Perché la sinistra domina cultura, giornali (Marcello Foa)

Tratto da: http://blog.ilgiornale.it/foa/2011/06/26/perche-la-sinistra-domina-cultura-giornali-scuola/

KGB.jpgVisto da est, l’Occidente può apparire molto curioso; soprattutto se incontri personaggi del calibro di Serghei Kara Mourza. Immagino già la faccia del lettore: è chi sarà mai costui? E’ un sociologo che, pur vivendo a Mosca, riesce a capire in che modo e in quale misura le società occidentali sono soggette alla propaganda, soprattutto a quella non dichiarata, che, essendo invisibile, è la più insidiosa. Tema delicato che dovrebbe essere al centro della riflessione pubblica, ma che in realtà viene ignorato non solo dai media più autorevoli, ma anche dal mondo accademico, salvo rare eccezioni.

Scavando in questa direzione, si scoprirebbe, ad esempio, per quale ragione in un Paese di consolidata tradizione cattolica, nel dopoguerra tutto il mondo culturale sia diventato comunista, così come gran parte della scuola, dell’università e dell’informazione. Com’è possibile che persone colte, istruite d’un tratto abbiano adottato il pensiero unico bolscevico abiurando valori nazionali e identitari? Si trattò di un fenomeno spontaneo e frutto di tante scelte individuali e consapevoli, per quanto curiosamente simultanee? La risposta è no. Non fu affatto un moto spontaneo, bensì una raffinatissima operazione di condizionamento delle masse, nell’ambito di un tentativo di occupazione dell’Italia attraverso l’occupazione delle istituzioni dall’interno, come prescritto da Gramsci e con la decisiva pianificazione del Kgb, che in quegli anni dedicava a questi scopi addirittura un Dipartimento.

Certo, se oggi si dicesse a uno dei tanti intellettuali ex comunisti, che peraltro ancora dominano buona parte della cultura italiana, di essere stato uno strumento del Kgb, costui si arrabbierebbe moltissimo . E, verosimilmente, non avrebbe torto. La maggior parte degli intellettuali, dei giornalisti, dei docenti nemmeno sospettò di essere manovrata e proprio per questo l’operazione ebbe successo, come si spiega in uno dei libri più intelligenti degli ultimi 40 anni: “Il montaggio”, scritto Vladimir Volkoff, intellettuale francese di origine russa ed esperto di manipolazione delle masse, che nel 1982, avvalendosi dell’artificio romanzesco, descrisse le tecniche usate dagli strateghi sovietici. Libro strepitoso e scomodo, che naturalmente il mondo intellettuale europeo all’epoca ignorò. Ora l’editore Alfredo Guida lo ripropone  in italiano con un’iniziativa altamente  meritoria e che i lettori aperti di spirito apprezzeranno. Il Kgb non esiste più, ma i suoi montaggi continuano a produrre effetti.

Chi lo capisce troverà una chiave di lettura ancora attualissima per capire perché, dopo oltre mezzo secolo, nella cultura, nella scuola, nell’informazione e in parte della magistratura certi clan continuino ad essere prevalenti. Il sistema sopravvive al madante e all’ideologia, continuando a far danni.

E noi che pensavamo che la sinistra avesse conquistato la “egemonia culturale” perchè aveva intellettuali come Gramsci, Vittorini, Pavese, Pasolini, Visconti…Tutto sbagliato: erano/eravamo tutti manovrati dall'”Impero del Male”. Il KGB era dentro (e dietro) di noi e non lo sapevamo. Facile, no?

Resta comunque aperta la domanda “perchè la destra italiana non ha prodotto uno straccio di cultura europea”? Ma il sapido articolo di Foa dà già un’implicita risposta…

 

Perché la sinistra domina cultura, giornali (Marcello Foa)ultima modifica: 2011-06-28T11:40:00+02:00da pelikan-55
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Un pensiero su “Perché la sinistra domina cultura, giornali (Marcello Foa)

  1. Poiché le cose dette in questa società non vengono trattenute risultando sempre nuove e al contempo sempre superate, torno a dare le coordinate di un libro che non è un romanzo, bensì una ricerca fatta da una storica inglese sugli archivi desecretati della CIA, da dove risulta l’arruolamento e/o la promozione di uno stuolo di personaggi della cultura del dopo guerra, Pollock (quello dell’action painting!), Gorky, Motherwell, tutti principi dell’astratto in contrapposizione con il realismo sovietico, e via coi nomi di intellettuali di ogni campo fino a giungere in Italia con Silone e altri. Fasanella nella sua prefazione ci sintetizza che si tratta del programma segreto di guerra psicologica della CIA passato sotto il nome di Packet.
    Niente di che, il mondo ha sempre girato organizzandosi per poli contrapposti, finché uno è fallito ed ora siamo solo polli allo sbando.
    Frances Stonor Saunder Gli intellettuali e la CIA, La strategia della guerra fredda culturale. Libreria del Teatro.

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