E’ primavera: spuntano nuovi partiti

E così Alleanza Nazionale si è sciolta e andrà a confluire nel nascente Partito delle libertà. Il partito che nacque come tentativo, in gran parte fallito, di portare fuori parte della destra estrema dal neofascismo, andrà a formare una costola di un nuovo partito populista, nazionalista, di forte impronta bonapartista. Nessuna democrazia interna nel nuovo partito, nessuna elezione del leader. Si sta discutendo se la nomina avverrà per standing ovation, plebiscito e/o orgasmo collettivo dei delegati. Abbiamo visto altri partiti costruiti intorno alla figura sacrale e mistica del capo, sono finiti male, malissimo, anche sotto la pensilina di una pompa di benzina.

Comunque i neofascisti entrano nel nuovo partito. Tutto normale, o almeno così sembra. Noto invece un silenzio assordante proprio dentro l’attuale Forza Italia, dove, ogni tanto sentiamo “illustri” personaggi rivendicare le loro origini ideali nel liberalismo o, addirittura, nel socialismo. E per questi “illustri” nessun problema diventare tutt’uno con i postfascisti? Il paradosso è dato invece dalle lamentazioni dei postfascisti medesimi, preoccupati di perdere le loro “idee” nel nuovo, meraviglioso, contenitore.

Così sono finiti gli epigoni del liberalismo e del socialismo italiano? Quando in tempi non sospetti si diceva, redarguiti dai soliti esperti della politica a sinistra, che il craxismo rappresentava la svolta a destra di una parte importante del centro-sinistra, si coglieva, semplicemente, l’essenza delle cose. Così è finito il socialismo italiano: Sacconi, Tremonti, Brunetta (Saccolo, Soldolo e Gridolo), ma ancora qualcuno ci viene a dire che bisogna rivalutare Craxi (Fregolo). Meraviglioso! (Si fa per dire).