Bachelet: «La chiesa sta sbagliando sul testamento biologico così come sbagliò sui trapianti»

Bachelet: «La chiesa sta sbagliando sul testamento biologico così come sbagliò sui trapianti»
Cesare Baquicchio

«Diciamo la verità. A Berlusconi è andata male. Speculare sul dolore del prossimo alla fine gli si rivolterà contro».
Giovanni Bachelet, cattolico, professore di fisica a l’università La Sapienza e deputato del Partito democratico, è stato uno dei primi a firmare l’appello de l’Unità a sostegno di Napolitano e sarà in piazza giovedì 12 febbraio alla manifestazione indetta dal Pd a difesa della Costituzione.
«Il premier sperava di tenerci crudelmente per settimane a votare ogni giorno in Parlamento – spiega Bachelet –. Se avessimo fatto ostruzionismo avrebbe detto che eravamo assassini, se votavamo avrebbe detto che ci eravamo arresi. Non gli è andata bene e si è visto anche con l’applauso che ha avuto Napolitano a Napoli. Gli italiani ragionano con la loro testa. E questa forzatura è stata un autogol».

Ma come e perché si è arrivati a questo scontro su una vicenda così delicata come quella di Eluana Englaro?
«Al governo il problema interessava poco. È stato usato solo in modo strumentale per sviare l’attenzione pubblica da tanti altri guai dell’economia o della sicurezza o dal terribile decreto che obbliga i medici a denunciare i clandestini».

Qual è la sua posizione di cattolico e di parlamentare Pd nel merito del problema?
«Innanzi tutto è bene chiarire che nel caso di Eluana non stavamo parlando di una alternativa tra la vita e la morte. E poi come cattolico voglio ricordare che la definizione di accanimento terapeutico l’ha “inventata” Pio XII in una udienza con le infermiere che gli chiesero proprio come regolarsi nei casi in cui non c’è più niente da fare, quando al paziente rimane solo la sofferenza. La questione del testamento biologico, inoltre, è un problema che riguarda tutti. Con il migliorare delle terapie e delle tecniche mediche sempre più persone si troveranno in quelle condizioni difficili tra la vita e la morte».

A giudicare dalle dichiarazioni degli ultimi giorni, la chiesa non sembrava della sua stessa idea.
«Sono cristiano e mi dispiace che la chiesa sbagli. Anche sui trapianti la chiesa si è sbagliata. Ha prima detto una cosa poi un’altra. Equiparava il trapianto di cuore ad un omicidio. Poi, con il tempo, i trapianti sono diventati un’opera buona e il Papa ora è in una associazione di donatori d’organi».

Avrebbe votato contro il Ddl del governo?
«Quando vengono violate in modo così plateale delle regole importanti della democrazia non so se è meglio abboccare alla provocazione, votare contro e andare sotto o dire io a questo gioco non mi presto. Non ci gioco. Penso che me ne sarei rimasto a casa».

Non tutti nel Pd la pensano come lei.
«Io rispetto chiunque abbia idee diverse, ma ho letto che i cattolici del Pd erano tutti a favore del Ddl. Due sono le possibilità: o era una forzatura, un errore, o io sono diventato mussulmano senza saperlo».

(l’ Unità, 11-02-2009)

Modesta proposta: E se lo abolissimo?

“”…oggi ci sono più laici che chiedono il confronto con noi cattolici che cattolici che chiedono il confronto con i laici” (E.Bianchi)

Di fronte ad una Chiesa sempre più chiusa, impaurita e incapace di riconoscere i segni dei tempi, “gli italiani chiedono testimonianza, non comandi dal pulpito” (M.Politi). Mi permetto una modesta proposta da cattolico adulto ma affaticato: aboliamo il Concordato con lo Stato Italiano! Liberiamo la Chiesa da questo peso, da questo fardello che la appesantisce. Carlo M.Cipolla ci ricordava cosa fosse uno stupido: uno che senza guadagnarci nulla arrecava danno agli altri. Ecco, allora, aboliamo il Concordato che, senza far guadagnare nulla alla Chiesa (magari alla gerarchia o allo Stato estero del Vaticano sì, ma è una cosa che non ci riguarda) arreca danni allo Stato italiano (leggi noi cittadini). Fra due giorni compie 80 anni, una lunga esistenza, e se non lo lasciassimo arrivare ai 90?

Segnalo il volume, in uscita di M.Politi, La Chiesa del no, Mondadori, 2009.

Segnalo anche la puntata di “Uomini e profeti” di sabato 7 febbraio. Ospite in questa puntata Don Pierluigi Di Piazza: ha fondato nel 1981 a Zugliano (in provincia di Udine) un centro di accoglienza per immigrati, il Centro Ernesto Balducci, che è diventato anche punto di riferimento internazionale di approfondimento sui temi della pace e della povertà. Interviene anche lo storico Alberto Melloni.
(file mp3 in http://www.radio.rai.it/radio3/podcast/lista.cfm?id=491)

Pro Judaeis aut pro nobis?

PAPA, L’ACCUSA DEL RABBINO DI VENEZIA
“Con lui cancellati 50 anni di dialogo”

L’attacco contenuto in un editoriale per il mensile dei gesuiti “Popoli”
“Sulla preghiera per la conversione degli ebrei sono mancate le risposte della Cei”

ROMA – Con Benedetto XVI, la Chiesa sta cancellando i suoi ultimi “cinquanta anni di storia” nel dialogo tra ebraismo e cattolicesimo: a lanciare la critica è il rabbino capo di Venezia, Elia Enrico Richetti, che – in un editoriale per il mensile dei gesuiti “Popoli”, ha spiegato i motivi che hanno portato il rabbinato italiano a non partecipare alla prossima Giornata sull’ebraismo, indetta per il 17 gennaio dalla Conferenza espiscopale.

Il rabbino di Venezia ricorda innanzitutto la decisione di Benedetto XVI di reintrodurre, con il messale pre-conciliare, la preghiera del Venerdì Santo per la conversione degli ebrei. Il rabbinato italiano – riferisce Richetti – ha chiesto spiegazioni ed un ripensamento: con risposte ufficiose, “una risposta della Conferenza episcopale, sia pure sollecitata, è mancata”, e la Chiesa – afferma l’esponente ebraico – ha fatto presente che “gli ebrei non hanno niente da temere”, in quanto “la speranza espressa dalla preghiera ‘Pro Judaeis’ è ‘puramente escatologica’, è una speranza relativa alla ‘fine dei tempi’ e non invita a fare proselitismo attivo”.

“Queste risposte – osserva tuttavia Richetti – non hanno affatto accontentato il Rabbinato italiano. Se io ritengo, sia pure in chiave escatologica, che il mio vicino debba diventare come me per essere degno di salvezza, non rispetto la sua identità. Non si tratta, quindi, di ipersensibilità: si tratta del più banale senso del rispetto dovuto all’altro come creatura di Dio”.

“Se a ciò aggiungiamo – aggiunge Richetti – le più recenti prese di posizione del Papa in merito al dialogo, definito inutile perchè in ogni caso va testimoniata la superiorità della fede cristiana, è evidente che stiamo andando verso la cancellazione degli ultimi cinquant’anni di storia della Chiesa”.

Poi la conclusione, durissima: “In quest’ottica, l’interruzione della collaborazione tra ebraismo italiano e Chiesa è la logica conseguenza del pensiero ecclesiastico espresso dalla sua somma autorità”

(http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/benedetto-xvi-29/rabbini-papa/rabbini-papa.html)

Quando Papa Giovanni pregò per gli ebrei

Signore, noi siamo oggi coscienti
che nel corso di molti,
molti secoli, i nostri occhi erano
così ciechi
che non erano più capaci
di vedere ancora la bellezza
del Tuo popolo eletto, il popolo ebreo,
nè di riconoscere nel volto [degli ebrei]
i tratti dei nostri fratelli privilegiati…
Perdonaci, Signore, perdonaci..per le ingiustizie
subite dagli ebrei…per le colpe dei cristiani..
perdonaci perchè noi non sapevamo
cosa stavamo facendo, nel corso dei secoli
passati, contro tutto
il popolo ebraico.
(Giovanni XXIII, 1963)

Adiuvamos eos ut pudeant (Aiutiamoli a vergognarsi /4 e 5)

CITTA’ DEL VATICANO – E’ scontro tra Onu e Vaticano. La Santa Sede boccia, con decisione, il progetto di una depenalizzazione universale dell’omosessualità. Un’ iniziativa presa dalla presidenza di turno francese dell’Unione europea, e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue. Immediato il “no” della Santa Sede: “Gli stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come ‘matrimonio’ – dice monsignor Celestino migliore – verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni”. Affermazioni che scatenano una serie di reazioni polemiche che, in serata, provocano una nuova presa di posizione del Vaticano. Che, però, nella sostanza è tutt’altro che una retromarcia. “Nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali”, afferma padre Federico Lombardi che ricorda come altri 150 paesi non abbiano aderito alla proposta – ma la proposta cerca di ‘introdurre una dichiarazione di valore politico che si puo’ riflettere in meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale, puo’ venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell’uomo”. In pratica il rischio paventato è che gli Stati che non riconoscono le unioni gay vengano “mesi alla gogna”.

Toni non dissimili da quelli usati da monsignor Migliore che parla di “una dichiarazione di valore politico” che aggiunge “nuove categorie protette dalla discriminazione senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni”.

http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/esteri/benedetto-xvi-27/vaticano-omosessualita/vaticano-omosessualita.html?ref=search

Sempre più difficile essere cattolici e capire questa gerarchia, chiusa, meschina, lontana dal mondo, sorda ad ascoltare i “segni dei tempi”. A leggersi, davvero, tutti i giorni il Vangelo e non “Libero”, “Avvenire” o “Il Sole-24 ore”. Una gerarchia che risente pesantemente, come la politica, la cultura di una profonda crisi delle classi dirigenti. Sempre lontani della gente, pronti a scolare il moscerino e ad inghiottire la trave, ossequiosi al potere, funzionari di uno Stato sempre più straniero e alieno.
Allora, per farci capire: “Adiuvamos eos ut pudeant”, che si vergognino, che preghino un po’ di più e cerchino di uscire dalle loro stanzette comode e riscaldate.

Ma oggi c’è anche qualcun’altro che vorrei aiutare a vergognarsi: la causa della parità dei cittadini (Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. ..) è troppo importante per lasciarla a Vladimir Luxuria, oggi sulla stampa intervistata come portavoce del mondo omosessuale. Già miracolata dalla politica e dalla tv-spazzatura, si vergogni e torni alle spiagge tropicali. Se la sinistra si è ridotta a simili icone, quasi quasi (ma molto, molto, quasi…) verrebbe voglia di essere di destra….

Comunque per essere anche utili, firmiamo per la decriminalizzazione dell’omosessualità:

http://firmiamo.it/decriminalizzazionedellomosessualita.