Il primo giorno d’inverno

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M.Storchi-I.Rovali, Il primo giorno d’inverno. Cervarolo 20 marzo 1944. Una strage dimenticata, Aliberti Editore 2010. €17,50.

 

La strage di Cervarolo (20 marzo 1944)
Nel marzo 1944 furono condotte dalle truppe tedesche, con l’appoggio di reparti della GNR fascista, una serie di operazioni sull’Appennino reggiano-modenese con l’intento di distruggere le nascenti formazioni partigiane.
Il 18 marzo l’obiettivo fu il versante modenese del Dragone-Secchia con l’attacco, sostenuto anche dall’artiglieria, ai paesi di Monchio, Susano e Costrignano. I reparti della Divisione Hermann Göring rastrellarono il territorio uccidendo civili inermi. Le vittime furono 132.
Sul versante reggiano l’azione, condotta ancora da altre unità della Divisione Hermann Göring prese avvio il successivo giorno 20, quando Civago e Cervarolo furono investite da una preordinata azione di rastrellamento, condotta nonostante fosse noto ai comandi tedeschi e fascisti che non c’erano più reparti partigiani nella zona, scioltisi nei giorni successivi alla vittoriosa battaglia di Cerrè Sologno (15 marzo). Sulla mulattiera per Civago i paracadutisti della Göring uccisero un giovane pastore e ferirono gravemente un vecchio, giunti in paese uccisero altre due persone; poi si diedero al saccheggio, bruciando una ventina di case e danneggiandone trenta.
La milizia fascista rimase fuori dall’abitato a presidiare le uscite affinché i tedeschi potessero compiere indisturbati la loro azione. Carichi di bottino, i tedeschi tornarono poi sui loro passi, per unirsi agli altri paracadutisti che intanto stavano saccheggiando Cervarolo, sempre con la complicità dei militi fascisti. Ammassarono nel recinto di un’aia del paese, sorvegliandoli con le armi puntate, tutti gli uomini che poterono catturare. Due ne uccisero in mattinata, padre e figlio, nella loro abitazione.
Si recarono anche dall’anziano parroco Don Battista Pigozzi, obbligandolo a firmare un foglio in cui avrebbe dovuto dichiarare che gli arrestati erano tutti partigiani. Il sacerdote resistette alle minaccie e rifiutò ogni collaborazione, tanto da essere denudato, picchiato e lasciato all’addiaccio per ore, poi condotto anch’esso nell’aia insieme ai suoi parrocchiani prigionieri. Erano uomini di tutte le età, compresi tra i 17 e gli 84 anni, persino un povero paralitico, posti di fronte alle armi automatiche. Dopo aver derubato quanto potevano dal paese, i tedeschi fecero allontanare le donne e mitragliarono gli uomini; quindi le case vennero date alle fiamme. Furono 24 i civili trucidati a Cervarolo e tra loro anche il parroco G.Battista Pigozzi, in quella tragica giornata. Solo tre persone scamparono alla morte.
Per oltre 50 anni non è stato possibile individuare le responsabilità individuali della strage. Solo dopo il 1994 con l’apertura dell’”Armadio della vergogna” a Roma, ove erano stati occultati-negli anni sessanta- i fascicoli relativi alle indagini compiute nell’immediato dopoguerra il percorso di giustizia è stato riavviato con le indagini condotte dalla Procura Militare di La Spezia che hanno condotto al processo che ha preso il suo avvio nel novembre 2009 presso il Tribunale Militare di Verona.

Il primo giorno d’invernoultima modifica: 2010-04-22T05:43:00+02:00da pelikan-55
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