Perchè stupirsi?

Come diceva il poeta “hanno dato il gregge in mano al lupo e adesso piangono perchè spariscono gli agnelli”. Abbiamo/hanno dato il governo ai leghisti e ora ci stupiamo delle pensate del ministro (protempore) marroni? Questa gente che già a Chiasso si sente sperduta, che costruisce il proprio risibile potere sulla paura altrui, che vive di ignoranza e ingordigia, che fa dell’egoismo e dei bassi istinti il proprio credo, che altro poteva dare?

Io però, ammetto, sono d’accordo con una operazione di reimbarco. Cambierei però i passeggeri. Meglio 100 migranti all’uscio che un leghista sotto casa. Quindi: si carichino dei bei barconi di leghisti, li si porta attraverso il Mediterraneo (I lombardi alla prima crociera) e poi li si consegni, loro, ai libici. Gheddafi sappia che siamo disposti a pagare per il cambio.

Un consiglio per Salvini

Vorrei dare un consiglio al SS (Sapido Salvini), che ha proposto di riservare posti in metro solo per milanesi. L’idea non è male ma tecnicamente come si fa? Mica puoi costringere i lumbard a girare con l’atto di nascita appuntato sul petto, che poi a Milano piove e la carta si stinge e sporca la giacchettina di Armani. No, ci vuole una cosa pratica, da veri meneghini. Allora visto che sarebbe scomodo mettere un qualsiasi segnale sui non-milanesi (magari sono migliaia e migliaia, sti’ impuniti!) propongo di segnare solo i veri “milanesi-lumbard”. Si crea un distintivo da appuntare su questi fortunati: propongo un ovale marrone con al centro stampata una bella “M” giallina.

“M” come meneghini? Milanesi? Mah, fate voi, cos’è quella cosa marrone che inizia per “M”?

Cercasi persone smarrite

In questo turbinio di gonne, cosce, alcove, tresche e lenocinio mediatico mi sorge spontanea una preoccupazione: ma dove sono finiti i nostri defensores fidei? I Teodem, Teocon, Atei devoti, sacerdoti intrippati, mistici da pizzeria? La famiglia è sotto attacco, ma non una famiglia, no. LA famiglia di Arcore. E loro? Forse stanno preparando un nuovo Family day? Sono intenti a stampare i volantini e a preparare gli striscioni? A un primo colpo d’occhio gli unici striscioni che vedo sono i giornalisti che strisciano a terra, la lingua sulle scarpe dell’Homo priapicus. Ma forse mi sbaglio.
Sono certo che la Binetti sia intenta a stringere il cilicio sulle sue carni virginali per scontare i peccati del leader, mentre cardinali e monsignori si stanno mangiando le mani: “proprio stavolta che avevamo trovato uno che ci dava tutto, guarda che casino va a combinare! Ma facesse le sue cosine come tutti, in silenzio, discretamente, da bravo cattolico!”. Già, un bel problema, bisogna capirli, abituati a secoli di peccati discreti lavati con magnanimità nella penombra del confessionale, questo qua (che deve aver scambiato le pilloline blu per mentine all’anice) ti va ad esibire le sue demi-vierges in tv, a “Porca a porca”! Ah, non c’è più rispetto, non c’è più decoro, signora mia, dove andremo a finire? Già, dove andremo a finire? Quale sarà la prossima frontiera che il cavaliere azzurro (e glielo avevano detto che troppe pilloline blu danno quest’effetto secondario…) abbatterà per renderci ancora più liberi? Presentarsi davanti alle scuole con solo l’impermeabile addosso, aprirlo a sorpresa e poi dire che faceva lezioni di educazione sessuale alle giovani generazioni?

La nostra fantasia inciampa ma siamo certi che Lui ci saprà stupire, come sempre.

Sondaggi e idee-regalo

Secondo il sondaggio IPSOS-Sole 24 Ore, il 40% degli operai voterà a destra (Lega o PdL). I casi sono due: o si tratta di un caso storico di tafazzismo di massa, oppure la sinistra sta facendo tanto la sinistra che nessuno se ne accorge più.

Un’idea regalo per il vostro peggior nemico: “Devi augurarti che la strada sia lunga” (Editore Ponte alle Grazie) del cashmiroso Fausto Bertinotti, degno erede di quel Giacinto Menotti Serrati, il massimalista parolaio che fu il primo alleato del cavalier Benito nel 1922.

Nel 1953 quando i tank sovietici repressero la rivolta degli operai a Berlino, il buon Berchtold Brecht lucidamente osservò: “Quando la classe operaia si ribella ai suoi dirigenti, si cambia…la classe operaia!”

Facile, no? (si fa per dire)

Ei fu…

“Ei fu, siccome immobile, dette il mortal sospiro…quale sarà il fortunato poeta che canterà la fine, ingloriosa, ridicola e grottesca del nostro presidente (provvisorio)? Chi lo travolgerà, l’ennesima minorenne, la velina-assassina che farà schioppare l’ultima, eroica, coronaria, un peto tonante sfuggito al cospetto dei grande del G8? No, lo sappiamo: sarà un complotto della sinistra, un colpo di stiletto dei soliti comunisti o di qualche giornalista-giustizialista che sobillerà, mesterà, tramerà. E il grande uomo cadrà, come la statua di Saddam sulla piazza di Bagdhad, e noi come la cara Jenny dei Pirati di brechtiana memoria, diremo “oplà!”.

Nell’attesa registriamo il risveglio della CEI che si è ricordata che un leader dovrebbe, almeno, non esagerare in ciarpami e vaccate varie. Meglio tardi…Ma intanto l’operazione “Salvate il satiro Silvio” è partita, ohibò, con la solita vecchia tattica: 1. Intervista a “Porca a porca”; 2. Insulti alla signora Veronica della stampa leccobarda; 3. Fuoco di copertura dei giornalisti della “Compagnia dell’agnello”. Se qualcuno ha lo stomaco si legga oggi “Il limite che non c’è” del sublime P.L.Battista, ovviamente attrezzandosi con stivaloni e grembiule per non rimanere inzuppati della saliva del “giornalista”, impegnato nella sua linguistica occupazione. E quello una volta era il “Corriere” di Ronchey e Ottone. Tempi duri, non c’è che dire.

Dell’Utri, chi?

Il pregiudicato Dell’Utri Marcello, condannato a 9 anni di reclusione in primo grado a nove anni di reclusione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e, attualmente, senatore della Repubblica (con un cursus honorum così è il minimo) ha asserito che “Benito Mussolini non fu “dittatore spietato e sanguinario”, perse la guerra perché fu “troppo buono”, fu “blando” sulle leggi razziali e i repubblichini furono “i partigiani di destra”, perché lottarono per un ideale.”
“Mussolini – sostiene Dell’Utri – ha perso la guerra perche’ era troppo buono. Non era affatto un dittatore spietato e sanguinario come poteva essere Stalin” e “trovo Mussolini straordinario e di grande cultura”.
Secondo il senatore del Pdl, “non e’ colpa di Mussolini se il fascismo e’ stato un orrendo regime: “sono state le sanzioni a costringerlo a trovare un accordo con la Germania di Hitler”. Se non ci fossero state – sostiene Dell’Utri probabilmente non si sarebbe mai alleato con Hitler. Neanche le leggi razziali convincono Dell’Utri, che ricorda: “nei suoi diari Mussolini scrive che le leggi razziali devono essere blande”. “Io non ho alcuna intenzione di fare apologia ne’ del fascismo ne’ di Mussolini”, precisa. E al riguardo aggiunge di aver scoperto nei diari del dittatore “la figura di un grande uomo”. Per quanto riguarda i ragazzi di Salo’, l’assoluzione e’ piena: “erano al 100% partigiani di destra, hanno avuto la loro parte e credevano in alcuni valori”. “I repubblichini – sottolinea Dell’Utri – sbagliavano sicuramente pero’ sono essere umani che hanno lottato al pari degli altri per una loro idealita”‘. (http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=117231)

Sentito il Dell’Utri, per par condicio, si attende l’opinione di Bernardo Provenzano sul pontificato di Giovanni Paolo II e di Totò Reina su Madre Teresa di Calcutta.

Baciamo le mani (si fa per dire).

Caduta libera

Ormai è una gara persa: uno pensa che si sia toccato il fondo e poi, oplà, il giorno dopo, ecco aprirsi un nuovo baratro morale. Adesso siamo alle liti famigliari in pubblico, alla moglie che, chiede il divorzio, accusando il marito, ultrasettantenne, fra l’altro, di andare con minorenni (ma il Codice penale non dice nulla? Esiste l’articolo 609, o no? Ma anche su quello il Lodo Alfano fa piazza pulita). E qual’è la reazione? Sdegno popolare? “L’Osservatore Romano” tuona? “Avvenire” strepita, indignato? Nulla. Un silenzio bucolico e armonioso. Un po’ di carità verso un vecchio, patetico, satiro. Anzi, c’è da aspettarsi valangate di sterco sulla Signora che ha avuto, sobillata dal Comintern, il cattivo gusto di lamentarsi.

Leggere i siti del Pollo delle Libertà (loro) per credere: insulti, volgarità postribolari, insinuazioni. Guardare (da lontano se non siete di stomaco forte) “Libero” e “Il Giornale”.

Del resto la storia è vecchia: quale maschio italico oltre i 50 non sogna l’avventura con la fanciulla, gratis o a pagamento poco conta? Qualche anno fa un facoltoso industriale modenese, over 50, raccontava divertito di aver corteggiato una giovane pulzella che, ostinatamente, gli si rifiutava. Messa alle strette e interrogata sul perchè del rifiuto, la giovane rispose candida: “Perchè siete vecchio e brutto!”. E allora il nostro industriale, estrasse il portafoglio e mostrandolo alla fortunata replicò: “Quanto ci vuole per diventare bello e giovane?”. Non sappiamo la replica della giovane, se conservò la virtù o (probabilmente) alzò il prezzo.

Silvio è tutti noi, industriali e no, belli e brutti, rappresenta perfettamente il genere “mascalzone latino”, padre di famiglia e puttaniere, padre e prosseneta, dal night alla cattedrale in un balzo. Tanto chi ti assolve lo si trova sempre, in questa Italia in caduta libera.

Silvio, il liberatore…

Abbiamo avuto torto. Diciamolo. Tutti presi nelle nostre elucubrazioni mentali non abbiamo capito. Silvio ci ha liberati. Vivevamo nel mondo dei nostri padri e madri, oppressi da concetti come “dovere”, “onestà”, “decoro”, “sobrietà”. Pensate, noi credevamo che l’istruzione e la cultura fossero cose indispensabili! Che il lavoro fosse quella cosa che definiva la nostra vita (e del resto la Costituzione questo ci ricorda all’art.1), che l’ozio fosse una colpa. Pensate, alla sera eravamo abituati a fare l’esame di coscienza, per migliorare il giorno dopo. Per noi la parola “consumo” non voleva dire gioia, soldi, business ma “spreco”. Fin da bambini abituati a sentirci dire “non consumare la roba!”.

Pensate in che inferno ci eravamo andati ad infilare con tutte queste fisime! Ma per fortuna c’è chi ci ha salvati. Non cado nella trappola di demonizzare il nostro amato sovrano (altrimenti Panebianco e D’Alema mi tolgono il saluto e non mi invitano più alla partita di polo) che è stato solo in grado di capire che dalla imperfetta condizione di cittadini ormai ci eravamo evoluti (si fa per dire) in quella di consumatori.

Altro che muro di Berlino da abbattere! E’ stato abbattuto il nostro muro (o muretto) morale ed etico a colpi di liberazioni successive: finalmente si poteva essere ricchi (a qualunque costo) e vantarsene, ladri e fregarsene, truffatori e andarne fieri, baldracche ed essere rispettabili, puttanieri e praticare chiese e sacrestie. Che liberazione! Poter dire finalmente che i terroni sono sporchi o che i marocchini sono animali e non sentire quel ridicolo biasimo intorno. Ahhh, che meraviglia! Cose che prima poteva dire solo lo scemo del paese al bar ora sono diventate il programma elettorale della Lega (scusate la parolaccia), esaltare Mussolini, prendersela con i partigiani, insultare l’anziano, parcheggiare in quarta fila, non pagare le tasse e ridersela. Finalmente liberi di essere italiani, veri italiani. Liberi di scaccolarci in auto e di petare in pubblico, il rutto come festa estiva, lo “sballo” come prospettiva di vita. Che si può volere di più? E’ la modernità, bellezza. E le famiglie di una volta che insegnavano alle figlie a studiare e lavorare! Patetiche! Meglio specializzarsi in una qualche pratica sessuale da praticare con il potente di turno ed è fatta, ci vuole meno tempo, ci si diverte di più e si arriva prima. Si chiama ottimizzazione delle risorse.

Ora, finalmente, siamo liberi. Liberi, verso un luminoso avvenire (si fa per dire).

Gita aziendale

Da “L’amaca” di Michele Serra (Repubblica, 23 aprile)

E’ in corso un dibattito politologico: se sia o non sia un sultanato il potere berlusconiano. A giudicare dalla prima pagina di “Libero” di ieri, che pubblicava la foto di un trio di majorettes in bikini sostenendo trattarsi di candidate alle europee provinate da Silvio in persona, il sultanato è un modello di governo decisamente troppo ambizioso, e ben temperato. Accostarlo al berlusconismo è incauto e rischia di offendere qualche potente signore esotico con turbante di zaffiri, portamento elegante e ottima conoscenza della lingua inglese. bisogna fare uno sforzo (lo dico al professor Sartori) e cercare definizioni più calzanti al clima allegramente dopolavoristico creato da un ricchissimo padrone che ha trasformato la politica e le istituzioni in un momento di svago per le sue maestranze. Ex segretarie, signorine buonasera, interi cast televisivi, la popolosa filodrammatica di strada che popola i reality, un catalogo ammirevole di fiche di rappresentanza, portaborse e portacarte, avvocati e commercialisti, lo staff medico al completo dall’otorino al callista, scriba al seguito, cantori e giocolieri di corte, ex-nemici acquistati all’ingrosso (asta su E-bay?), barconi affollatissimi di profughi di Hammamet: tutti insieme a Roma e/o Strasburgo, in festosa comitiva. E’ la prima volta nella storia che una gita aziendale diventa classe dirigente.

Ancora sulla Shoah

Trovo questo brano (a firma Riccardo) oggi sul mio blog a commento del post del 23/01/2009 “Il vescovo: “L’olocausto non è mai esistito” (la copia è conforme all’originale)

Non c’entrailfatto dell’intolleranzaverso gli ebrei tanto meno l’accusadi deicidio,bastacon queste storie,ladomandaé le camerea gas sono mai esistite?
e’ una domandaper ilricercatore storico.
Chi crede in una veritá ripetuta 1000volte da ragione a Himmler,talepotrebbe benissimo essere ilcasodell’olocausto contro gli ebrei,non dico che non siano morti molte persone in Germaniai campi diconcentramento c’erano,ma sono morti milioni di ebrei?
Tutte lericerche smentiscono questo il New york timesdichiaró che in auswits sono morti 73000 ebrei nel2003, mentrenel 1991 si dichiaró che ne erano morti 100 000, per 40 anni prima del 1991 si dichiarava che ne erano morti 4 000 000, enegli anni cinquanta e quarantadsi scriveva nei giornali che ne erano morti 9 000 000.Si intravvedela farsa?
Le statistiche ricercateledicono che nel 1939 c’erano 15 600 000 ebrei in europa,e nel 1948 15 700 000.
e’chiaro che quello checi dicono i filmtipo spielberg e molti altri é una menzogna storica, un busines per lo stato di Israele che all’epoca non esisteva neppure.
E nessuno parla che negli Stati Uniti sono stati uccisi in campi di concentramento ben 150 000 giapponesi.
Nessuno dice ne commentamai dei 2 000 000 di soldati tedeschi morti e fatti morire in campi di concentramento inglesi dopo la seconda guerra mondiale.
E sopratutto nessuno parla delledecine di milioni di torturati e uccisi in campi di concentramento sovietici.
Lapolitica e lareligione cosa c’entrano se si tratta dellaricerca della veritá oggettiva?
Mala cosa pone domande scomode… il potere imbavaglia contro ogni democrazia occidentale in occidentetorturano chi fa ricerche sull’argomento oggi, e possono incarcerarti nellamaggior parte dei paesi liberi,se é tanto vero l’olocausto perché non smentiscono le tesi revisioniste dai alla mano?
Perché non ci sono prove, non ci sono prove documentali ne di camere a gasne di testimoni sopravvissuti alle camerea gas,ne dello sterminio degli ebrei nellaseconda guerra mondiale.
Eh si éla veritá,e chi potrá negarla quando esca alla luce bene bene cosa che é inevitabile prima o poi? Meglio primache poi.

Chi si offende per chi la pensa diversamente per chi propone un altra versione della storia é un intollerante,
invece il vescovo ha espresso una sua opinione personale da storico,non a nome della chiesa, ma a nome suo come storico édi tutto rispetto.
Bisogna rispettareleopinioni gente, in democrazia e anche se non fossimo in democrazia.

Comeépossibileche su 30 campi di concentramento nazisti solo su 7 c’erano le camerea gas,proprio quei sette campi di concentramento caduti nel lato sovietico, doveper 40 anni nessunoccidentale ha fatto indagini?

e poi : tutti sanno che le camere a gas che ci sono ad Auswits sono ricostruzioni, dove sono quelle vere?
Nessuno le ha mai viste.

Questa la mia risposta che voglio condividere:

Leggere le cose che scrive Riccardo subito fa arrabbiare, poi muove un senso di profonda pietà, pensando al livello di decadimento morale e intellettuale che sta dietro a simili posizioni. Basterebbe una parola: “balle” e tutto si chiuderebbe lì, ma risolveremmo il problema di chi vive in questo stato di profonda e, temo, definitiva ignoranza? E’ talmente enorme la distanza fra la realtà e quello che Riccardo pensa di sapere che ogni considerazione rimane in sospeso. Decenni di ricerche, di dati, numeri, milioni di biografie cosa contano davanti alla protervia di chi dice cose di questo livello? Un solo esempio: “tutti sanno che le camere a gas che ci sono ad Auswits  [Auschwitz] sono ricostruzioni”. Chi sono i “tutti” che sanno? Hai mai toccato quelle macerie, caro Riccardo, hai mai letto anche 1 solo documento originale sulla Shoah? Sei mai stato in un campo? Nulla di nulla, magari qualche serata sul web su qualche sito negazionista e via. Leggere queste cose prima fa arrabbiare poi fa pensare che sia giusto quello che accade all’estero: carcere per i negazionisti. E’ una misura di profilassi morale, per tutti.