Salvate il soldato Obama!

Salvate il soldato Obama! Stasera (ora italiana) incontrerà il vecchio satiro per un caffè, da bravo G.I. Obama è riuscito a schivare il pranzo ufficiale e così si è risparmiato barzellette sui neri che ce l’hanno più lungo, sulle labbra di lady Obama e sulla potenza virile del vecchio satiro. Però anche un caffè è una bella prova. Quante cazzate sparerà il nostro (si fa per dire) fra lo zucchero e il latte? Il caffè americano oltretutto è quella broda nera da mezzo litro…E poi c’è il problema statura (no non quella morale, che per il vecchio satiro è come Bolzano in gennaio: -4), Obama è quasi 1,90 il nostro 30 cm. in meno. Cosa farà nelle foto? Metterà zeppe da drag-queen? Salterà con perfetto stacco da saltatore al momento del clic? Zomperà sulle spalle del povero Barack gridando “gid-dap!”? E poi Barack ha già le scarpe belle lucide, anche senza la saliva del premier!

Sarà comunque imbarazzante: mandiamo una taskforce, chiediamo a Spielberg come si fa a salvare il soldato Obama dal satiro premier (provvisorio). Noi siamo pronti, che si fa per la propria patria…

Click! La Beretta fa cilecca

Buone notizie dall’industria italiana: per la prima volta in cinque secoli la fabbrica di armi Beretta chiude per un mese. Spiace per gli 860 operai di Gardone Val Trompia ma sapere che per un mese si produrranno meno armi in terra bresciana compensa l’apprensione per i posti di lavoro. Pare che la crisi sia dovuta alla vittoria di Obama. Il mercato USA assorbe quasi la metà del fatturato e il ritiro di George Bush, amico personale di Ugo Gussalli Beretta e testimonial della linea di abbigliamento della ditta italiana, ha segnato una brusca svolta sul mercato USA (fatturato annuale 450 milioni di euro). A poco è servito la dazione di 2 milioni di dollari da parte di Beretta alla famigerata NRA (National Rifle Association), l’organizzazione che sostiene la libertà di armamento, alla vigilia delle elezioni. Pare anche che la Beretta non bisserà il successo della sua pistola calibro 9 alla prossima asta per l’esercito USA a causa della forte rivalità tecnologica di belgi, tedeschi e americani.
Vabbè, ce ne faremo una ragione! Tanto rimangono sempre i mercati del terzo mondo per i signori fabbricanti d’armi, fin lì Obama non arriva e qualche guerra fra disperati la troviamo sempre. Come diceva quel film di Sordi “Finchè c’è guerra c’è speranza”.
(L’Espresso, 18.12.2008, p.171)

Buone notizie dall’Italia e dal mondo

Buone notizie dall’Italia e dal mondo. Ce n’è bisogno. Accontentiamoci: i giudici hanno condannato il Cavaliere del Lavoro Callisto Tanzi a 10 anni di reclusione per il crac Parmalat.
Un pasticcere di Greenwich (New Jersey) si è rifiutato di decorare una torta con una svastica per i 3 anni di Adolf Hitler Campbell, figlio di Heath e Deborah Campbell, negazzionisti aderenti alla Aryan nation. E bravo pasticcere!