Question time. Cos’è l’Italia

Cover_Blog.jpgMa che paese è questo?

Un libro nasce spesso da un altro libro e così è anche per questo Question time. Cos’è l’Italia, che trae le sue origini dal saggio “Il sangue dei vincitori” uscito nel 2008. Un libro che mi ha regalato un’esperienza umana e professionale straordinaria con le oltre 50 presentazioni (per l’esattezza 58) tenute in giro per l’Italia del centro-nord nel corso di un biennio.
Certamente il ricordo di sale affollate, di aule scolastiche attente, di piazzette e luoghi all’aperto diventati sede di appassionate discussioni è già una ricompensa sufficiente al lavoro dello storico ma anche altri elementi mi hanno colpito in quei mesi di incontri con tante centinaia di persone. Mi trovavo fuori dall’ambito territoriale di riferimento del saggio (le violenze fasciste nei venti mesi di occupazione tedesca e la mancata giustizia del dopoguerra nel reggiano) eppure ovunque ritrovavo due aspetti sorprendenti che superavano il mio ormai radicato pessimismo sulle sorti del nostro paese.
In primo luogo un diffuso interesse  dei presenti alle presentazioni a svolgere un ruolo civile e culturale attivo. Da tanti trapelava il desiderio di tornare alla storia “vera”, fondata su fatti e fonti, dopo tanti presunti scoop giornalistici e propaganda spiegata a reti unificate, un desiderio quasi mai ripiegato sul desiderio di ritrovare antiche e infrante certezze ma, al contrario, pronto a spingere la discussione al limite spesso dell’autocritica più rigorosa.
Il secondo elemento era quello che sta più direttamente alla base della genesi di questo libro. Nella quasi totalità dei casi le presentazioni si concludevano con una serie ininterrotta di domande, di chiarimenti, di informazioni che non si limitavano solo alle tematiche del volume appena discusso ma andavano oltre, a toccare tanti aspetti della storia del nostro paese, dall’Unità d’Italia fino alla nostra difficile contemporaneità.
Era come se, messi di fronte allo storico, tante persone, di diversa età, estrazione sociale e formazione culturale, cogliessero l’occasione per ritrovare un aggancio alla realtà storica troppo spesso confusa e riscritta dai mezzi di informazione dei nostri giorni.
Questi dialoghi esprimevano chiaramente non solo un’interesse per la narrazione storica ma un bisogno di chiedersi il “perché” delle cose. Qualità queste non frequenti oggi nel Belpaese, dove, come abbiamo dolorosamente verificato negli ultimi anni, anche il confine fra “vero” e “falso”, in campo storico come in ambito politico ed etico, è andato lentamente sfumando, in tempi in cui ormai è sufficiente ripetere più volte una qualunque cosa sui media per renderla vera e consegnarla alla consapevolezza collettiva.
Emergeva in fondo una domanda di conferma di un’identità messa in crisi da troppi anni di fumoso e sgangherato dibattito sulla storia comune, era un continuo chiedersi “Ma che paese è questo?”, capace di combattere per i valori che la Costituzione ha sancito ma anche troppe volte passivamente esposto a progetti autoritari o pronto a chiudersi nel proprio “particolare” accettando tanti compromessi etici prima ancora che politici.

Come è stato possibile arrivare al nostro oggi, alla «libertà dei servi», partendo dalle speranze per una «libertà di cittadini» che aveva animato, pur fra tante debolezze, la nostra storia dal processo di unificazione fino ai mesi della lotta di Liberazione? Questa un’altra domanda che, mi rendo conto – né poteva essere altrimenti – è rimasta in sospeso.
Da quegli interrogativi e dai tanti incontri che ho avuto in questi anni con giovani italiani (e non) sono nate queste domande (e relative risposte) che ho voluto raccogliere in occasione dei primi 150 anni di storia unitaria.
Nessuna pretesa di risposte definitive o di completezza da questi dialoghi fra storico e cittadini, soltanto un piccolo contributo a mantener viva l’ostinata speranza che esista la possibilità di un’Italia migliore, che riesca, finalmente a recuperare, anche attraverso una seria riflessione sulla sua storia, il proprio ruolo nel panorama europeo.

Un affettuoso ringraziamento alle capacità di Gianluca Foglia (Fogliazza) che ha saputo cogliere, con la consueta ironia (anche nei confronti dell’autore), con le sue illustrazioni il senso dei vari capitoli di questa raccolta.

Massimo Storchi,
Migliara, 19 agosto 2010

(dalla introduzione dell’autore)

Question time. Cos’è l’Italiaultima modifica: 2011-05-19T05:00:00+02:00da pelikan-55
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