PD come Padova (?)

Scusate se son buoni (Massimo Gramellini)

Da piccoli ci insegnavano a fare la carità di nascosto per non cadere in peccato d’orgoglio. Adesso è diventata una questione di incolumità personale. Se vieni beccato a fare il buono ti insultano, quando va bene. Lasciamo stare l’allenatore dell’Ascoli, messo in croce dai tifosi per un gesto di fair play nei confronti degli avversari, o quello di una squadra giovanile di Piacenza licenziato dal presidente per aver ritirato dal campo i suoi ragazzini dopo una zuffa: il calcio, si sa, è un mondo di maschi esaltati. Ma sentite cosa è successo a una signora di Macerata, Fiorella Faggiolati. Legge sul giornale che a Padova due bambini sono stati lasciati fuori dalla mensa dell’asilo nido comunale perché la madre non aveva i soldi per pagare la retta. D’impulso chiama il servizio scolastico e salda l’arretrato di 460 euro.

Una meraviglia di gesto, penserete. Come minimo le daranno la cittadinanza onoraria, le intesteranno la sala mensa o le fettuccine al pomodoro sul menu. Errore. L’assessore padovano alla scuola (pardon, alle politiche scolastiche, non so se mi spiego), in quota partito democratico, reagisce piccato: «Ognuno farebbe bene a guardare a casa propria». Marchigiana che non sei altro, fatti gli asili tuoi. E sotto con una spiegazione burocratica su quale procedura la mamma dei due bambini lasciati fuori dalla mensa – gli amichetti dentro a mangiare e loro niente, roba da trauma psicanalitico perenne – avrebbe dovuto seguire per accedere alla carità comunale. Alla fine la benefattrice di Macerata ha dovuto ancora giustificarsi, chiedere scusa all’assessore. La prossima volta che farà del bene, ricordi almeno di mettersi in faccia un passamontagna.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41


Macerata, 9 dicembre 2009 – Fiorella Faggiolati, l’imprenditrice marchigiana che ha saldato il debito di 460 euro che impediva a due bambini padovani di frequentare la mensa dell’asilo nido, replica alle polemiche che il suo gesto ha suscitato.

La Faggiolati sottolinea di aver agito d’istinto, “senza mai pensare – afferma – che il mio gesto non rimanesse a livello personale. Mai ho chiesto la pubblicazioni delle foto della mia famiglia, di mia figlia che ho sempre tutelato nel massimo della privacy, né tantomeno l’azienda che rappresento ha bisogno di questo tipo di pubblicita”.

L’imprenditrice dice di aver compiuto l’atto di solidarietà “perché ho pensato che fosse una cosa assurda: è inconcepibile che una scuola possa relegare due bambini in un angolo solo per soldi”. “Lo stato e la scuola in primis -aggiunge – devono dare valore ai bambini, curarli, perché sono il futuro della nostra società”.

Chiedo comunque scusa all’assessore (del Comune di Padova, ndr) Claudio Piron, di avere causato con il mio gesto tutta questa polemica, ma è cosa positiva aver conosciuto i valori di chi dovrebbe tutelare – conclude – quelli che sono i diritti dei minori ricoprendo una carica importantissima come quella alle politiche scolastiche”.

Al fianco del’l’imprenditrice si schiera il consigliere regionaole del Pd Sara Giannini: “Di fronte al gesto umano, così spontaneo e naturale, di Fiorella Faggiolati – dice -, è fuori luogo la reazione dell’assessore comunale di Padova che ha giudicato l’iniziativa un’intromissione nell’attività amministrativa”.

http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/macerata/cronaca/2009/12/09/269473-salda_debito_alla_mensa.shtml

http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/macerata/cronaca/2009/12/07/268710-imprenditrice_salda_debito_alla_mensa_bimbi.shtml

Alla materna senza cibo Piron: «Devono pagare»

«Dopo ripetute segnalazioni abbiamo fatto sapere alla signora che non può più usare il servizio di mensa. Ci sono molti genitori che decidono deliberatamente di portare a casa il bambino. Se la signora non ha reddito vuol dire che non ha lavoro e che quindi può rimanere a casa con suo figlio». L’assessore alle Politiche scolastiche Claudio Piron non cede un punto sulla vicenda del bimbo di 5 anni lasciato senza cibo all’asilo Fornasari perché privo di buoni-pasto. L’amministratore di palazzo Moroni ci tiene però a spiegare con precisione la sua posizione. «Questo è un caso su 1.500 – sottolinea – noi da due anni stiamo chiedendo a tutte le famiglie o ai genitori dei ragazzi che vengono a scuola alla materna o al nido, di documentare l’Isee zero. La legge obbliga i Comuni a raccogliere almeno il 36 per cento, altrimenti ci chiedono di tirarli fuori dalle nostre tasche. Quindi nessuno si può sottrarre». E per quel che riguarda la rateizzazione? «Questa mamma si deve presentare nei nostri uffici e fare una domanda formale, possibilmente scritta, che fino ad ora non ci è mai pervenuta».  Ieri pomeriggio però nella redazione del mattino è arrivata la telefonata di una donna, residente nell’Alta padovana, che chiede di rimanere anonima ma che si è detta disposta a pagare il debito di 460 euro maturato dalla famiglia del bimbo nei confronti del Comune di Padova. (e.fer.)

In conclusione: e se si trattasse tutto di un refuso tipografico? E anzichè Piron, il solerte amministratore di PD del PD, si chiamasse PIRLON?