Ancora sul 25 aprile

«Immaginavo che il 25 Aprile fosse la fine di un periodo nero, di una scatola chiusa, buia, in cui eravamo finiti tutti dentro, con fratelli che hanno cominciato a picchiarsi ed uccidersi.
Cos’è il 25 Aprile? Vuol dire dimenticare che esiste il rosso e il nero. E che questo è un popolo che sa trarre il meglio di sé ma se resta unito. Per guardare positivamente al futuro bisogna mettere da parte le ideologie, le contrapposizioni. In democrazia è giusto che ci siano confronti su idee diverse. Ma non sul 25 Aprile».

http://linformazione.e-tv.it/archivio//20100426/04_RE2604.pdf

Parto da queste parole pronunciate a Guastalla il 25 aprile dall’on.Alessandri perché mi sembrano particolarmente significative ed efficaci. Semplici, di (apparente) buonsenso. Capaci di catturare il “consenso”, come i risultati elettorali della Lega ci confermano. Ad un pubblico ormai televisivamente addomesticato e conformato, del resto, questo ci vuole: semplicità e (apparente) buonsenso. Se il neurone sonnecchia passa tutto. Non ci si scuote come per le panzane di Filippi o le iniziative simil-edilizie dei crociferi locali. Si ascolta e si ingoia, buon senso e (apparente) equilibrio. Peccato che, appena riusciamo a risvegliare il secondo neurone ci accorgiamo che così non è. Cos’è il 25 aprile per il rampante esponente leghista? Un assoluto nulla. 25 aprile è “dimenticare che esiste il rosso e il nero”? E allora perché l’abbiamo fatta quella guerra sacrosanta, per diporto, per noia? E poi perché l’abbiamo fatta, una guerra anche civile, se è vero che “questo è un popolo che sa trarre il meglio di sé ma se resta unito”. Unito come? Dopo vent’anni di dittatura e una guerra? Unito fra chi ha bastonato e chi è stato bastonato? Unito adesso che ci sentiamo insultare ogni giorno come “nemici”? Unito forse nel difenderci da chi “italiano” non è? Da chi non ha avuto il “bene” di nascere in questa terra fortunata?
Ma per fortuna l’onorevole di (apparente) buonsenso ha la soluzione: “Per guardare positivamente al futuro bisogna mettere da parte le ideologie, le contrapposizioni”. Bene, finalmente, era ora. Possiamo concentrarci sulle cose serie e importanti per una comunità: chiudere le buche, asfaltare le strade, far pagare le rette ai poveracci altrimenti gli affamiamo i figli. Roba seria. Finalmente. E noi che pensavamo contassero invece cose come la dignità dell’individuo, l’uguaglianza, la legalità. Ma possiamo stare tranquilli “In democrazia è giusto che ci siano confronti su idee diverse”: lei come preferisce l’asfalto? Drenante o no? E la buca? Chiusa con pietrisco o catrame?
Si può discutere su tutto, dice il nostro onorevole, ma non sul 25 aprile. Del resto, come dargli torto? Come si può discutere sul nulla?

Ancora sul 25 aprileultima modifica: 2010-04-27T21:38:00+02:00da pelikan-55
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