Intervista a Franco Battiato

Intervista a Franco Battiato, requiem per la politica, il cantautore siciliano e i “rincoglioniti” al governo.

Franco Battiato è molto diverso da come lo immagini. Allegro, scherzoso, spiritoso, talora persino un po’ cazzone. Forse perché, con la sua cultura sterminata e la sua pace interiore, se lo può permettere. Un uomo, però, armato di un’intransigenza assoluta, di un’insofferenza antropologica per le cose che non gli piacciono. E’ appena tornato da due concerti trionfali a Los Angeles e New York e ancora combatte il jet-lag nella sua casa di Milo (Catania). Parliamo del suo ultimo pezzo-invettiva “Inneres Auge”, già anticipato sulla rete: uno dei due singoli inediti che impreziosiscono l’album antologico in uscita il 13 novembre (“Inneres Auge – Il tutto è più della somma delle sue parti”). Una splendida invettiva che si avventa sugli scandali berlusconiani e sulla metà d’Italia che vi assiste indifferente e imbelle, con parole definitive: “Uno dice: che male c’è a organizzare feste private con delle belle ragazze per allietare Primari e Servitori dello Stato? Non ci siamo capiti: e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti…”.

Che significa “Inneres Auge”?

“Occhio interiore. Ma lo preferisco in tedesco. In italiano si dice “terzo occhio”, ma non mi piace, fa pensare a una specie di Polifemo. I tibetani hanno scritto cose magnifiche sull’occhio interiore, che ti consente di vedere l’aura degli uomini: qualcuno ce l’ha nera, come certi politici senza scrupoli, mossi da bassa cupidigia; altri ce l’hanno rossa, come la loro rabbia”.

Lei, quando ha scritto “Inneres Auge”, aveva l’aura rossa.

“Vede, sto bene con me stesso. Vivo in questo posto meraviglioso sulle pendici del Mongibello. Dalla veranda del mio giardino osservo il cielo, il mare, i fumi dell’Etna, le nuvole, gli uccelli, le rose, i gelsomini, due grandi palme, un pozzo antico. Un’oasi. Poi purtroppo rientro nello studio e accendo la tv per il telegiornale: ogni volta è un trauma. Ho un chip elettronico interiore che va in tilt per le ingiustizie e le menzogne. Alla vista di certi personaggi, mi vien voglia di impugnare la croce e l’aglio per esorcizzarli.C’è un mutamento antropologico, sembrano uomini, ma non appartengono al genere umano, almeno come lo intendiamo noi: corpo, ragione e anima”.

I “lupi che scendono dagli altipiani ululando”.

“Quello è un verso di Manlio Sgalambro che applico a questi individui ben infiocchettati in giacca e cravatta che dicono cose orrende, programmi spaventosi, ragionamenti folli e hanno ormai infettato la società civile. Quando li osservo muoversicircondatidaguardiedel corpo, li trovo ripugnanti e mi vien voglia di cambiare razza, di abdicare dal genere umano. C’è una gran quantità di personaggi di questa maggioranza che sento estranei a me ed è mio diritto di cittadino dirlo: non li stimo, non li rispetto per quel che dicono e sono. Non appartengono all’umanità a cui appartengo io. E, siccome faccio il cantante, ogni tanto uso il mio strumento per dire ciò che sento”.

L’aveva fatto già nel 1991 con “Povera Patria”, anticipando Tangentopoli e le stragi. L’ha rifatto nel 2004 con “Ermeneutica”, sulla “mostruosa creatura” del fanatismo politico-religioso e della guerra al terrorismo ingaggiata dai servi di Bush, “quella scimmia di presidente”: “s’invade si abbatte si insegue si ammazza il cattivo e s’inventano democrazie”.

“Sì, lo faccio di rado perché mi rendo conto di usare il mio mezzo scorrettamente. La musica dovrebbe essere super partes e non occuparsi di materia sociale. Ma sono anch’io un peccatore e la carne è debole…”

Lei non crede nel cantautore impegnato.

“Per il tipo che dovrei essere, no. Ma non sopporto i soprusi e ogni tanto coercizzo il mio strumento. Il pretesto di “Inneres Auge”, che ha origini più antiche, è arrivato quest’estate con lo scandalo di Bari, delle prostitute a casa del premier. E con la disinformazione di giornali e tiggì che le han gabellate per faccende private. Ora, a me non frega niente di quel che fanno i politici in camera da letto. Mi interessa se quel che fanno influenza la vita pubblica, con abusi di potere, ricatti, promesse di candidature, appalti, licenze edilizie in cambio di sesso e di silenzi prezzolati. Questa è corruzione, a opera di chi dovrebbe essere immacolato per il ruolo che ricopre”.

“Non ci siamo capiti”, dice nella canzone.

“Non dev’essere molto in gamba un signore che si fa portare le donne a domicilio da un tizio che poi le paga, dice lui, a sua insaputa per dargli l’illusione di piacere tanto, di conquistarle col suo fascino irresistibile. Quanto infantilismo patologico in quest’uomo attempato! Ma non c’è solo il premier”.

Chi altri non le piace?

“Tutta la banda. I cloni, i servi, i killer alla Borgia col veleno nell’anello. Li ho sempre detestati questi tipi umani. Per esempio il bassotto che dirige un ministero e fa il Savonarola predicando e tuonando solo in casa d’altri, senza mai applicare le stesse denunce ai suoi compagni partito e di governo. Meritocrazia: ma stiamo scherzando? Badi che, quando dico bassotto, non mi riferisco alla statura fisica, ma a quella intellettuale e morale: un occhio chiuso dalla sua parte e uno aperto da quell’altra”.

“La Giustizia non è altro che una pubblica merce”, dice ancora.

“Penso al degrado della giustizia: ma i magistrati dovrebbero ribellarsi tutti insieme e appellarsi al mondo contro le condizioni in cui sono costretti a lavorare. Non possono accettare, nell’èra dell’informatica, di scrivere ancora sentenze e verbali col pennino e il calamaio, mentre la prescrizione si mangia orrendi delitti e, in definitiva, la Giustizia”.

Quando Umberto Scapagnini divenne sindaco di Catania, lei minacciò addirittura di espatriare. Come andò?

“Avevo previsto un decimo di quel che poi è accaduto. Un inferno.Catania era uno splendore: in pochi anni, come Palermo, è stata devastata da questa cosiddetta destra. Ma nessuno ne parla”.

Lei è di sinistra?

“E chi lo sa cos’è la sinistra. Basta parlaredidestraedisinistra,anche perchè a sinistra c’è un sacco di gente che ha sempre fatto il doppio gioco al servizio della destra, spudoratamente. Per evitare tranelli, uso un sistema tutto mio: osservo i singoli individui, poi traggo le mie conclusioni”.

Ha votato alle primarie del Pd?

“Sì, per Bersani. Non che sia il mio politico ideale, ma mi sembra un tipo in gamba. Forse l’ho fatto perché almeno, in queste primarie, il voto non era inquinato. Non è poco, dalle mie parti, dove alle elezioni politiche e alle amministrative i seggi sono spesso presidiati da capibastone e capimafia che ti minacciano sotto gli occhi della polizia”.

Quella cosa dell’espatrio non era esagerata?

“La ripeterei oggi. Io sono sempre pronto: se in Italia le cose dovessero peggiorare, me ne andrei. Ubi maior, minor cessat. Mica puoi fare la guerra ai mulini a vento. Per fortuna è difficile che si ripeta il fascismo, anche perché sono convinto che molti italiani la pensano come me e sarebbero pronti a impedirlo. Comunque, “pi nan sapiri leggiri nè sciviri”, comprerò una casa all’estero”.

Lei è molto antiberlusconiano.

“Sono un Travaglio un po’ più bastardo. Penso che la tecnica migliore sia l’aplomb misto all’irrisione, senza urli né insulti”.

Ma Berlusconi non è finito, al tramonto?

“Dipende da quanto dura, il tramonto. Ma non credo sia finito: la cordata è ancora robusta. Però mi sento più tranquillo di qualche mese fa: sta commettendo troppi errori”.

I partiti hanno mai provato ad arruolarla?

“Mai. A parte Pannella, tanti anni fa. Qualche mese fa mi ha chiamato un ministro di questo governo per dirmi che mi segue da sempre e concorda in pieno con una mia intervista. Forse non aveva capito o avevo sbagliato qualcosa io. Ma ora, dopo il mio ultimo singolo, magari fa marcia indietro”.

“Inneres Auge” già impazza sulla rete. Teme reazioni politiche?

“Mi aspetto la contraerea. Ma siamo pronti”.

Non teme, con una canzone così “schierata”, di perdere il pubblico berlusconiano?

“Mi farebbe un gran piacere. Se invece uno che non mi piace viene a dirmi di essere un mio fan, sinceramente mi dispiace”.

Ai tempi del “La voce del padrone”, a chi la interpellava sul significato dei suoi testi ermetici, lei rispondeva “sono solo canzonette”. Lo sono ancora?

“Quello era un gioco, ma non sono mai stato d’accordo con questa massima di Edoardo Bennato. “La voce del padrone” era un’operazione programmata come un divertimento frivolo e commerciale, e riuscì abbastanza bene, mi pare. Ma in realtà avevo inserito segnali esoterici che sono stati ben percepiti e seguiti da molti ascoltatori. Ogni tanto mi dicono che qualcuno, ascoltando i miei pezzi, ha letto Gurdjieff e altri grandi mistici. E questo mi rende un po’ felice”.

“Inneres Auge”: serve a qualcosa, una canzone?

“Lei parla di corda in casa dell’impiccato: ho sempre avuto dubbi su questo nella mia vita. Ma, dopo tanti anni, posso affermare che un brano molto riuscito può scatenare influenze esponenziali. Una canzone può migliorarti e farti cambiare idea e direzione. Un giorno domandarono a un grande pianista dell’Europa dell’Est, ora a riposo: lei pensa di emozionare il suo pubblico? E lui: “Quando sono riuscito a emozionare anche un solo spettatore nella sala gremita di un mio concerto, ho raggiunto il mio scopo”.

da Il Fatto Quotidiano n°33 del 30 ottobre 2009

Per un mondo liberato dalle mafie

L’Associazione “Libera” ha redatto questo manifesto:

MANIFESTO DEGLI STATI GENERALI DELL’ANTIMAFIA PER UN MONDO LIBERATO DALLE MAFIE

NOI SOTTOSCRITTI CITTADINI E CITTADINE, UOMINI E DONNE DI OGNI ETÀ, CI ASSUMIAMO LA
RESPONSABILITÀ DI:

•    AFFERMARE NELLA NOSTRA VITA QUOTIDIANA I VALORI DELLA PACE, DELLA SOLIDARIETÀ, DEI DIRITTI UMANI, DELLA LEGALITÀ DEMOCRATICA E DELLA CONVIVENZA CIVILE, CONTRO OGNI FORMA DI VIOLENZA, D’ILLEGALITÀ, DI NEGAZIONE DELLA DIGNITÀ DELLA PERSONA;
•    PROMUOVERE E PARTECIPARE A TUTTE LE INIZIATIVE, I PROGETTI, LE ATTIVITÀ NECESSARIE PER LIBERARE IL MONDO DALLE MAFIE;
•    FARE VIVERE LA MEMORIA DELLE VITTIME DI MAFIA COME TESTIMONIANZA DI UN MONDO GIUSTO, CONSAPEVOLE, CORAGGIOSO E RESPONSABILE;

CI IMPEGNIAMO A:
•    COSTRUIRE UNA LARGA ALLEANZA GLOBALE E DI SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE CONTRO LE MAFIE;
•    COSTITUIRE UNA COMMISSIONE INDIPENDENTE, FORMATA DA ORGANIZZAZIONI DELLA SOCIETÀ CIVILE, CHE VALUTI LE LEGGI ITALIANE ALLA LUCE DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI;
•    DIFENDERE, IN OGNI SEDE, IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE GARANTITO DALL’ARTICOLO 21 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE, RAFFORZANDO LE RETI E LE ESPERIENZE LOCALI, DIFFONDENDO IL LIBERO ACCESSO ALLE FONTI E SOSTENENDO, ANCHE LEGALMENTE, IL LAVORO DEI GIORNALISTI PIÙ IMPEGNATI ED ESPOSTI;
•    DIFENDERE, IN OGNI SEDE, IL VALORE ASSOLUTO DELL’INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA, AUTENTICO PATRIMONIO DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA E PREMESSA INDISPENSABILE PER OGNI PROSPETTIVA DI UGUAGLIANZA DEI CITTADINI DAVANTI ALLA LEGGE E DI GIUSTIZIA PER TUTTI;
•    PROMUOVERE DI FRONTE ALL’INERZIA DELLE ISTITUZIONI UNA PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE PER L’INTRODUZIONE NEL CODICE PENALE DEI DELITTI CONTRO L’AMBIENTE;
•    SOSTENERE LE COOPERATIVE E LE ASSOCIAZIONI IMPEGNATE NEL RIUTILIZZO SOCIALE DEI BENI CONFISCATI AFFINCHE’ LE LORO ESPERIENZE, A PARTIRE DAL MEZZOGIORNO D’ITALIA, DIVENTINO IL MOTORE DI UNA NUOVA ECONOMIA DELLA SOLIDARIETA’;
•    PROMUOVERE, IN TUTTI GLI ENTI E LE AMMINISTRAZIONI LOCALI, STRUMENTI LEGISLATIVI E AMMINISTRATIVI CHE GARANTISCANO LA MASSIMA TRASPARENZA NEGLI APPALTI E NELLA GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI;
•    AFFERMARE LA CENTRALITÀ DELLA SCUOLA, DELL’UNIVERSITÀ E DELLE ALTRE AGENZIE FORMATIVE, NELLA DEFINIZIONE DI NUOVE POLITICHE SOCIALI E DI INTERVENTI LEGISLATIVI RISPETTO A TEMI FONDAMENTALI COME LA LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA, L’IMMIGRAZIONE, I DIRITTI UMANI, IL LAVORO;
•    DIFFONDERE UN SAPERE DI CITTADINANZA CHE VALORIZZI I GIOVANI COME PROTAGONISTI DI UN PROCESSO DI EDUCAZIONE PERMANENTE ALLA LEGALITA’, ALLA PARTECIPAZIONE E ALLA RESPONSABILITA’;
•    GARANTIRE UNO SPAZIO DI CONFRONTO TRA PERSONALITÀ DELLA LETTERATURA, DELLO SPETTACOLO E DELL’ARTE CHE ATTRAVERSO LA MUSICA, IL CINEMA, IL TEATRO, LA SCRITTURA, LA FICTION TELEVISIVA, LAVORINO PER UNA PRODUZIONE DI QUALITÀ, UNA CORRETTA CONOSCENZA DEI FENOMENI MAFIOSI E LA DIFFUSIONE DI UN’AUTENTICA CULTURA DELLA LEGALITÀ DEMOCRATICA;

Il testo completo è in: http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1

Inneres Auge

Anteprima del nuovo album di Franco Battiato. Il pezzo è:

INNERES AUGE

Come un branco di lupi che scende dagli altipiani ululando
o uno sciame di api accanite divoratrici di petali odoranti
precipitano roteando come massi da altissimi monti in rovina.
Uno dice che male c’è a organizzare feste private
con delle belle ragazze per allietare Primari e Servitori dello Stato?

Non ci siamo capiti
e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?
Che cosa possono le Leggi dove regna soltanto il denaro?
La Giustizia non è altro che una pubblica merce…
di cosa vivrebbero ciarlatani e truffatori
se non avessero moneta sonante da gettare come ami fra la gente.

La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
Con le palpebre chiuse s’intravede un chiarore
che con il tempo e ci vuole pazienza,
si apre allo sguardo interiore: Inneres Auge, Das Innere Auge

La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
Ma quando ritorno in me, sulla mia via,
a leggere e studiare, ascoltando i grandi del passato…
mi basta una sonata di Corelli, perchè mi meravigli del Creato!

Il file sonoro è in: http://xl.repubblica.it/dettaglio/79118

Articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 3

Giustizia dopo 65 anni

Buone notizie da Verona.

Tutti rinviati a giudizio i nazisti autori della strage di Cervarolo del 20 marzo 1944, in cui furono uccisi 24 civili, donne, giovani e anziani, fra cui il parroco don Pigozzi. Questa l’ordinanza emessa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale militare di Verona, dottor Benigni, che ha fissato l’avvio del dibattimento per l’11 novembre prossimo.

Giustizia dopo 65 anni? Il percorso è avviato. Non per vendetta ma per stabilire, anche sotto il profilo giudiziario che “è successo”. Viviamo in tempi in cui non esiste più il vero o il falso. Basta ripetere abbastanza volte una “cosa” sui media e quella “cosa” diventa vera. Un processo, una sentenza aiuteranno a rendere vero il vero. In questo caso a ricordare che nazisti e fascisti uccisero 24 innocenti il 20 marzo 1944, Cervarolo, Italia.

Le vittime:

1.    Marco Alberghi (26), reduce Russia, mutilato
2.    Egisto Alberghi (18), fratello
3.    Giacomo Alberghi (65), contadino
4.    Alfredo Alberghi (58), fratello
5.    Emilio Alberghi (60), fratello
6.    Mauro Alberghi (69), sfollato
7.    Cesare Borea (84), contadino
8.    Adolfo Croci (43), contadino
9.    Ennio Costi (45),
10.    Lino Costi (20),
11.    Armido Ferrari (18),
12.    Remigio Fontana (82),
13.    Paolo Fontana (67),
14.    Amerigo Genesi (60), calzolaio
15.    Sebastiano Maestri (68), contadino
16.    don Battista Pigozzi (63), parroco
17.    Gaetano Paini (75), contadino
18.    Pio Paini (42), contadino, figlio
19.    Antonio Rovali (84), paralizzato
20.    Celso Rovali (48), figlio
21.    Italo Rovali (17), figlio
22.    Dino Tazzioli (24), ferroviere, di Civago
23.    Agostino Vannucci (58), contadino
24.    Giovanni Vannucci (34), contadino, figlio

Grazie

Un semplice grazie agli amici che continuano a seguire questi “messaggi in bottiglia” inviati da Fortezza Bastiani. Oltre 1500 contatti con più di 5000 pagine lette in un mese non sono proprio male di questi tempi. Siamo in agosto, ferie, riposo, verso la fine dell’estate (ormai) e dell’anno. Più tempo per pensare, leggere, essere liberi. Leggere qualche buon libro (anche perchè, per fortuna, a Fortezza Bastiani la tv si vede malissimo) aiuta sempre per sopravvivere a questo periodo di fango e di silenzio delle coscienze.

Punti di vista

Diversi punti di vista. Val di Sole. Aria frizzante, speck e passeggiate.

Stamattina a messa a Malè, l’anziano parroco ha espresso due concetti, il primo: un parroco non dovrebbe mai chiedersi quante persone vengono a Messa ma COME le persone escono dalla Messa.

Il secondo: non esiste divisione fra vita pubblica e vita privata. Noi siamo unici e il resto è ipocrisia.

Semplice, no?

Memento

E se in questi tempi da basso (ma proprio basso) Impero, ci ricordassimo del buon vecchio Immanuel Kant?

« Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me »