Brescia. Bonus bebè: in campo i gruppi cattolici

Bonus bebè: in campo i gruppi cattolici
di Magda Biglia

«I BRESCIANI più abbienti potrebbero rinunciare al bonus in favore di immigrati poveri che hanno avuto un figlio. Il calcolo non dovrebbe essere difficile, chissà». Così aveva scritto in una lettera aperta il vescovo di Brescia Luciano Monari a proposito della decisione della giunta Paroli di attribuire un assegno di mille euro ai nati da italiani nel 2008. Un gruppo di associazioni cattoliche lo ha preso in parola e rilancia l’appello aprendo una raccolta fondi per il ‘donum bebè’ nel quale, in primis coloro che riceveranno i soldi pubblici senza averne bisogno, poi tutti quanti ritengono che «giustizia vada fatta» possono versare una loro somma. Specificando la causale, intestando a ‘Acli senza confini onlus’, via Corsica 165, 25125 Brescia, il conto corrente postale è 42505628, il cc bancario presso la Banca popolare etica è IT26 M 05018 11200 000000511818. Con Carta sì, si può telefonare allo 0302294031. Per ora figurano nel gruppo le sigle del cattolicesimo sociale che nel Bresciano ha radici storiche, Acli, Cisl, Associazione nazionale famiglie numerose, Fuci, Pro famiglia, Mcl, Focolari, Pax Christi, San Vincenzo, Ucid, ma altre si stanno aggiungendo. E non è facile perché la questione è delicata e le sfumature non mancano. Tutti sono accomunati dall’idea di non contrapporsi ma di porre una propria azione di solidarietà in alternativa. «Nel 2007, per avere un riferimento, su 1900 neonati, 650 erano stranieri, figli di lavoratori, che abitano qui, che pagano le tasse, che al Nord contribuiscono per l’11% al Pil, vittime di una scelta legittima ma escludente a cui noi contrapponiamo un’impresa giusta» dice per tutti Roberto Rossini, leader delle Acli. «Nella stessa stanza di ospedale due mamme avranno al seno due bambini con diritti differenti, il bianco e il nero, e magari quella mamma bianca ha un reddito mensile di 10mila euro» spiega con efficacia Mario Sberna che guida l’associazione delle coppie con oltre cinque figli.

TUTTI CONCORDANO con Renato Zaltieri, segretario generale della Cisl, «che i bambini sono, indistintamente, un bene, il futuro di un Paese nel quale ci siano uguali diritti e uguali doveri» o con Mariella Perini della San Vincenzo quando sostiene che «serve legalità». Però c’è chi calca di più sulle parole del Vangelo. Nello specifico di Matteo che dà voce a Gesù, neonato che a Brescia non avrebbe avuto aiuto: «chi non accoglie un bambino non accoglie me» come ricorda Rosalba Panaro di Pax Christi. E c’è chi fa anche un discorso più politico. Come Mauro Scaroni di Pax Christi: «Non chiediamo al sindaco Paroli di fare una scelta cristiana ma di amministare con giustizia». Come Urbano Gerola della San Vincenzo: «Queste decisioni possono essere un boomerang e creare contrapposizioni, tensioni sociali». E per Luisa Ambrogi del Movimento cristiano lavoratori questa di Brescia sarà la prima mossa, «Che si diffonderà ovunque necessario».
(http://ilgiorno.ilsole24ore.com/brescia/2008/12/05/137260-bonus_bebe_campo_gruppi_cattolici.shtml)