Siamo un popolo stupefacente! Non solo perchè quello che vediamo ormai ogni giorno può essere frutto solo di uso di sostanze (di bassa qualità) assunte con grande liberalità, ma anche perchè siamo pronti a meravigliarci, sbalancando la boccuccia e sbarrando gli occhietti con un “ooh! di meraviglia, stile Alicenelpaesedellemeraviglie, di fronte alla notizia farlocca della giornata. Siamo sempre pronti alla “stupefazione” (termine colto proferito da un architetto nell’atto di esporre i suoi meravigliosi progetti per la nostra città). Allora ci “stupefiamo” per cose che logicamente ci arrivano sui cabasisi. Un paio di esempi.
La lega (scusate la parolaccia) ha proposto gli eserciti regionali. Ohhh, vergogna, brutti, cattivi, non si fa così. Perfino Ignazio LaRissa ha sputazzato fuochetto e fiammine. Bravi, bene. Però. Cosa deve fare la lega perchè tutti capiscano che è un movimento razzista, xenofobo, violento, non fascista bensì più simile all’ideologia nazi (terra e sangue)? Un movimento con cui non si tratta. Punto. Non bastano i signori che si aggirano nel Consiglio Comunale di Reggio? Maneschi e bevitori. Gentaglia per i quali il minimo è di sussumere (bello, eh) il loro slogan “Fuori dalle palle!” ma anche fuori dai luoghi di rappresentanza democratica. La democrazia è fragile, non può sopportare tutto, e lo stiamo vedendo. Se non si mantengono ben fermi i principi della Costituzione chi la vuole distruggere ha gioco facile. Nel 1933 un imbianchino austriaco ci fece vedere come si fa, e anche lui e i suoi erano stati eletti democraticamente.
Allora, anzichè stupefarci un giorno sì e l’altro no, ripartiamo dai fondamentali: dalla nostra storia, lavorando ogni giorno (la “manovalanza democratica”) andando a ripetere a tutti, i nostri e gli altri, come si è costruita la nostra democrazia, com’è stato difficile farlo e come tocchi a noi, ora, dare il nostro piccolo contributo perchè continui ad esistere, in Italia, quella democrazia. Magari serve.