“Cervarolo cosa?” Erano i giorni dell’aprile 2008 quando, tornato dal mio primo incontro con il Procuratore Militare di La Spezia, incontrai un paio di amici e parlando loro del lavoro di ricerca che stavo conducendo sulla strage, lessi nei loro occhi lo smarrimento di chi non capiva bene quale fosse l’oggetto del mio interesse. Certo sapevano di Cervarolo, almeno dalla toponomastica cittadina, ma per loro, persone pur colte e informate, non si andava oltre quei “martiri” che, appunto, la intitolazione di una grande strada in città indicava.
Forse questo libro nasce in quel momento, nell’accorgermi di come questa “strage dimenticata” rimanesse quasi ignota agli stessi reggiani, abitanti di un territorio ancora ricco di tanti segni e della memoria di tante ferite ma ormai esposti, soprattutto per le giovani generazioni, al rischio di una perdita del proprio patrimonio storico. Una perdita che diventa, inesorabilmente, la breccia dove poi far passare altre storie, altri valori, quasi sempre in contrasto con quelli che fondano la nostra convivenza civile.
Un libro che nasce anche come riconoscimento della passione civile di un magistrato e del desiderio di verità e di giustizia di un’intera comunità, rappresentata da un’amico che porta il nome di quel ragazzo di diciassette anni caduto quel giorno nell’aia del suo paese.
In questo modo, unendo la storia alla memoria e riproponendo i tanti, sparsi materiali prodotti negli anni sulla vicenda, abbiamo voluto restituire una voce, una identità a quei “martiri” relegati, per troppo tempo, alla locale toponomastica.
Ecco cos’era! Bravo. Che ne dici di un’intervista per presentare il libro su tuttomontagna?
come vuoi, dove vuoi! Grazie!!
La presentazione sarà il 5 maggio ore 17,30 all’Arco.