, un po’ per obbedienza e un po’ per convinzione, niente carriera quindi (vabbè), niente posti succulenti (vabbè), niente cattedre universitarie (vabbè), poi mi sono accorto che, in realtà, la politica era sempre più vicina. Per quanto mi riguarda mi sono accorto di fare “politica” con il mio modesto lavoro di “storico di quartiere”, perchè lo ritengo giusto, perchè quello so fare, con la libertà di non avere tessere in tasca che non siano quelle dell’Anpi, dell’ACI e del CAI (quando ero più frizzolino e capace di arrampicarmi). Quindi ai tanti che mi hanno chiesto in queste settimane: “Dario?Bersani?Marino?” non sapevo davvero cosa rispondere. Nessuno mi ha mai neppure chiesto di iscrivermi al PD. E mi sono chiesto perchè. Le risposte che mi sono dato sono tre. Una ottimistica (sanno che un intellettuale è un rompiscatole), una pessimistica (non conto un piffo) e una realistica (i posti sono pochi, meno invitati arrivano meglio è). Sia chiaro, avrei rifutato, con cortesia, lusingato forse, ma avrei rifiutato. Proprio per quella risposta ottimistica che mi passava per la testa. Chi fa un lavoro culturale usa il cervello (spesso) e quindi va dove lo porta il neurone, magari l’aorta, ma mai la tasca o il pisello (pardon)e così uno si può godere la propria libertà, francescana e un po’ irosa, ma libertà.

Del resto non essere tesserato ha dei bei vantaggi: in giornate come oggi (dopo che oltre una ventina di deputati da noi nominati hanno fatto focaccia dal voto che poteva far saltare lo scudo fiscale) non devo vergognarmi di appartenere ad alcun partito e posso tranquillamente godermi lo spettacolo, in sede locale come in quella nazionale delle prove per il GP (si chiama Congresso) dove ognuno, proprio come in F1 sgomita, tira la curva, scalda le gomme per raggiungere la poleposition o almeno un posto nelle prime file. Così poi, dopo il “prontivia” si può puntare meglio a sedie, seggioline, strapuntini et similia. Che bello spettacolo! E qui, pur restandone fuori, devo dire che la mia simpatia va a Marino e a quanti l’hanno scelto, sapendo di perdere, per una motivazione ideale. O no? Magari qualcuno aveva trovato le sedie già occupate altrove e allora…magari poi con la scusa della tutele delle minoranze, qualcosa può saltar fuori, no?

Cara Mamma, grazie!

Decenza

Spero che l’offerta televisiva europea ieri sera fosse varia e articolata o che i film in programmazione nelle sale o le partite di calcetto offrissero scampo. Così, forse, meno persone hanno acceso la tv per vedere lo scempio andato in onda sulla rete pubblica, quella che dovremmo anche pagare per farci così del male. Vorrei vivere in un paese diverso, l’ho detto e lo ripeto, perchè quello che vedo non mi piace e, peggio, mi fa avere idee che non condivido.

Vedere come sulla BBC si scherza sul nostro vecchio satiro, presentandolo come il classico “sporcaccione italico” (http://www.youtube.com/watch?v=BW-S9qQCfCE) fa ridere ma lascia anche un senso di amaro e di vergogna, senza neppure più avere la scappatoia del ducesco “Dio stramaledica gli inglesi” (perchè se poi quello lassù lo facesse, a noi cosa succederebbe, visto i nostri meriti?). Sentire raccontare di robe di letto, soldi, ruffiani, leccaderetani e compagnia danzante in prima serata non è confortante. Roba da allontanare i figli, non per moralismo sessuofobico, ma per preservare un minimo della loro speranza che ci sia un futuro, qui, per loro.

Il re (satiro) ormai non è più nudo, è oltre. Neppure i dadaisti avrebbero immaginato una roba simile. Nel silenzio e nella noia generale. In quale paese due “giornalisti” come leccovespa e bruttopietro non solo si potrebbero permettere di andare a prendere ordini dal “capo” nel pomeriggio e poi scendere a dare mazzate alla sera al “nemico”? Il tutto proclamandolo seraficamente, senza essere coperti si sputazzi e pernacchie? Dove? Dove possiamo avere un ministro come lapuzza che urla e insulta e fa scenette da bimbo isterico, sotto gli occhi compiaciuti dei predetti “giornalisti” ? (http://www.youtube.com/watch?v=6XzyKmO59FM)

Sono stanco anch’io di dover assistere a questo spettacolo vergognoso, mentre basta un temporale per far crollare un paese e lasciare sotto le macerie 20 poveri disgraziati, un paese dove i figli di medici faranno i medici, i figli di notai i notai e i figli di poveretti potranno scegliere se andarsene o vendere parti più o meno nobili del loro corpo per far “carriera”.

Che bello vivere in un paese dove la “Escort” è solo un vecchio, glorioso modello della Ford…