Click! La Beretta fa cilecca

Buone notizie dall’industria italiana: per la prima volta in cinque secoli la fabbrica di armi Beretta chiude per un mese. Spiace per gli 860 operai di Gardone Val Trompia ma sapere che per un mese si produrranno meno armi in terra bresciana compensa l’apprensione per i posti di lavoro. Pare che la crisi sia dovuta alla vittoria di Obama. Il mercato USA assorbe quasi la metà del fatturato e il ritiro di George Bush, amico personale di Ugo Gussalli Beretta e testimonial della linea di abbigliamento della ditta italiana, ha segnato una brusca svolta sul mercato USA (fatturato annuale 450 milioni di euro). A poco è servito la dazione di 2 milioni di dollari da parte di Beretta alla famigerata NRA (National Rifle Association), l’organizzazione che sostiene la libertà di armamento, alla vigilia delle elezioni. Pare anche che la Beretta non bisserà il successo della sua pistola calibro 9 alla prossima asta per l’esercito USA a causa della forte rivalità tecnologica di belgi, tedeschi e americani.
Vabbè, ce ne faremo una ragione! Tanto rimangono sempre i mercati del terzo mondo per i signori fabbricanti d’armi, fin lì Obama non arriva e qualche guerra fra disperati la troviamo sempre. Come diceva quel film di Sordi “Finchè c’è guerra c’è speranza”.
(L’Espresso, 18.12.2008, p.171)