Natale

Natale

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

G.Ungaretti

da Vita d’un uomo, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1977

Un Natale colorato

Altro che White Christmas! Qui il Natale è coloratissimo
di Igiaba Scego

19.jpg.jpegI bambini amano colorare. Un foglio bianco è l’inizio di un’avventura bellissima. In mano matite, pennarelli, pastelli e quello che era di un solo colore si trasforma in una foresta fantastica fatta di tutte le nuances del mondo. In questi giorni un miracolo simile è avvenuto qui all’Unità. Via posta elettronica è arrivata la vita, VOI. Foto, Pensieri e tanti tantissimi sorrisi. Siete stati in tanti a rispondere all’iniziativa del Natale colorato lanciata sulle pagine del giornale. La triste vicenda di Coccaglio, del White Christmas, non è piaciuta a nessuno. Controllare a tappeto i permessi di soggiorno dei residenti migranti è sembrato a molti di noi un’eco di qualcosa che non volevamo più vivere. Personalmente mi ha ricordato i cartelli del ventennio, quelli appesi all’ingresso dei negozi con su scritto «qui solo ariani».

Il Guardian, autorevole giornale inglese, ha dedicato a questa triste vicenda addirittura la prima pagina, considerando la faccenda non una bravata (come alcuni qui in Italia hanno sostenuto con una scrollatina di spalle), ma un atto grave di violazione dei diritti fondamentali dell’uomo. Purtroppo il White Christmas invocato dalla Lega è stata la punta dell’iceberg di una situazione italiana tragica fatta di intolleranza istituzionale e soprusi mediatici. Un mix letale. Dalla morte di Abba, il giovane ragazzo italiano originario del Burkina Faso, ne vediamo ormai di tutti i colori. È quasi un bollettino di guerra. Viviamo in un triste clima di apartheid, dove clandestini alla fine siamo tutti, estranei a una situazione in cui si creano cittadini di serie A con diritti e cittadini di serie B da considerare carne da macello, inutili, sacrificabili. Però le vostre foto ci dicono altro, parlano di speranza.

Quando leggo Antonella che dice «Per me il natale è sapere che un’amica Rom ha trovato lavoro in un’azienda onlus» mi si gonfia il cuore di contentezza. C’è amore, amicizia, solidarietà nelle vostre foto. Coppie che si amano, giovani che si divertono, bambini che giocano. Mauro Baioni ha inviato i volti multicolori di un corso di italiano di un Ctp a Brescia, Sabrina ha promesso in una mail di mandare le foto dell’associazione mamme afroitaliane, mamme bianche di bambini misti o adottati, mentre Luca e Andrea ci hanno fatto partecipi del loro viaggio in Sudan e in una foto fa capolino anche Moni Ovadia. Il Natale 2009 da queste foto già so che sarà memorabile. Vivere insieme in una società complessa non è facile, lo so, ma non è impossibile. E queste foto lo dimostrano. Un’altra Italia c’è (e perdonatemi lo slogan facile). Ora sarebbe bello che tutto questo colore lo vedesse anche il sindaco di Coccaglio. Gli mandiamo la pagina dell’Unità come biglietto d’auguri? Io domani lo farò.

La galleria fotografica con le foto che ci avete inviato a unitaonline@unita.it in:

http://www.unita.it/news/l_iniziativa/93028/altro_che_white_christmas_qui_il_natale_coloratissimo

Cristiani per il testamento biologico

Cristiani per il testamento biologico: a Milano, la Chiesa Valdese apre un registro
da Adista

Sul testamento biologico le sensibilità all’interno del mondo cattolico sono molto più articolate e plurali di quanto la “non negoziabile” posizione dei vertici della Chiesa italiana possa far intendere. Lo ha testimoniato, fra le altre cose, l’appello sottoscritto da 41 preti in occasione della discussione in Senato della legge ora approdata alla Camera.

In Germania è stata la stessa Chiesa cattolica a promuovere la compilazione di un testamento – le “Disposizioni del paziente cristiano” già sottoscritte da 3 milioni di fedeli – che con l’entrata in vigore della nuova legge, lo scorso 1 settembre, assume a tutti gli effetti valore legale.

D’altra parte, nonostante il sistema mediatico-politico tenda a dare voce solo alle posizioni del papa e dei vertici della Cei, tra i cristiani italiani non ci sono solo i cattolici. E le posizioni delle altre Chiese presenti in Italia non sempre coincidono con quelle della Chiesa di Roma, anche sulle problematiche più direttamente connesse al dibattito politico contingente.

È il caso ad esempio delle questioni del “fine-vita”. Lo scorso 21 febbraio a Piazza Farnese a Roma, alla manifestazione contro il disegno di legge Calabrò che il Senato stava approvando in quei giorni, c’era anche Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di teologia. “Sono qui per oppormi con voi all’eutanasia attiva perpetrata nei confronti della già comatosa laicità del nostro Paese”, aveva dichiarato Garrone dal palco. “Sono qui per reagire contro il tentativo di ridurre la Repubblica ad una provincia papalina. Sono qui come credente” che vive “questa battaglia di libertà e di umanità a testa alta, davanti a Dio, nella libertà che mi ha donato e nella responsabilità a cui mi ha chiamato, fidandomi di Lui. Tutto quello che dico, nessuna parola esclusa, in questo ‘comizio’, lo vivo e lo dico anche in preghiera, nella riconoscenza per tutto ciò che mi è stato donato, con la volontà, però, di non idolatrare la mia vita; e nella speranza che ‘ciò che è mortale sia assorbito dalla vita’ [2Cor 5,4]”.

Già nel 2007 il Sinodo della Chiesa Valdese aveva approvato un ordine del giorno in cui si affermava che “la cura del malato, in ogni suo aspetto, deve sempre presupporre il suo consenso”. Nessuno, “neppure i parenti”, dovrebbe essere dunque “abilitato a esprimere la volontà del paziente in vece sua”. “È principio di civiltà”, si leggeva ancora nell’ordine del giorno, “dare voce, attraverso una legge, alle scelte della persona compiute con coscienza e volontà e in previsione di una futura incapacità nell’esprimere validamente il suo pensiero”.

Ora la Chiesa valdese di Milano ha deciso di conferire ancor più concretezza a questa presa di posizione organizzando un registro delle “Direttive anticipate per i trattamenti sanitari”. L’iniziativa, la prima in Italia promossa da una Chiesa, è aperta a tutti i cittadini. “Ci saranno un notaio”, ha spiegato il pastore valdese di Milano Giuseppe Platone, “i testimoni necessari, tutte le formule per rendere giuridicamente valido un atto privato. E chi vorrà potrà, finalmente, lasciare le proprie indicazioni sulle cure che vuole o non vuole gli siano praticate nel caso in cui, un giorno, non potesse esprimere la sua volontà”.

Alla conferenza stampa di presentazione, svoltasi a Milano lo scorso 2 dicembre, è intervenuto anche Beppino Englaro: “È un’idea apprezzabile – ha affermato – soprattutto perché proviene da cristiani laici che si sono coraggiosamente impegnati per una battaglia per la libertà e i diritti fondamentali delle persone. Spero che questa iniziativa sia di stimolo alle autorità pubbliche per fare in modo che la futura legge sul testamento biologico sia davvero costituzionale”.

Il formulario del “testamento valdese” prevede la possibilità di rifiutare alimentazione e idratazione artificiali, proprio ciò che sarebbe impedito nel caso in cui la legge già licenziata dal Senato fosse approvata senza emendamenti anche dalla Camera dei deputati. Il modulo si conclude con una parte concernente le “Disposizioni dopo la morte”, dove è possibile indicare se si desidera o meno “un funerale religioso secondo la confessione di fede” professata dall’autore del testamento.

(11 dicembre 2009)

http://temi.repubblica.it/micromega-online/cristiani-per-il-testamento-biologico-a-milano-la-chiesa-valdese-apre-un-registro/

Day after B Day

Dalla “Stampa” di oggi:

L’onda viola: “Berlusconi dimettiti”

I numeri della Questura: 90 mila. Per gli organizzatori «un milione». I politici e i partiti in secondo piano
ROMA
Qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo, qualcosa in prestito e qualcosa di blu: in piazza il viola sostituisce il blu ma per il resto il popolo di Internet, autoconvocatosi su Facebook e sui blog per dire no al Governo e chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi, rispetta la tradizione che chiede alla sposa di combinare in questo modo nel giorno fatidico la sua toilette.

Di vecchio c’è la battaglia dei numeri: gli organizzatori, dopo qualche incertezza, sparano entusiasticamente mezzo milione, un milione, un milione e mezzo di partecipanti, la questura ne ’certificà solo novantamila e anche questa sembra una prudenza ’politicà; piazza San Giovanni infatti è piena mentre il corteo continua a sfilare e c’è gente che già defluisce a manifestazione in corso. Di nuovo c’è appunto il metodo scelto: la piazza virtuale della rete, che nessuno immaginava potesse produrre una mobilitazione di queste dimensioni (replicata in piccolo all’estero, con sit in davanti ad ambasciate e consolati italiani). «I partiti? Gli abbiamo chiesto una mano – racconta Gianfranco Mascia del comitato organizzatore – ma volevano concordare la piattaforma. Stanno ancora alla piattaforma…».

In prestito c’è la scelta di colorare la manifestazione in modo uniforme: l’idea delle “rivoluzioni colorate” ha avuto grande successo in anni recenti in Ucraina e Georgia. A caratterizzare politicamente la manifestazione è una opposizione totale, senza se e senza ma a Silvio Berlusconi. «Chi non salta Berlusconi è», canta e salta, appunto, il ’popolo violà e dal palco gli interventi più applauditi sono quelli che danno del «mafioso» al presidente del Consiglio. Più ancora che alla maggioranza parlamentare, e al premier cui viene chiesto di «farsi processare» in tribunale, questa piazza parla ancora una volta al centrosinistra: l’Idv è in piazza, è presente in forze (quelle non faraoniche disponibili in questa fase) la ex sinistra radicale, si accoda una parte del Pd dopo il no del segretario Pier Luigi Bersani per non perdere del tutto il contatto con un pezzo importante dell’elettorato.

La piazza parla al centrosinistra dicendo di fatto no a chiunque immagini di poter dialogare, su qualunque tema, con un premier di fatto considerato fuorilegge: lo fa quando sale sul palco Salvatore Borsellino impugnando un’agenda rossa come quella sparita del fratello Paolo ucciso in via D’Amelio: «Sono qui perché la mafia deve essere cacciata fuori dallo Stato, fuori dalle istituzioni», dice chiamando in causa anche il presidente del Senato Renato Schifani: «Persone come lui non dovrebbero occupare le istituzioni». Parla al centrosinistra quando l’attore Ulderico Pesce urla dal palco al premier: «Sei tu il mafioso, sei tu dietro le stragi», attirandosi un possibile strascico giudiziario. Applausi. Applauditissimo anche Giorgio Bocca, decano dei giornalisti italiani, che in un messaggio video scalda la piazza spiegando che il progetto di Berlusconi è «antidemocratico» e lo dimostra anche «l’uso terroristico dell’informazione che viene fatto dal Giornale di Feltri».

Non a caso, Bocca prende di mira anche il Pd: «Deve decidere cosa vuole fare – attacca – perchè Berlusconi sta cercando di costruire una democrazia autoritaria». Qualcuno aveva capito subito che l’iniziativa si sarebbe rivelata un successo, e infatti Italia dei Valori e Rifondazione erano state le prime a garantire adesione e collaborazione agli organizzatori. Il Pd, timoroso di rimanere schiacciato su Di Pietro, aveva preferito dire no alla piazza ’violà e convocare una sua mobilitazione in mille piazze italiane per il prossimo fine settimana. Poi ha scelto il profilo intermedio, con alcuni dirigenti a sfilare a titolo individuale fra piazza della Repubblica e San Giovanni: la presidente democratica Rosy Bindi si era cautelata in una intervista, ammonendo il leader dell’Idv a «non usare la piazza contro il Pd». «Nessuna polemica», è la replica di Antonio Di Pietro, e allora anche l’esponente democratica può auspicare un dialogo con i manifestanti: «Non è un popolo di frustrati ma di indignati», dice.

«Il fatto che sia qui io che sono il presidente vuol dire che le divisioni sono superate», dice ancora Bindi, anche se Franco Marini, assente, la pensa diversamente: la manifestazione «è un errore», afferma. «Se andiamo avanti di questo passo, rischiamo di tenerci il Cavaliere anche oltre questa legislatura». E i colleghi democratici in piazza a suo giudizio «sono addirittura troppi». Fra questi, l’ex pupillo Dario Franceschini, oggi capogruppo alla Camera, che però non parla: «Facciamo parlare i ragazzi e le ragazze che sono qui oggi». In perfetta sintonia con i toni del corteo Di Pietro: «Quella di oggi è la prima giornata di resistenza attiva prima della spallata finale a un governo piduista e fascista. Questo governo – accusa – troppo speso assume comportamenti che sembrano mafiosi e non nell’interesse dei cittadini». E se Berlusconi rivendica la cattura dei latitanti mafiosi, Di Pietro gli rinfaccia di voler «bloccare la magistratura» e di tagliare i fondi alle forze dell’ordine. Gli arresti, dice, si fanno «nonostante Berlusconi e non grazie a Berlusconi».

(…) testo completo in:http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200912articoli/50078girata.asp#

NO B-Day

Oggi il NO B-Day. Lo slogan dominante è “berlusconi dimettiti”.

Oddio! Non sarà un po’ troppo forte? Non sarà troppo anti-berlusconiano? Signora mia, dove andremo a finire? Ci vuole calma, lasciare spazio alla politica! Facile urlare “Via berlusconi”! Lo sanno fare tutti. Vuol mettere stare tutti i giorni lì a parlare con quagliariello? Prendere un caffè con cikkitto? Andare a cena con gasparri? Lì ci vuol coraggio! Lì si vede chi ha le palle (scusi l’espressione), signora mia!

Oggi in piazza centinania di migliaia di persone! Troppa agitazione! Si finisce poi come? Per fortuna che i girotondi li hanno messi a posto, figurarsi quando Moretti andò a dire “Con questi perderemo sempre!” Facile fare l’artista! Ma la po-li-ti-ca è altro!

In un film dei fratelli Coen (Ladykiller) il vecchio sceriffo ha un cartello nel suo ufficio “Rieleggetemi! Sono troppo vecchio per lavorare!”. Ecco, pensiamoci sempre, facile vestirsi di viola e andare in piazza per dire “b. vattene!”. Facile. E se poi quello si offende e se ne va davvero?

Non temo Berlusconi in sè, temo Berlusconi in me” (G.Gaber)

Testamento biologico: la Chiesa valdese istituisce il registro

Testamento biologico: la Chiesa valdese istituisce il registro
di Cecilia Maria Calamani, cronachelaiche.it

“Non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te; fai agli altri quello che vuoi che gli altri facciano a te”. Con questo principio ispiratore, tratto dal Vangelo, la Chiesa valdese di Milano ha attivato uno sportello pubblico per la raccolta delle dichiarazioni anticipate di fine vita di tutti i cittadini, valdesi e non.

Nel modulo da riempire, si può dare o negare l’autorizzazione a trattamenti sanitari nel caso ci si trovasse “in situazione di perdita della capacità di decidere o di impossibilità di comunicare, temporaneamente o permanentemente le decisioni ai medici”. Tra i trattamenti, anche idratazione e alimentazione forzata, trasfusioni di sangue, respirazione meccanica, chirurgia d’urgenza.

Tutt’altra posizione rispetto alla Chiesa cattolica (e di conseguenza alla maggioranza parlamentare). Eppure i testi ispiratori sono gli stessi, Bibbia e Vangelo. La differenza è che la Chiesa cattolica si pone come intermediario – attraverso il Papa – tra l’uomo e Dio, mentre per i valdesi il filo è diretto. Il che significa sfrondare la “parola di Dio” da tutte le infallibili interpretazioni  papali trasformate nei secoli in “leggi divine”.
E infatti i Valdesi promuovono la ricerca scientifica e sulle staminali (bollata da Santa Romana Chiesa), la contraccezione, l’aborto e l’eutanasia. E ora anche il testamento biologico.

Già nel 2007, il Sinodo della Chiesa valdese aveva dichiarato in un documento: “E’ principio di civiltà dare voce, attraverso una legge, alle scelte della persona compiute con coscienza e volontà e in previsione di una futura incapacità nell’esprimere validamente il suo pensiero. L’approvazione di una legge sulle direttive anticipate costituirebbe, tra l’altro, semplice adempimento della Convenzione di Oviedo del 1997, già ratificata dallo Stato italiano, e in particolare dell’art. 9 laddove si afferma che “i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte del paziente che, al momento dell’intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà, saranno tenuti in considerazione“.

I Valdesi ci dimostrano, ancora una volta, che credere nel dio cristiano non significhi necessariamente  negare all’uomo i diritti fondamentali o depredarlo della libertà di decidere per la propria vita. Il loro modello di religiosità è profondamente diverso da quello coercitivo cui la Chiesa cattolica ci ha abituati da duemila anni.
Ma soprattutto, per i valdesi, le uniche leggi che valgono per tutti sono quelle dello Stato, non quelle della coscienza.

Non a caso, il modulo per il testamento biologico da loro proposto si chiude con l’articolo 32 della Costituzione italiana: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana“.

L’istituzione di registri per il testamento biologico sta dilagando un po’ ovunque in tutta l’Italia laica, ad anticipare la discussione parlamentare  su un testo di legge, il ddl Calabrò, che nega a ogni italiano il diritto primario, e inconfutabile, di disporre della propria vita. Se verrà approvato, è probabile che le dichiarazioni dei cittadini fino ad allora raccolte diventeranno solo carta straccia. Per il momento, però, danno un segnale forte che in un Paese civile non dovrebbe essere sottovalutato. In un Paese civile, appunto.

Buon compleanno!

compleanno.jpgBuon compleanno a Fortezza Bastiani!

Il blog compie un anno, era il 22 novembre 2008 quando iniziavo queste esperienza di racconto, contatto, riflessione con gli amici dispersi nel web.

Qualche numero per capirci: quasi 10.000 visitatori per 15.680 visite, 48.330 pagine lette. Numeri davvero inaspettati, un interesse quotidiano in progressiva crescita che rivela almeno due cose: a. L’esistenza di persone pazienti e di buon cuore, b. Il disfacimento avvenuto della cultura italiana se le suddette persone non trovano meglio sul web che le bagatelle espresse in questo blog.

Comunque grazie agli amici e ai tanti lettori.

Dodici mesi e tutto è cambiato. Avevamo un vecchio satiro plastificato al governo è ora il suddetto è latitante ricercato dalle polizie di mezzo mondo. Avevamo una lega (scusate la parolaccia) al governo e ora si è asserragliata nel ridotto valtellinese a far gare di rutti e peti. Avevamo una gerarchia ecclesiastica attenta solo ai propri interessi finanziari e ora invece, dopo la rescissione del Concordato, la Chiesa ha riacquistato la sua libertà. Avevamo ministri nani, ballerini ed ètere ma sono stati tutti giustiziati a Dongo, sul lungolago, a suon di pernacchie, cachinni e lanci di monetine. Avevamo un’Italia che in Europa era considerata una specie di lupanare abitato da gente poco raccomandabile e ora invece affluiscono capitali e uomini di genio perchè l’Italia è tornata il paese dell’arte e della cultura. Avevamo una sinistra rissosa e inutile ma ora la sinistra nei sondaggi vola oltre il 40% dopo aver fatto pulizia di tutti gli exexexex che si annidavano come zecche nel PD. A Reggio, infine, abbiamo finito di spender soldi in elucubrazioni solipsistiche e abbiamo messo mano alla nostra memoria storica del ‘900: fra pochi mesi inagureremo il Museo della Città alle Reggiane.

Come? Non è così? Davvero?? Sicuri? Acc.., porc.., caz..! Lo sapevo che non dovevo finire tutta la bottiglia di Lagrein che l’amico Cesare mi ha regalato…Sorry….hic…prosit..


Un grazie e una piccola soddisfazione…

Ospite per un paio di giorni dell’Arcispedale S.Maria Nuova volevo ringraziare i medici e il personale del reparto di Neurchirurgia-Ortopedia per la assistenza, professionalità e cordialità dimostrata.

Fatto personale a parte, ho avuto una piccola soddisfazione nel leggere, esposto in bella vista un cartello che ricordava come non sia compito di un Ospedale verificare la regolarità del documenti dei pazienti. Un ospedale deve curare persone. Sono lieto di vivere in una città così.

Valore (Erri De Luca)

CONSIDERO VALORE OGNI FORMA DI VITA,
LA NEVE, LA FRAGOLA, LA MOSCA, IL REGNO 
MINERALE, L’ASSEMBLEA DELLE STELLE.

CONSIDERO VALORE IL VINO FINCHÉ DURA UN PASTO,
UN SORRISO INVOLONTARIO, LA
STANCHEZZA DI CHI NON SI È RISPARMIATO,
DUE VECCHI CHE SI AMANO.

CONSIDERO VALORE QUELLO CHE DOMANI
NON VARRÀ PIÙ NIENTE E QUELLO CHE OGGI
 VALE ANCORA POCO.

CONSIDERO VALORE TUTTE LE FERITE.

CONSIDERO VALORE RISPARMIARE ACQUA,
RIPARARE UN PAIO DI SCARPE, TACERE IN
 TEMPO, ACCORRERE A UN GRIDO,
CHIEDERE PERMESSO PRIMA DI SEDERSI, PROVARE
 GRATITUDINE SENZA RICORDARSI DI CHE.

CONSIDERO VALORE SAPERE IN UNA STANZA
DOV’È IL NORD, QUAL È IL NOME DEL
 VENTO CHE STA ASCIUGANDO IL BUCATO.

CONSIDERO VALORE IL VIAGGIO DEL VAGABONDO,
LA CLAUSURA DELLA MONACA, LA 
PAZIENZA DEL CONDANNATO, QUALUNQUE COLPA SIA.

CONSIDERO VALORE L’USO DEL VERBO AMARE
E L’IPOTESI CHE ESISTA UN CREATORE..
MOLTI DI QUESTI VALORI NON HO CONOSCIUTO

Erri De Luca