Facciamoci conoscere….

Facciamoci conoscere anche all’estero. Facciamo sapere all’Europa che gentaglia si agita dentro e fuori dai confini nazionali. Due immagini scattate al Parlamento europeo in occasione delle votazioni di opposti ordini del giorno sulla libertà di stampa in Italia (entrambe respinte). Una si riferisce al gruppo dei Verdi che sfoggiavano, per l’occasione, una sciarpa turchese per ricordare il caso-Mesiano, l’altra riguarda due cialtroni padani (si fa per dire).

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Berlino-Reggio

Per una settimana a Berlino non ho letto giornali italiani, senza sentirne la mancanza. Unica tv la CNN per le notizie e i canali tedeschi per riuscire ad imparare magari 3 parole di tedesco in più. Comunque nessuna notizia sull’Italia, neppure le previsioni del tempo internazionali prevedono “Roma”. Marginali, un paese qualunque come l’Austria, la Finlandia, peggio che la Grecia (che almeno “Atene” nelle previsioni meteo c’è). Dopo un attimo di frustrazione vetero-nazionalista, mi sono detto “meglio così”. Meglio farci dimenticare, stare nell’ombra. L’Europa è altrove, era lì a Berlino, a Parigi, e non è il solito provincialismo che vede l’erba del vicino tenera e fresca. No, è che da noi l’erba è stata calpestata, arato il terreno e sparso sale, come si faceva nell’antichità. Giri la Germania e vedi pale eoliche ovunque, fotovoltaico su case e uffici (e l’industria tedesca esporta a palla), trasporti pubblici efficienti e noi ritiriamo fuori l’atomo. Come se nel 1920 si fossero finanziati i maniscalchi e i sellai, alla faccia di Henry Ford. Dopo la cerimonia conclusiva in Rosenstrasse dei “Viaggi della Memoria”, un poliziotto è arivato per vedere che sul monumento non fossero state lasciate scritte o simboli nazi. In caso positivo sarebbe arrivata subito una squadra di pulizia. Da noi i muri delle città sono pieni di fasci, svastiche, il sindaco pro-tempore di Roma (non Castelbufalo) porta al collo una croce celtica e già sappiamo che se si denunciasse qualcuno per apologia di fascismo nessun magistrato darebbe corso alla cosa. A Berlino hanno costruito il Memoriale degli ebrei sterminati in Europa a 100 metri dalla Porta di Brandeburgo, hanno messo davanti al mondo la loro storia, la loro colpa. Unico modo per uscirne. E uscirne più forti. Ve l’immaginate trasformare Palazzo Venezia nel Memoriale delle vittime del fascismo? Più realistico immaginare un discorso cristiano da un leghista o un comportamento non osceno (basterebbe) dal nostro premier provvisorio.

Ue, accordo contro il razzismo

Ue, accordo contro il razzismo

BRUXELLES – Chi incita al razzismo e alla xenofobia rischia sanzioni penali da 1 a 3 anni. Lo hanno deciso i ministri della Giustizia Ue, che hanno raggiunto un accordo sull’adozione della decisione quadro. Un comunicato del commissario Ue alla giustizia, Jacques Barrot, spiega che il provvedimento è rivolto contro “coloro che incitano pubblicamente e intenzionalmente alla violenza e all’odio, anche attraverso la disseminazione o la distribuzione di trattati, foto o altro materiale diretto contro un gruppo di persone o un membro di tale gruppo definito in base alla razza, al colore, alla religione, discendenza o origini nazionali o etniche”.

“Razzismo e xenofobia non hanno luogo in Europa, né dovrebbero averlo in nessun altra parte del mondo. Il dialogo e la comprensione dovrebbero prevalere sull’odio e la provocazione”, afferma Barrot, che “accoglie calorosamente l’introduzione di sanzioni severe ed efficaci contro il razzismo e la xenofobia, che violano direttamente i principi della libertà, della democrazia, del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e dello stato di diritto, sulla base dei quali l’unione europea è stata fondata e che sono comuni agli Stati membri”.

La ‘decisione quadro’ dell’Ue si applica anche a chi condona o nega atti di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, in base alla definizione della Corte penale internazionale e del tribunale di Norimberga. I governi nazionali hanno due anni di tempo per tradurre il provvedimento nelle loro legislazioni nazionali, disponendo di un certo margine di flessibilità. Gli Stati membri, infatti, possono decidere di sanzionare solo gli atti che mirano effettivamente a disturbare l’ordine pubblico o comportamenti di natura minacciosa, abusiva e insultante.

Molti governi Ue avevano frenato sull’introduzione del provvedimento temendo proprio un’applicazione troppo fiscale delle sanzioni, a scapito della libertà di espressione. Per questo motivo la ‘direttiva quadro’ ha avuto una gestazione molto lunga: è stata proposta dalla commissione europea il 29 novembre 2001.

(La Repubblica, 28/11/2008)

Bene, e adesso aspettiamo Alfano, Calderoli e la banda del governo provvisorio che ci amministra, ci sono voluti 7 anni per arrivarci in Europa, scommettiamo che ci vorrà almeno 1 anno 11 mesi e 31 giorni per avere anche in Italia questa legge? E poi cosa si inventeranno questi cialtroni? Magari diventeranno paladini della “libertà di espressione”?