l’ing.filippi colpisce ancora!

Non fosse grottesca, la figura dell’ing.filippifabio sarebbe tragica. In Consiglio regionale ha proposto una interpellanza per sapere se sia opportuno celebrare i fratelli Cervi all’interno del Poligono di tiro anzichè all’esterno “in considerazione del fatto che molte sono state le persone trucidate all’interno di tale poligono anche a guerra finita” e conclude interpellando la Giunta per sapere “se non ritenga opportuno, verificando il fatto, evitare che manifestazioni di questo tipo si svolgano in luoghi adibiti ad attività avulse dalla politica, nonché se sia conveniente evitare che la dimensione politica invada spazi non propri”.

Per la precisione: dopo la guerra furono fucilati, per sentenza della Corte di Assise di Reggio, confermata dalla Cassazione 5 criminali di guerra fascisti (Pilati, Berti, Berti, Catellani, Barozzi), noti per la loro attività presso i Servi e Villa Cucchi (3.10.1945).

Voglio ringraziare consiglieri reggiani Rivi, Borghi e Salsi e gli altri colleghi per la risposta limpida e ferma. Un grazie anche al Presidente Errani che così ha replicato all’ing.filippifabio:

Lei, consigliere Filippi, deve rispetto a quest’aula, e deve rispetto a tutte le persone che stanno per sedere in quest’aula. Quindi le sue parole se le riporta a casa, perché sono offensive e inaccettabili. Detto questo: per noi la storia non può essere riscritta, nemmeno da un autorevole storico come lei.

 

testo e video in: http://reggio24ore.netribe.it/reggio24ore/Sezione.jsp?titolo=Regione:%20Filippi%20contro%20la%20commemorazione%20dei%20Fratelli%20Cervi,%20insorge%20il%20Pd&idSezione=6384

Gli ultimi giorni…

Come noto, stasera, per chi sta in casa e schiaccia il tastino maledetto del telecomando si becca “sporcasporca” con vespa che leccobarda il suo padrone satiro isterico sul tema: “il miracolo edilizio del più grande statista degli ultimi 150 anni”.

Prima considerazione: non ho troppa pena per chi cliccherà il telecomando, ognuno si fa male come può e vuole, nella maggior parte si tratta di maggiorenni. E’ vero, potrei loro suggerire almeno 10 modi per farsi male in maniera più creativa e utile, ma la libertà è la libertà.

Seconda considerazione: il vecchio satiro inaugura casette costruite dalla Regione Trentino, con buona parte di manodopera straniera. Quegli stessi stranieri che, eroicamente, cacciamo nel nostro bel mare.

Terza considerazione (e auspicio): se proprio volete stare in casa, vostra moglie/morosa ha il mal di testa, non avete uno straccio di amico per uscire a fare una bevuta, saltate su Rai3 (quella komunista) e guardatevi il film “La caduta. Gli ultimi giorni di Hitler” con un magnifico Bruno Ganz. Hitler chiuso nel bunker che delira su armate che non ci sono più, sulla riscossa alle porte. Mentre alle porte c’erano solo quei ragazzacci dell’Armata Rossa. Senza pretendere di immaginare paragoni impropri (la tragedia contro la farsa) però un certo delirio di onnipotenza, rabbia e vendetta a tappeto sono elementi che tornano in entrambi i casi. Le ultime raffiche di vonfeltren, le faide interne fra generali, la fucilazione del cognato, il ripudio della moglie tradita…Certo, là si era in un bunker, qui su soffici alcove, ma la paura di perdere il potere, il desiderio di portare tutti con sè nel gorgo finale, il non volere arrendersi alla morte, mi sembrano elementi interessanti.

Chissà che magari fra qualche anno non si vada tutti al cine a vedere “Il coccolone. Gli ultimi slanci del vecchio satiro“.

Per quanto mi riguarda io me ne vo al Rosebud a vedere “Videocracy“. So che soffrirò nel rivedere la storia televisiva del nostro povero paese, ma bisogna pur bere l’amaro calice. A casa, al ritorno, mi consolerò con un barattolo di gelato (a me la Nutella non piace).

Il trailer di “Videocracy” (rifiutato dalla RAI): http://www.youtube.com/watch?v=2_RkAOMd9tI



Notizie dal Monviso

“..Poi, Bossi e Calderoli si sono bagnati la testa con le ultime gocce e con le dita bagnate hanno toccato il capo ad alcuni bambini che li affiancavano nell’atto conclusivo.”

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/udc-soli/bossi-venezia/bossi-venezia.html

Eravamo preoccupati ma a torto. I leghisti sono una certezza: dove non arriva la fantasia o la vergogna, loro vanno oltre. Il cuore oltre l’ostacolo, si decidessero, nelle loro imprese, a tirarsi dietro anche il cervello sarebbe meglio, ma, signora mia, tutto non si può avere. Così siamo al battesimo padano. Già il calderoli si era sposato con rito celtico (sacerdote forse Panoramix?), ora siamo all’imposizione delle mani, ai re taumaturghi, o semplicemente alla demenza collettiva.

Facile ridere. Ma faceva ridere il duce che trebbiava il grano, occhialoni e pancetta al sole? Facevano ridere i giovani della hitlerjugend zompettare nudi e biondi nelle foreste teutoniche? Si comincia ridendo, poi sorridendo, alla fine toccherà ai pochi scampati ricostruire un minimo di decenza collettiva.

Su una cosa però io sono d’accordo con i leghisti e lo dico forte: bisogna difendere la padania dall’invasione con una catena umana. Giusto. Ma la proposta di farla sul Po il prossimo maggio mi sembra un po’ deboluccia, roba da checche insomma (o da froci per stare al loro rude lessico). E poi volete lasciare l’Emilia e la santa Lombardia agli infedeli, ai turchi, agli “abbronzati”. Non sia mai!

Allora propongo una vera azione per uomini veri. Una catena umana non sul Po ma sugli Appennini, dal Colle di Cadibona alla Futa. Ma ora, subito, i tempi stringono!

Quanti chilometri saranno? Diciamo 400? Allora facendo due conti: un leghista tiene un metro, mille a chilometro fanno 400.000 leghisti, manina nella manina, a vegliare notte e giorno sul crinale. Per noi. Per difenderci.

Cosa dice, signora? Oltre i 1000 metri già incomincia far freddo? Cosa vuole che sia per veri uomini come loro?

D’inverno nevica? E certo, mica siamo in Tunisia o in terronia! E poi qualche sacrificio si deve pur fare no?

I lupi? Già questo è un problema, povere bestie, si meritano di azzannare qualche polpaccio della val brembana? Magari il wwf si incacchia pure, però…valutiamo i vantaggi. Grazie al loro sacrificio (sì, perchè si può pensare a perdite come per la Julia in Russia del 75%) l’Italia risorgerà più bella e più superba che pria, per dirla alla Petrolini!

Vuol mettere, signora?

La borsa di Mary Poppins..

Vi ricordate della borsa di Mary Poppins? La appoggiava sul tavolo e poi, fra lo stupore dei due pargoli Banks, estraeva di tutto, compresa una lampada da tavolo e una abatjour da pavimento.

Più o meno dalla borsa di papi ne escono di tutti i colori, peccato che sia robaccia, che quasi le escort e altre ragazze di gamba svelta sembrano cosucce: i traffici con Gheddafi e con Putin, i rapporti con gli stallieri, il patrimonio nato chissà come e via andando. Compreso un bel caso di simonia: voi vescovi tacete e io vi do quello che volete: una legge sul testamento biologico che manco il card.Bellarmino (quello del processo a Galilei, per intenderci) avrebbe sognato? Voilà, fatto! E tutto questo nella placida indifferenza nazionale. Ha ragione giannifotografo, non è il vecchio satiro il problema. Il problema siamo noi, italiani (o quello che ne resta).

Del resto se a destra s’ode un suono di squillo, a sinistra risponde un’altra squillo. In Puglia cene elettorali con le medesime ragazze per onorevoli del PD. E che siamo i più scemi, si saranno detti? E così anche i “nostri” onorevoli (che ricordo non abbiamo scelto ma abbiamo dovuto votare) si sono dedicati a queste fanciulle (magari prendendo su le seconde scelte…). Come dicevo ieri un po’ di tetteeculi non si nega a nessuno, signora mia! Quante volte abbiamo visto a sinistra dirigenti correre dietro alla “modernità”, magari finendo per diventare “utilizzatori finali” del mestiere più antico del mondo? Che tutto andasse a finire a puttane l’avevamo pensato spesso, ma noi, ingenui “moralisti”, pensavamo fosse un modo di dire, una logora metafora. No. Non era una metafora.

Ma noi cosa possiamo dire, cribbio, noi “gattocomunisti”, noi “moralisti” (per dirla alla panebianco). Siamo mai stati “utilizzatori finali”? No. E allora? La solita presunzione degli intellettuali bolscevici. Parlano senza avere esperienza. Tutta invidia, signora mia. Cosa vuole, il maschio è fatto così, ragiona con le gonadi, altro che il cervello di quella gente che legge e scrive. Le gonadi contano. Tutti lo invidiano sotto sotto. Semplice. E del resto cosa vediamo in giro ogni giorno, pur nella civile Reggio, anche nella nostra sinistra? Taciamo per carità di patria e perchè abbiamo famiglia. E’ lo stile italico. Per vent’anni abbiamo preso la tessera del PNF (Per Necessità famigliari), convinti che, per dirla con Longanesi, “l’adesione è obbligatoria ma non impegnativa”. Ci sono voluti i tedeschi in casa, e non erano turisti, per darci uno scossone di dignità. Ma leggete le lettere dei costituenti del nord, arrivati a portare il “vento del nord” (quello vero, partigiano, mica la fangaglia leghista) di fronte alla Roma repubblicana e democratica del 1946…

Nell’attesa, gambe in spalla e lavorare, questo vale per tutti. Tanto possiamo stare tranquilli l’80% della stampa è comunista….

p.s. circa l’ultima impresa editoriale intitolata “Noi”, come ha detto Benigni a Verona, forse il titolo allude a “noi”, tre, quattro, sei al massimo, rimasti a votare a sinistra (si fa per dire).

Un nonno di seconda mano…

Il vecchio nonno-satiro proclama di non aver mai organizzato festini, vero, ci pensavano i suoi prosseneti. Ma non è la solita penosa bugia che colpisce, ormai ci stupiremmo del contrario, ma è il media che il vecchio satiro usa. Uno che ha tutto, ma tutto, proprio tutto. Radio, tivu, video, giornali, internet, feltriebelpietro (scusate la parolaccia) dove ti va ad esternare le sue ballucce da marito colto con le braghe a mezz’asta? Su Chi. Un rotocalco da parrucchiere, da sciampiste. Che tristezza. Sì, lo so, il solerte Gianfilippo mi direbbe che il media scelto è studiato perchè quello è il target di riferimento, etc. E và bene, sarà così. Ma la tristezza rimane.

E se mi è consentito un discorso appena machista: uno che può spendere senza limiti, chi ti va a prendere? Una escort di Bari? Roba da vecchio cumenda che s’intrufolava nei camerini delle ballerine dell’avanspettacolo, come in tanti film di Totò e Peppino (a proposito stasera tutti a vedere Toto, Peppina e la malafemmina su rai3!). Ancora quell’Italia piccola e gretta, ipocrita e bigotta, con i preti grassi e ammiccanti, le mogli rassegnate e stuoli di fanciulle in attesa (allora per fame oggi per desiderio di fama).

Onassis quando volle scegliere le sue donne passò dalla Callas a Jacqueline Kennedy, questo vecchio satiro viagrato raspa su le fanciulline di gamba svelta che il primo traffichino gli passa? E che diamine, anche nel peccato ci vuole classe, signora mia! Almeno prenda esempio da quell’altro milord di Cuneo, tale geom.Briatore Flavio, un po’ grossier anche lui, se vogliamo, ma almeno alla sera usciva con Naomi (Campbell) altro che Noemi Cuccurullo (o come piffero si chiama…).

Il mistero della maglietta bianca

Chiedo scusa se qualche minorenne incapperà in questo post. Vorrei parlare di bondi, sì del gommoso e viscidoso sedicente Ministro dei Beni Culturali. Mettere un simile figuro a dirigere un Ministero simile in Italia sarebbe come affidare la Banca Mondiale a Pappagone, ma tant’è, questi sono i tempi…

Ma sul viscidoso si è aperto un piccolo mistero, aperto dal solito paparazzo che si guadagna la vita beccando i vip (very important pirla) in vacanza qui o là. Il viscidoso (che ricordiamo defensor fidei et familiae) è stato beccato al mare con la sua nuova “compagna” una pimpante deputata del Partito della libertà (loro) per la quale ha lasciato la signora bondi. Come nel solito plot del deputato e uomo di potere. Ma passi. Lo spirito è forte, la carne è debole, il viscidoso ha anche lui un suo cotè sentimentale eccetera.

Fin qui tutto normale. La solita ipocrisia, con benedizione CEI, di chi ce la mena con la famiglia e poi fa quello che ormoni e pisello reclamano.

Ma se vedete le foto (lo so, ci vuole coraggio) noterete una cosa: il viscidoso veste una bianca T-shirt sempre, sullo yacht, in acqua, fra le braccia della fortunata deputata concubina. Una T-shirt bianca. Anche in acqua. Perchè? Il mistero si infittisce. Il Corriere della Sera che riporta le edificanti immagini non ce lo dice.

Lancio quindi un concorso a premi: indovinate perchè il viscidoso non si toglie la T-shirt. Le prime ipotesi:

1. Per non mostrare un enorme tatuaggio con la Carfagna impegnata nelle sue attività meritorie che le sono valse la poltrona (e il letto) di Ministro.

2. Per non mostrare un enorme tatuaggio fatto nel 1980 con una grande falce e martello e il motto “Lotta dura senza paura”, risalente ai bei tempi del PCI, di cui Bondi fu solerte amministratore.

3. Per non mostrare il suo difetto congenito: 3 capezzoli che fanno il paio (per somma algebrica) con lo zero cerebrale che lo contraddistingue.

Inviate le vostre risposte a Fortezza Bastiani, in palio la collezione degli articoli dell’ing.Filippi in campagna elettorale, rilegato in marocchino rosso (che non è la pelle di un extracomunitario comunista…). Attendo curioso….