Una legge da cialtroni e un prete di montagna

Il 30 gennaio ricorreva il 65°anniversario della fucilazione di don Pasquino Borghi e dei “suoi”. Cerimonia al Poligono di tiro, intervento del sindaco DelRio che, parlando a braccio, ha detto cose giuste e sagge. E mi veniva in mente il progetto di legge n.1360 che un pugno di “onorevoli” (fra cui anche un reggiano) hanno presentato alla Camera. Pacificazione? Certo! Ancora meglio PaRificazione. Tutti uguali. Stessa dignità a tutti. A Don Pasquino e a chi gli sparò il colpo di grazia, a Enrico Zambonini, anarchico di Secchio e a chi andò ad arrestarlo per portarlo al carcere e alla morte senza uno straccio di processo, ai padri di famiglia di Rio Saliceto e Correggio e a chi decise che, senza colpa, dovessero morire. Purtroppo una morte violenta ci ha strappato galantuomini come Enzo Savorgnan, Capo della Provincia, Armando Wender, federale del Pfr, altrimenti anche per loro, finalmente, sarebbe giunto il momento del riscatto. Tutti uguali, tutti pari.
Mi chiedo allora in che razza di Stato siamo finiti, a che punto di putrefazione etica e culturale è giunta questa classe politica che cancella, rimuove, parifica. Mi chiedo anche che istruzione è stata data in questi anni e che istruzione i nostri figli trovano nelle nostre scuole, dove a insegnanti preparati e motivati al limiti del martirio si affiancano altri cialtroni, bigotti, ignoranti. Stessa paga, parificati anche loro. Da questa scuola che non insegna valori, etica, che massacra la nostra cultura antica e moderna, cosa aspettarci? L’altra mattina guardavo il Poligono di tiro dove i Cervi, don Pasquino e i suoi chiusero le loro vite. Vite vissute bene, a schiena dritta, con dignità. Mi chiedevo anche, da credente, perchè con le migliaia di santi sfornati a getto continuo negli ultimi anni (anche mons.Stepinac, il vescovo croato antisemita) a nessuno sia venuto in mente di proporre un prete di montagna, nato a Bibbiano e morto lì, 65 anni fa.


Riporto la lettera che sua madre indirizzò al Presidente del Tribunale che giudicava gli assassini del figlio:


”Bibbiano, 4 gennaio 1946.

Al Presidente della Corte d’Assise Straordinaria di Reggio Emilia.

In nome di Cristo e della Vergine santissima sull’esempio eroico dell’amato figlio don Pasquino ed in sua memoria, per la pacificazione degli animi da Lui auspicata col sacrificio della propria vita, perdono cristianamente all’esecutore materiale dell’iniqua sentenza il nominato Sergio P.[aderni].
In fede
Del Rio Orsola ved.Borghi”

Allora ho pensato che i santi esistono lo stesso, a prescindere dalle convenienze, e ci sono anche santi “laici”, magari anarchici o preti di montagna. Senza neppure che ci sia un posto, nella Reggio antifascista, dove si possa vedere quella tonaca bucata dai proiettili dei bravi “ragazzi di Salò”, dove si possa raccontare ai ragazzi di oggi che, sempre, in ogni generazione, come ci insegna il Talmud, ci sono almeno 36 giusti nel mondo, magari senza che neppure loro lo sappiano. 36 giusti che salvano quel mondo e noi tutti.