Ebbene sì, lo confesso, l’ho fatto ancora!
Ho scritto un altro libro. So bene che, come diceva Longanesi, è più facile scrivere un libro che NON scriverlo ma, cosa volete, la scrittura è come il tunnel della droga, ci entri poco alla volta e quando ci sei dentro uscire è difficile.
Però voglio tranquillizzare i miei 24 lettori: stavolta non ho raccontato di Reggio, di stragi, di fascisti ammazzati e simili amenità. Sono stato più modesto: ho raccontato solo 150 anni di storia del nostro povero bel paese! Del resto con i chiari luna che abbiamo ormai ogni giorno, ho pensato che fosse di qualche utilità ripartire dai “fondamentali”. Di fronte alla marea trionfante di caxate, bufale, vespate e belle pansate, forse rimettere a posto qualche nome, data e fatto, servirà a qualcuno.
Certamente è servito a me: ignorante come sono, mi sono fatto un bel ripassino di tante vicende (da Pontelandolfo alla P2) che la fretta quotidiana aveva un po’ scolorito, per arrivare a capire che l’Italia è davvero quello che descriveva con efficacia Carlo Levi:
“l’Italia è davvero come un grande, mitologico, carciofo, un fiore verde e viola, dove ogni foglia ne nasconde un’altra, ogni strato copre un altro strato, gelosamente nascosto. Chi sappia staccare le foglie esterne scoprirà cose impensate, in un difficile viaggio nello spazio e nel tempo”