Le ore della notte

Le ore della notte sono tutte diverse, si schierano in bell’ordine ad aspettarci e, di solito, non le degniamo di uno sguardo, tutti persi nel sonno che, dicono, sia indispensabile.

Invece le ore della notte sono tutte diverse, non solo minuto dopo minuto, ma anche stagione dopo stagione: le due di gennaio non sono quelle di aprile o di luglio quando nella campagna rimane solo qualche verso e gridio di animali sconosciuti. Le quattro di agosto con il cielo che inizia appena ad essere meno scuro, impercettibilmente, non sono quelle di febbraio, con il gelo che ferma tutto e le gocce d’acqua delle pozze bloccate nel lucido oscuro del ghiaccio nel buio.

Ore diverse che di solito trascuriamo, e che conosciamo nostro malgrado quando il sonno non ci incontra o, peggio, ci abbandona all’improvviso lasciandoci sudati e con quel senso di svuotamento che ci ribalta sul cuscino. Ci vuole tempo e un pizzico di coraggio per trovare a strada giusta. I più, normale e logico, si arrotolano e tentano di riprendere quel sonno impossibile. Tattica suicida, come consegnarsi mani e piedi legati al nemico e sperare nella sua clemenza. Che non ci sarà mai.

Invece si deve avere il coraggio, quel piccolo coraggio che abbiamo imparato da tanto tempo, più per disperazione che per convinzione, ed uscire, accettare lo scontro (o l’incontro?) stando dritti, in piedi. Si accettano anche posizioni sedute. Ma non supini, mai.

E allora ci sei tu e loro, le ore della notte, e le puoi conoscere. Il sussurrìo delle tre in campagna, con la farfalla che ti viene vicina e ti gira attorno, nella luce della lampadina alle tue spalle, il lontano sibilo delle cinque di dicembre che non sai se di un auto o di una freccia scagliata tanto tempo prima. La sirena smorzata che temi s’avvicini e invece svanisce poco a poco nelle quattro di aprile.

Ma non basta ascoltare, apri anche la finestra (o la socchiudi nell’inverno padano) e cerchi un odore, un sapore che spesso non trovi. Certe ore sono senza profumo e senza suono, ma ci sono, esistono e non solo perché le vedi scritte là sul quadrante dell’orologio.

Le ore ci sono e sono lì con te, alcune ti riconoscono e ti vengono più vicine, altre sono quasi indifferenti, poche ti arrivano a pochi passi, come un cane che ti riconosce e si siede, guardandoti, in attesa. In attesa di un tuo cenno che non verrà, lo sapete entrambi. La tua testa così piena di luci, immagini e pezzetti di cose e persone, loro ferme, disciplinate, scansite dai secondi che passano, basta un niente e cedi, anche se per poco, al sonno che vorrebbe ripigliarti. Ma in piedi (o seduto) sei più difeso. Chiudi gli occhi e li riapri e già hai perso dieci minuti di quell’ora e vorresti chiedere scusa per essere stato cosi debole e inutile. Dieci minuti. Uno scampolo prezioso che  non ritroverai più.

Perché le ore della notte sono tutte diverse e sono uniche.

Le ore della notteultima modifica: 2013-09-26T19:22:52+02:00da pelikan-55
Reposta per primo quest’articolo