I berluschini e la sinistra in cerca di modernità

da: Repubblica-Il Venerdì, 15.2.2010:

Caro Serra, sono uno di quelli ai quali non è mai piaciuto niente del berlusconismo. Mi consolavo pensando alla fortuna di vivere in una piccola città, dove soltanto una su tre delle persone che si incontrano è colpita dal sortilegio. Ma negli ultimi anni sono entrato in crisi, perchè vedo in molti, politici e amministratori locali, comportamenti che replicano quanto di negativo è entrato nel nostro sfortunato Paese: cura dell’immagine, mancanza di ideali, stili di vita più portati alla leggerezza che all’impegno civile, scarsa attenzione al sociale. Si rendono conto, questi signori, che stanno segando l’albero su cui sono seduti e che era stato fatto crescere con dedizione e serietà dagli amministratori di sinistra del dopoguerra? C’è più incoscienza o consapevole cura degli egoismi personali? Personalmente sto cercando di fare quello che una donna che stimo ha affermato in una intervista: restare di sinistra nei comportamenti, visto che i partiti ci hanno privato dell’orgoglio dell’appartenenza. (…)

Risposta di Michele Serra 

Caro M., mi sembra che solo in questi ultimi anni ci stiamo rendendo conto dello sconquasso storico e umano del quale siamo stati testimoni e (molti di noi) anche protagonisti. Un intero mondo, la sinistra otto-novecentesca, quella socialcomunista e solidaristica, quella degli operai e dei contadini, degli intellettuali organici, del primato del Pubblico e dello Stato, è stato inghiottito dalla storia. Ora che si sta diradando la polvere del Grande Crollo, tra le macerie vediamo aggirarsi sopravissuti e reduci di ogni genere. I comportamenti che lei descrive dipendono dalla fretta di allontanarsi da quelle macerie e fanno parte dell’istinto di sopravvivenza: si cerca di dimenticare in fretta, si ha voglia di guardare al futuro e non al passato. Solo che il risultato spesso è non solo imbarazzante, ma anche controproducente. Quando si vedono quarantenni e cinquantenni di sinistra che cercano di emulare la destrezza e il narcisismo dell’esercito di berluschini in marcia, si avverte la goffaggine dell’imitazione. C’è già chi ricopre assai meglio quel ruolo. Il berluschino di sinistra risulta patetico perchè di seconda mano, contraffatto. E ce ne sono tanti, ce ne sono troppi. Il problema è che esiste una modernità di destra ma ancora non esiste una modernità di sinistra, se non come maldestro tentativo di emulazione.

Sappiamo che questa modernità non può che fondarsi su una nuova autonomia culturale, di giudizio, di pensiero, di comportamenti, ma di diventarlo. Ci sono pezzi di sinistra da conservare (la probità e lo spirito di servizio dei padri, per esempio, e la loro assenza di narcisismo). Ma ci sono atteggiamenti, idee e perfino mode che ancora non sono stati individuati. Credo che i tempi siano maturi, lo credo perchè mi pare satura, triste e paurosamente invecchiata l’immagine dell’italianuzzo rampante. Aguzziamo la vista. Prima o poi, potremmo vedere qualcosa di differente che avanza.

I berluschini e la sinistra in cerca di modernitàultima modifica: 2010-02-21T10:27:00+01:00da pelikan-55
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3 pensieri su “I berluschini e la sinistra in cerca di modernità

  1. Direi che Serra ha parlato più di sé che del fatto proposto dal lettore.
    Fra l’altro con una tempistica ritardata.

  2. voglio approfondire:
    tempistica ritardata perché quello di cui parla è iniziato con la Bolognina, 21 anni fa.
    Se ancora siamo in mezzo al guado significa che c’è qualcosa di sbagliato nei conti.
    La crisi è d’identità: esiste una identità di sinistra se questa non può darsi una lettura di classe? Quanto dovremo ancora penare prima di ammettere che il Grande Crollo si è portato via non solo l’acqua sporca ma anche il bambino che c’era dentro.
    Davvero ha ragione la destra a giudicare “presuntuosa” l’auto affermazione della sinistra di essere migliore. Migliore perché, perché le persone sono migliori? Ma chi l’ha detto? Le persone sono tutte oneste e tutte ladre, è la cultura che li muove che gli fa fare scelte. Se manca un motore forte che è una idea di alternativa, fondata su idee alternative, possiamo solo fare una battaglia di pretese verginità, sempre più moraliste. Ma le idee alternative dove sono? Sepolte con l’acqua sporca e demonizzate dal Dio del Liberismo.

    Questa analisi di MS non mi appartiene, perché il mio compito in classe è più avanti del suo: negli anni 80 ho preso il treno del modernismo ed ora sto tornando ai fondamentali. Lui è ancora alla stazione?

  3. caro Gianni-fotografo, io non so a che punto sia il mio compito in classe. Sarebbe bello discutere della Bolognina, tu forse la pensi come l’inizio io come la fine inevitabile. Certo il problema è l’uomo e l’uomo è migliore (o peggiore) in base alle sue idee e alla sua prassi conseguente, ma ci si può chiedere se sempre quelle idee hanno partorito qualcosa di buono o no. Il(ri)sorgere del razzismo anche nelle zone, a.e. mi fa pensare quanto poco sia stato pedagogico quel pensiero progressista. Altrettanto per gli effetti di secoli di cristianesimo nelle regioni oggi ferocemente leghiste. Sui berluschini di sinistra poi io penso che dietro ci sia un “omino” certamente non nuovo sotto il nostro sole.

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