Parole e parole

Un caro amico mi metteva in guardia dall’usare il termine “satiro” rivolto al nostro premier provvisorio, per evitare rischi di denunce per insulto al capo del Governo. Ora, il dizionario della lingua italiana alla voce “Satiro” riporta: “persona morbosamente lasciva o lussuriosa”. Un 73enne, capelloriportato, liftingato, taccato e mascarato, che si accompagna con 20,30 ninfette (anche minorenni) può definirsi tale? Neppure l’orrido e ghignante Ghedini potrebbe negarlo. Del resto la lingua italiana è così complessa, ricca e predisposta alla perversione, che può vantare un apposito “Dizionario dei sinonimi e dei contrari” che non credo disponibile in tanti altri idiomi. Quindi ritengo, a sfidare eroicamente il ghignante Ghedini, che il capo (provvisorio) del governo sia etichettabile come satiro. Termine che mi richiama, per assonanza, quello di “satrapo”, ma il buon Sartori preferisce quello di “sultano”. Cosa questa che un po’ mi dispiace. Per me il termine “sultano” si lega a Salgari, a reggie favolose, elefanti con il baldacchino, non a baldracche e ville stile cafonal.

Magari meglio “Califfo”, che ci rimembra tale Califano, noto gentleman romano ben apparentabile al suddetto satrapo, pardon satiro, anzi sultano. Mah, ci saranno altri termini disponibili? Corro a consultare il benefico “Dizionario dei sinonimi e dei contrari” e poi vi saprò dire. Nell’attesa godiamoci l’attualità: a Parma panchine solo per anziani e non per le badanti (giusto: staranno in piedi a fianco o accucciate come cagnolini?), a Milano niente assembramenti nei luoghi pubblici come ai tempi di Bava Beccaris e del gen. Roatta. Bella Italia (si fa per dire).

Entusiasmo popolare

I GR della giornata hanno riportato la notizia del premier(provvisorio)-satiro salutato da ali di folla nel suo tragitto a piedi da Piazza Venezia a palazzo Grazioli. Era tutto preparato: da ieri alle 13 i circoli del Pollo della Libertà loro di Roma erano stati allertati perchè si presentassero stamattina, con bambini al seguito. Per i presenti era offerto il pranzo.Non si sa se fosse previsto anche un compenso.

Insomma una “spontanea” manifestazione di entusiasmo per il vecchio satiro.

E’ vero, non è ciarpame

Esce il libro della candidata L’Alloro “Noi, le ragazze di Silvio”. In cui l’autrice nega di far parte di quel “ciarpame” stigmatizzato da Veronica Lario.

Secondo il dizionario dicesi “ciarpame”: “Insieme di cose vecchie e senza valore, ammucchiate alla rinfusa.”

Siamo d’accordo, le “ragazze di Silvio” non sono ciarpame. Sono qualcos’altro. E lo sappiamo tutti.

Parliamo di sesso?

Chiedereste a un vegetariano la ricetta dell’arrosto? O a un astemio che vino accoppiare al brasato? Eppure dobbiamo sentirci ordinare da anziani, maschi, casti come comportarci nel talamo, nuziale o no. Bizzarro.

Tanti anni fa, in confessionale un sacerdote volle informarsi sulle mie abitudini sessuali. Sta ancora aspettando la mia risposta. Se ne sarà fatto una ragione, spero, e non sarà ancora là ad aspettarmi. Capisco che per un astemio il problema dell’alcoolismo sia uno dei peggiori al mondo ma tutti sappiamo che al mondo c’è di peggio. Da anni, all’interno della Chiesa (intesa nel giusto senso dell’unione dei fedeli in Cristo) c’è quello che i teologi hanno chiamato “lo scisma silenzioso”: moltissimi cattolici praticanti non seguono le regole prescritte. La mia esperienza di coppia mi dice che solo un’infima minoranza segue le norme. Gli altri vivono felicemente la propria vita matrimoniale. Senza alcun rimorso che sia uno. Tutti peccatori e dannati? La verità vi renderà liberi. Già ma qual’è la verità? Quella sessuofobica, maniacale, castrante, che di fronte ai problemi del mondo vede solo e soltanto “quello”? E’ lecito avere dei dubbi?

Fino a fare della legge, senza amore e senza pietà, la regola. Contro l’aids? Astinenza! Io non dormirei la notte pensando ai milioni di persone che condanno a morte con una simile proposta. Ma, forse, da vecchi, si dorme pochino, comunque.

Aiutiamoli a vergognarsi (2)

Chi buttare dalla Torre?

Intervista al sen.Nicola LaTorre oggi su Repubblica.

“Era un classico dei partiti staliniani liquidare i critici accusandoli di intelligenza con il nemico. Non ho mai giocato di sponda con gli avversari. Faccio politica in modo trasparente pensando però che dall’altra parte non ci siano dirigenti politici paragonabili a Hitler. La prossima volta comunque non farò lo stesso errore e i commenti imparerò a esprimerli ad alta voce”.

L’ineffabile statista ci informa, bontà sua, che purtroppo ci sarà un’altra volta. Nominato senza che nessun elettore abbia potuto sceglierlo, ci informa, tranquillizzandoci, che non ci sono avversari paragonabili all’imbianchino austriaco. Lo ringraziamo per aver contribuito alla pace dei nostri sogni. Sarà anche stato “un classico dei partiti staliniani” accusare di tradimento chi non si allineava, ma accusare di tradimento chi oggettivamente, in diretta tv, collabora con l’avversario è ugualmente stalinista? Comunque, secondo la mission di questa agenzia al senatore LaTorre vada un bel: VERGOGNATI! E dovendo scegliere chi buttare giù dalla torre, beh…fra lui e Latorre è facile scegliere…