Fortezza Bastiani

La corruzione delle parole

Prima si corrompono le parole, poi si distruggono le idee. Giorno per giorno, con metodo, nell’indifferenza generale. Una parola perde il suo significato e, o ne assume un altro ben diverso, o diventa un suono vuoto. Già con termine “socialista” in passato si definivano strutture dittatoriali in varie parti del mondo che con il socialismo non avevano nulla a che fare (ricordate le “Repubbliche socialiste” dell’Est?).

Ora, qui da noi la parola “libertà” e l’aggettivo “libero”.

C’è qualcosa di meno libero del neonato Pollo della Libertà? Libertà? La “loro” libertà, di fare, disfare, strafare, senza regole se non l’arbitrio o la privata libidine. Tutti agli ordini del sultano.

Libero. C’è qualcosa di più osceno e ributtante del giornale che inalbera questa parola come testata?  Sì, forse c’è, un altro quotidiano che si titola con un toponimo. Ma della geografia scomparsa parleremo un’altra volta.

La corruzione delle paroleultima modifica: 2009-05-07T11:14:00+02:00da
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