Giornate di polemichette sulle violenze del dopoguerra sulla stampa locale. Sarà il caldo, la fine dell’estate, poche notizie, ma si tirano fuori vecchie storie come fossero scoperte clamorose. Il solito uso della storia come clava da usarsi sulla zucca del nemico di turno. Dispiace citarsi ma qualcuno di quelle tristi storie se ne occupa da quasi vent’anni e qualcosina l’avrebbe anche scritto. Ma, come si sa, nulla è più inedito di quello che è stato (già) pubblicato.
Se qualche amico fosse interessato segnalo il “fondamentale” saggio del 1998 “Combattere si può vincere bisogna” uscito presso Marsilio. Bastava leggerlo, mah… (qualche copia c’è ancora nei sotterranei di FB)
E ci risiamo…ultima modifica: 2010-09-01T20:02:00+02:00da
Reposta per primo quest’articolo
Max, io l’ho letto, l’ho trovato chiaro, onesto e scientifico.
Bisognerebbe che lo leggessero anche Zambrano, Montanari e Pansa.
Poi dovrebbero leggere anche il libro di Magnanini.
Infine, per trovare le fosse comuni, niente di meglio di guardarsi le mappe tracciate con rilievi toponomastici da Spreafico nel tomo sulla lotta di resistenza della sua opera sui cattolici reggiani.
L’unica cosa che non conosciamo è l’asprezza della lotta di allora, dove molti si sono trovati prima nella posizione di essere uccisi poi in quella di uccidere.
Oggi, polemizzare sui fatti di allora come fossero fatti inerenti al buon costume è veramente delirante.
Gli stessi poi non han nulla da obiettare sulle barbarie scientifiche della guerra, non di sessant’anni fa, ma su quelle odierne, dove sparano fosforo sui civili.
Sono quelli che considerano illecite le rese dei conti perchè hanno imparato che la guerra finiva alle ore 10 del 25 aprile, quindi fuori tempo massimo.
Una vera mancanza di fair play… roba da comunisti.
Solo una cosa: come posso avere una copia del tuo libro?
Sono disposto a fare cose riprovevoli per averlo, in libreria non c’è più da tempo…