Noi, “reggiani” veri

Probabilmente le campagne elettorali sono come i divorzi, tirano fuori il peggio dalle persone. Che il (poco) on.Alessandri della lega (che, come ha detto mio figlio, non merita neppure di essere scritta con la maiuscola) continui nelle sue teorie sul “buonismo” verso gli immigrati, sulla discriminazione che subirebbero gli italiani a favore di questi “occupanti” il sacro patrio suolo, è nella logica delle cose. Esiste il male nel mondo e lo incontriamo ogni giorno sotto le spoglie dell’ignoranza, dell’arroganza, della cupidigia.

Ma che simili teorie vengano condivise anche dalla lista dell’ex sindaco di questa città, una lista che non è più “Città attiva”, bensì “Città Cattiva”, la cosa mi fa girare veramente i cabasisi, per dirla con nonno Camilleri.

Lasciamo a parte quisquilie come la Costituzione che, all’art.3 sancisce il principio di uguaglianza davanti alla Legge, ‘senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali’ (E quindi differenziare imposte e tariffe locali in base ai luoghi d’origine sarebbe certamente incostituzionale), ma restiamo al nocciolo della questione.

I”Reggiani” e la “reggianità”. Chi sono i “reggiani”? Perchè si fa presto a dire, ma poi le cose si complicano. Intanto io escluderei tutti gli abitanti rivieraschi del Po: quelli sono mantovani! Lo stesso per l’Enza e il Secchia: quelli sono parmensi e modenesi! I montanari poi! gente strana, con un dialetto incomprensibilie, e poi cosa bevono? Bevono il “tuscàn”! Ecco, vedete? Non sono neanche emiliani, figurarsi! Del resto sono “reggiani” i “cavriaghini”? Hanno una piazza con Lenin! O quelli di Scandiano?

E poi la città! A S.Croce parlavano alla rovescia, a S.Pietro han tirato su un grattacielo sì e uno no, roba da terroni, a S.Stefano hanno messo quel lampo di ghisa che offende la “reggianità” (volevate mettere una forma di grana fosforescente?) Ohhh! La Ghiara è “reggiana”! Finalmente! Per quanto…Lì ci stanno i Servi di Maria, gente pericolosa che va anche in missione, con gli extracomunitari…No. Non ci si può fidare. Le vecchie mura erano “reggiane”! Oh, quelle sì, allora nelle mura c’erano le Porte e cosa è più “reggiano” di Porta Brennone? Già il nome suona bene: “Via Porta Bernoun”! Che suono, che musica! Per quanto…Quelli dei numeri dispari…Beh, erano sotto la parrocchia di S.Zenone, mica una santo dei nostri..No, solo i numeri pari di via Porta Brennone! Quelli sono “reggiani”. Per quanto…I numeri fino al 14 sono troppo vicini a Corso Garibaldi, ehi, Garibaldi! Camicia rossa, casino, massoneria! No, no, noi siamo gente per bene, che diamine! Quelli dal 18 in poi! E’ fitto di negri (pardon neri) e di marocchini così, mica scherzeremo?

No. Ora so chi sono i “reggiani”! Quelli che abitano in via Porta Brennone 16! Poco ma sicuro, gente DOC!

Per quanto…I miei figli non sanno il dialetto e mia moglie ha radici romagnole! Roba da matti! “Reggiani” loro? IO sono il “reggiano”: IO parlo il dialetto, IO mangio tortelli, IO bevo lambrusco. Non solo ma visto che ormai all’asilo IO ci sono già stato e che secondo i cefalopenici della lega (che, come ha detto mio figlio, non merita neppure di essere scritta con la maiuscola) e di Città Cattiva solo i “reggiani” devono avere la precedenza nelle scuole, chiudiamo le scuole. Risparmiamo un sacco di soldi ed evitiamo che questi “nonreggiani” del piffo mangino alle nostre spalle, questi terroni, questi marocchini, questi negri….

E’ proprio vero: le campagne elettorali sono come i divorzi, tirano fuori il peggio dalle persone.

“La realtà è sempre un passo avanti”

“La realtà è sempre un passo avanti”, diceva un poeta, e le cose stanno lì davanti al nostro naso e non le vediamo. O, semplicemente, non possiamo ogni giorno farci carico del male del mondo, impegnati nella piccola, minuscola, lotta quotidiana per l’esistenza e i suoi dintorni.

Così quando stamattina, sfogliando il mio quotidiano, l’occhio è caduto su alcuni dati elettorali relativi alle elezioni politiche del 2008, l’impressione è stata forte. Il titoletto era “I consensi di PdL e Lega nei luoghi delle sfide di giugno”. Tralascio le percentuali del Pollo della Libertà (loro) ma riporto qualche dato relativo alla lega. Province: Sondrio 35,8%, Bergamo 31,1, Brescia 27,1, Lecco 25,3%, Belluno 27,5%, Verona 33%.

Basterebbero i numeri. Da ingenuo e confuso elettore di sinistra, mi verrebbe da chiedere: ma come è successo? Ma soprattutto: in che Italia viviamo? Che Italia lasciamo ai nostri figli? Una Italia dove la ignoranza, l’egoismo, l’arroganza, il rifiuto dell’altro raggiungono queste percentuali? Un disastro trasversale, una frana morale che sfugge alle categorie obsolete delle classi e del conflitto sociale. Un’Italia misera e spaventata, ricca e rozza, povera e impaurita, dove il potere trova nuove strade ed armi per eternare il suo controllo.

Non lo nascondo: verrebbe voglia, per dirla in reggiano “di darci all’alta”, di mollare tutto, di preparare solo ai nostri figli un futuro altrove, in Europa, in paesi civili perchè il nostro, l’Italia, è ormai inesorabilmente compromesso.

Ma non si può. Non possiamo farlo proprio perchè questo è il nostro paese, perchè non possiamo darla vinta a questa gente, perchè tante persone hano dato la loro vita per una speranza di un paese migliore. E’ la loro eredità, o la nostra follia, che ci dice di tener duro.

In un suo bellissimo e acuto intervento Giuseppe Dossetti, con le parole della Bibbia, si chiedeva “Sentinella, a che punto è la notte?”. La notte è fonda, molto buia, ma non possiamo far finta di niente e girarci dall’altra parte. No, non possiamo.

Fuga dalla realtà (uno e due)

Il premier (provvisorio) dice che l’Italia non deve essere un paese multietnico. Capisco che l’anziano satiro sia troppo indaffarato in feste e che la gnocca in quantità massiccia dia alla testa (tanto più a chi ha una certa età) ma mi chiedo: dove vive il (poco) onorevole cavaliere? Gira per le strade, lui che è un uomo del popolo? Mai andato in una scuola, un asilo? Mi ricorda un imbianchino austriaco che aveva fatto carriera che, chiuso in un bunker, spostava bandierine su una carta per mandare all’attacco divisioni inesistenti. Ma almeno lui chiuse la sua esperienza di governo in maniera dignitosa, ma questo qua? Per quanto dobbiamo tenercelo?

Dall’altra parte della barricata altri singolari personaggi si stanno impegnando per scomparire definitivamente dalla scena. Cancellati dal nostro parlamento appena un anno fa, anzichè andare tutti a casa (con pensioni e casali in campagna), lasciare spazio ad altri e unire, unire, unire i dispersi resti della sinistra estrema, hanno continuato a scannarsi per presentare liste e listine alle europee, con falci e martelli, trotzkisti e bordighisti. Ci mancano solo gli etruschi e i rosacroce e poi ci sono tutti. Questi qua, però, almeno sappiamo quando spariscono: il pomeriggio del 8 giugno, a urne chiuse e conti fatti. O no? Magari, si divideranno ancora! Io mi prenoto, aderirò alla corrente degli etruschi trotzkisti, tanto per stare sul sicuro!

Ma che bel weekend!

Ma che bel weekend! Banchetti della Lega per raccogliere firme per castrare gli stupratori mentre passa la norma per fare le ronde nelle nostre belle città. E perchè non unire l’utile al dilettevole? Ronde in giro a castrare strupratori? Questi cialtroni pericolosi mi fanno indignare anche perchè mi fanno venire in mente idee che non condivido. Tipo: ma se è utile privare qualcuno della possibilità di procreare non era meglio applicare questa bella procedura a qualche padre di leghista qualche decennio fa? Orribile, vero? Però…
Invece no. Di fronte alla barbarie di questi leghisti e soci l’unica è mantenere ferma la barra e ricordare, dire, parlare. La barbarie è barbarie e basta! Vergognatevi!

“Noi non denunceremo nessuno”

Diamo a Cesare quel che è di Cesare..con quel che segue. E allora oggi leggo una buona notizia: la CEI, ricordandosi del Vangelo, boccia la nuova legge del sign.Marroni (ministro provvisorio degli Interni) che vorrebbe fare dei medici dei delatori:

“Dice monsignor Segalini, vescovo di Palestrina e segretario della commissione Cei per le migrazioni: “Il mio cuore di pastore mi dice di aiutare chi è in difficoltà e non sono obbligato a denunciare nessuno”. Così, continua, “le indicazioni che daremo alle realtà di base sono quelle del rispetto delle leggi ma al di sopra di tutto c’è il rispetto della salute”, “continueremo a mettere al caldo i barboni” ha aggiunto. Quindi, ha spiegato il responsabile Cei per l’immigrazione, bisogna valutare in questo specifico frangente “oltre le strettezze delle leggi le capacità del cristiano”. Compito di un medico, aggiunge, “è quello di assistere chi soffre senza guardare alla religione, al colore della pelle o se è un condannato a morte”.”

Buona notizia. Da dare a al sig.Marroni e agli altri cialtroni di questo governo provvisorio. Si chiama “obiezione di coscienza” o “disobbedienza civile”. Una “obiezione”(nostra) come risposta alla “abiezione” (loro).

Chi ci difende dai difensori?

Chi ci difende dai difensori, dai protettori, dai venditori di paura che battono le nostre contrade? Fra un qualunque extracomunitario e un leghista non ho dubbi su chi devo temere. Non ho dubbi su chi rappresenti un rischio concreto per la tenuta sociale, per il nostro (sempre più precario) essere una comunità. E su questo pericolo l’allarme va dato, anche se il tempo perduto è tanto. Le parole sono pietre e non si può accettare tutto con una alzata di spalle, liquidando quelle parole orrende come chiacchiere da bar. Certo, il livello è quello, ma la pericolosità resta tutta. Quanti conoscenti abbiamo sentito pronunciare la famosa frase: “Io non sono razzista. Però….” e giù roba da KuKluxKlan, da Borghezio o simile feccia? Quanti, anche già elettori di “sinistra”, grattando appena, si scoprivano antimeridionali, antiterroni, anti..?
Certo il frutto di quello che Serra ha definito (La Repubblica, 16.1.2009) il “deterioramento ambientale” è davanti a noi. Le vittime della “paura sociale, dell’ignoranza ottenebrante sulla quale soffia la demagogia razzista” sono quelle che poi pontificano sulla “sicurezza”, sul “adesso sono troppi”, anche senza arrivare a concepire idee appena più complesse, ignote al loro buio intellettuale e morale. Gente normale, padri e madri di famiglia, senza arrivare alla vergogna del Presidente del Consiglio provvisorio che racconta la barzelletta sui lager.
Allora bisogna rialzare le difese, ascoltare le parole e fermarle. Non lasciarle correre. Far capire che no, non è normale dire (e pensare) certe cose. Domani un nero diventa Presidente degli USA e noi siamo a riflettere di quanta cultura, istruzione, senso del bello, rispetto della persona ci sia ancora bisogno in questo povero e disperato paese.

Parole, pietre e fuoco

La notte del 23 dicembre è stata bruciata la prima campina per nomadi che il Comune di Reggio aveva realizzato. Una bottiglia molotov. Sull’auto del Sindaco è stata incisa una svastica. Dicembre 2008. Reggio Emilia. Se la marea arriva fino a noi cosa dire? Abbiamo ascoltato le parole dei fascisti e dei leghisti, anche qui a Reggio, medaglia d’oro della Resistenza. Qualcuno ha detto, qualcuno che di politica se ne occupa tutti i giorni: “è il dibattito, è il confronto”. E quelle parole di odio sono continuate, contro i rom (anzi gli zingari), contro gli extracomunitari, contro i gay, contro i diversi (secondo loro). Hanno detto “è la democrazia, bisogna lasciarli parlare”. Abbiamo visto parroci guidare adunate. Abbiamo sentito elettori si sinistra dire tranquilli “io non sono razzista. Però…” e poi sparare roba da KuKluxKlan o da Borghezio. E abbiamo pensato “è la crisi della sinistra”. Abbiamo letto che il buon Kiamparino vuole allontanare la Lega dalla xenofobia. Anche S.Francesco parlò con il lupo. Ma era S.Francesco. E il lupo continuò ad essere lupo.
Le parole sono pietre e non si può scherzare. Prima si stabiliscono regole e poi si gioca. E chi in quelle regole non si riconosce, non gioca, sta fuori ma non perchè noi siamo antidemocratici ma perchè è lui a porsi fuori dalla legge fondamentale che ci è stata data per vivere insieme. Si chiama Costituzione.

Ue, accordo contro il razzismo

Ue, accordo contro il razzismo

BRUXELLES – Chi incita al razzismo e alla xenofobia rischia sanzioni penali da 1 a 3 anni. Lo hanno deciso i ministri della Giustizia Ue, che hanno raggiunto un accordo sull’adozione della decisione quadro. Un comunicato del commissario Ue alla giustizia, Jacques Barrot, spiega che il provvedimento è rivolto contro “coloro che incitano pubblicamente e intenzionalmente alla violenza e all’odio, anche attraverso la disseminazione o la distribuzione di trattati, foto o altro materiale diretto contro un gruppo di persone o un membro di tale gruppo definito in base alla razza, al colore, alla religione, discendenza o origini nazionali o etniche”.

“Razzismo e xenofobia non hanno luogo in Europa, né dovrebbero averlo in nessun altra parte del mondo. Il dialogo e la comprensione dovrebbero prevalere sull’odio e la provocazione”, afferma Barrot, che “accoglie calorosamente l’introduzione di sanzioni severe ed efficaci contro il razzismo e la xenofobia, che violano direttamente i principi della libertà, della democrazia, del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e dello stato di diritto, sulla base dei quali l’unione europea è stata fondata e che sono comuni agli Stati membri”.

La ‘decisione quadro’ dell’Ue si applica anche a chi condona o nega atti di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, in base alla definizione della Corte penale internazionale e del tribunale di Norimberga. I governi nazionali hanno due anni di tempo per tradurre il provvedimento nelle loro legislazioni nazionali, disponendo di un certo margine di flessibilità. Gli Stati membri, infatti, possono decidere di sanzionare solo gli atti che mirano effettivamente a disturbare l’ordine pubblico o comportamenti di natura minacciosa, abusiva e insultante.

Molti governi Ue avevano frenato sull’introduzione del provvedimento temendo proprio un’applicazione troppo fiscale delle sanzioni, a scapito della libertà di espressione. Per questo motivo la ‘direttiva quadro’ ha avuto una gestazione molto lunga: è stata proposta dalla commissione europea il 29 novembre 2001.

(La Repubblica, 28/11/2008)

Bene, e adesso aspettiamo Alfano, Calderoli e la banda del governo provvisorio che ci amministra, ci sono voluti 7 anni per arrivarci in Europa, scommettiamo che ci vorrà almeno 1 anno 11 mesi e 31 giorni per avere anche in Italia questa legge? E poi cosa si inventeranno questi cialtroni? Magari diventeranno paladini della “libertà di espressione”?

Aiutiamoli a vergognarsi

AIUTIAMOLI A VERGOGNARSI

Le belle famiglie italiane
La Giunta di destra di Brescia stanzia fondi per ogni neonato purchè abbia almeno un genitore italiano. Il Segretario regionale di Fiamma Tricolore della Basilicata, tale Mancusi, propone di elargire 1500 euro per ogni bambino o bambina che verrà battezzato con il nome di Benito/Rachele

“Per Mancusi questo è anche un modo per “onorare le radici profonde del partito” di cui è segretario regionale: “Noi rappresentiamo la destra vera, e non dimentichiamo la storia”. Definisce i nomi “simpatici”, e ci tiene a prendere le distanze da quanti hanno rinnegato il loro passato, Gianni Alemanno incluso: “Prima ha detto che il fascismo non era da tutto condannare, poi ha fatto marcia indietro. Ovviamente non sono d’accordo, perché sono tra quanti, a Fiuggi, dopo la vergognosa svolta di Gianfranco Fini, se ne andarono da quella carognata”.
Mancusi non ha problemi a sottolineare che “il fascismo non è tutto da condannare” e che, anzi, ha fatto “anche” del bene all’Italia: “Penso al nostro patrimonio urbanistico, tutto merito di quel periodo storico”.
(http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/politica/msi-benito-rachele/msi-benito-rachele/msi-benito-rachele.html)

Allora visto che loro, a Brescia come in Basilicata, da soli non ce la fanno, apriamo questo servizio di utilità sociale “AIUTIAMOLI A VERGOGNARSI”, riprendendo una ben nota e meritoria rubrica degli anni novanta sul mai dimenticato “Cuore”.
VERGOGNATEVI!