Caselli buono o cattivo? Dalla parte della legalità. (M.Travaglio)

logo-big-beta.gifFacciamo finta, per un momento, di non conoscere Gian Carlo Caselli. Di non sapere che vive sotto scorta da 40 anni, prima per le sue indagini a Torino sulle Br e poi a Palermo sulla mafia. Di ignorare che ha fatto processare uomini potentissimi come Andreotti, Contrada, Dell’Utri e che l’altro giorno era in prima fila al processo Eternit in veste di procuratore capo. Di non avere la più pallida idea di come la pensa sulla Costituzione, sulla legge uguale per tutti, sui diritti dei più deboli. Anzi, chiamiamolo Pippo.

Mesi fa il procuratore Pippo riceve dalle forze dell’ordine una chilometrica denuncia contro 42 attivisti e infiltrati No Tav per svariati episodi di violenza, veri e presunti, che hanno portato al ferimento di 211 agenti. Siccome la Procura non è la fotocopiatrice delle forze dell’ordine, esamina la denuncia vagliando caso per caso. E si convince che solo 25 di quelle persone vadano arrestate per evitare che ripetano il reato, o inquinino le prove, o si diano alla fuga, in presenza dei “gravi indizi di colpevolezza” richiesti dalla legge. Il gip condivide e la polizia giudiziaria esegue le misure.

I destinatari fanno ricorso al Riesame, che analizza caso per caso e, per alcuni, le conferma, per altri le revoca, per altri le attenua (oggi in carcere ne restano 9). Contro il Riesame c’è ancora il ricorso in Cassazione: su ogni singola misura cautelare, si pronunceranno una decina di magistrati di sedi e funzioni diverse. Si può criticare il loro operato? Certo. Si valutano a uno a uno i loro provvedimenti, si confrontano con le prove e si esprime un’opinione. Noi abbiamo criticato il rinvio a giudizio di Genchi e De Magistris per Why Not. Ma non ci siamo mai sognati di teorizzare una congiura ai loro danni.

Oggi contestiamo la sentenza del Tribunale di Torino che ha condannato la Rai e Formigli a risarcire la Fiat con la cifra spropositata di 7 milioni (5 solo per “danno morale”, cioè per il dispiacere subìto) per un servizio di 50 secondi in cui si affermava che un’auto Fiat va un po’ più lenta di altre due. Mai ci sogneremmo di dire che c’è una congiura giudiziaria per “criminalizzare il giornalismo”. Invece questo sta capitando a Pippo-Caselli: l’accusa assurda, indimostrata e indimostrabile di aver voluto, arrestando i 25, “criminalizzare il movimento No Tav”. Un movimento composto da decine di migliaia di persone che non farebbero male a una mosca, si dissociano persino da chi imbratta i muri nei cortei e hanno in tasca una sola arma: quella della ragione contro una “grande opera” irragionevole, inquinante, costosa, inutile, anzi dannosa (oggi pubblichiamo l’intervento di Mercalli con le ragioni di 250 tecnici che i “tecnici” di governo seguitano a ignorare).

Ma alcuni leader del pacifico movimento, anziché dissociarsi dai pochi violenti e ringraziare i giudici che li hanno isolati, preferiscono associarsi alla campagna contro Caselli e arrampicarsi in distinguo molto berlusconiani sul Caselli buono (quello che combatte le Br e la mafia) e il Caselli cattivo (quello che “arresta” i violenti No Tav). In realtà di Caselli ce n’è uno solo: quello che, davanti a una notizia di reato, procede come gli chiedono la Costituzione e il Codice penale senza guardare in faccia nessuno.

Il risultato di questa campagna, alimentata in certi siti e giornali addirittura da ex magistrati, è che Caselli non può più mettere il naso fuori di casa, nemmeno per presentare il suo libro: roba mai vista nemmeno negli anni plumbei della Torino anni 70 e della Palermo anni 90. Prendere le distanze dai violenti non significa dare ragione sempre e comunque alla magistratura, né tantomeno alle forze dell’ordine (quelle che a Milano fanno ritirare le bandiere tricolori per non provocare i leghisti, mentre vengono mandate da politici scriteriati a militarizzare la Valsusa provocando la popolazione). Significa restare, sempre, dalla parte della legalità. E combattere meglio la follia del Tav: cioè vincere una battaglia sacrosanta che, se passa l’equazione truffaldina “No Tav uguale violenti”, è perduta in partenza.

il Fatto quotidiano, 22 febbraio 2012

Caselli buono o cattivo? Dalla parte della legalità. (M.Travaglio)ultima modifica: 2012-02-22T19:22:00+01:00da pelikan-55
Reposta per primo quest’articolo

6 pensieri su “Caselli buono o cattivo? Dalla parte della legalità. (M.Travaglio)

  1. Se solo 9 su 25 sono poi stati confermati agli arresti è un fatto dirimente che spiega che la retatona di Caselli era ingiustificata, quindi utile ad altri scopi.

    Almeno per una volta, stiamo ai fatti.

    Poi, se fosse venuto a prendere me, mi sarei molto incazzato.
    I 16 scarcerati come si sentono?
    A Travaglio sarebbe piaciuto?

  2. caro Gianni fotografo,
    la questione non è che un magistrato sbagli o no, le critiche ci stanno tutte, il problema è impedire che un cittadino (magistrato o no non importa) non possa esercitare il suo diritto all’espressione. Questo si chiama squadrismo…E oltretutto è il peggior autogol possibile anche se i protestanti avessero tutte le sante ragioni del mondo. “Il mezzo qualifica il fine”, si chiama etica della responsabilità.

  3. “Il risultato di questa campagna, alimentata in certi siti e giornali addirittura da ex magistrati, è che Caselli non può più mettere il naso fuori di casa, nemmeno per presentare il suo libro: roba mai vista nemmeno negli anni plumbei della Torino anni 70 e della Palermo anni 90.”

    Quindi ti riferisci solo a questo passaggio?
    Beh, se dobbiamo ragionare solo su questo, ho qualche dubbio nel merito.
    Lo squadrismo tu sai bene cos’è quindi ti invito a riconsiderare la cosa: il rischio, in questo momento difficile per la democrazia, è di sopprimere anche la contestazione. E’ quello che stanno denunciando a gran voce il movimento No Tav. E’ quello che contestano a Caselli.
    Ci manca solo che Caselli diventi la “vittima” da proteggere ( http://www.torinotoday.it/cronaca/contestazioni-no-tav-magistrato-caselli-presentazione-libro.html ), quando è lui che ha fatto la mega retata ed è lui che gira da trent’anni con un servizio di scorta imponente.
    Cosa viene a tirar fuori travaglio con la storia del “naso fuori casa”…
    Ti invito a dare una occhiata a questo link, direi che siamo ben lontani dallo squadrismo.
    http://video.repubblica.it/dossier/battaglia-no-tav/caselli-contestato-via-garibaldi-blindata/88689/87082

    Infine: Caselii ha dichiarato «Protestare ed esprimere dissenso è consentito e fa parte della democrazia – ha detto – ma dare del boia a un magistrato o a un poliziotto non ha nulla a che vedere con la democrazia e con la libertà di espressione»

    Scusa se rido, sai quanti anni di galera mi avrebbe dato il Caselli alle manifestazioni studentesche di trent’anni fa?

  4. Quanto sono utili al movimento “no tav” gli inutili idioti che espongono un manifesto contro Caselli con su scritto “Caselli baciamo le mani”?. Solo questo dovrebbe indignare , un magistrato che da decenni è costretto, ripeto costretto, a vivere sotto scorta viene trattato da mafioso. Vergogna e vergogna a chi non capisce questo o addirittura pensa che sia un privilegio vivere sotto scorta…….

  5. “ma dare del boia a un magistrato o a un poliziotto non ha nulla a che vedere con la democrazia e con la libertà di espressione”, come non condividere? Da giovani si fanno tante caxate, sarebbe meglio ripensarci da adulti, o no?

I commenti sono chiusi.