“Indignarci non basta, serve l’impegno” (Andrea Melosi)

Decreto cancella 25 Aprile e le altre feste laiche: l’opinione dello storico Massimo Storchi

REGGIO.«Un provvedimento sbagliato, inutile, se vogliamo anche stupido perchè danneggiare l’economia invece di sostenerla». Massimo Storchi, storico, responsabile del polo archivistico del Comune di Reggio, non ci mette molto a demolire il provvedimento del governo Berlusconi che vuole cancellare, o almeno svilire spostandoli di data, i giorni in cui si celebrano la Liberazione dal nazifascismo (25 Aprile), il lavoro (Primo Maggio) e la nascita della Repubblica (2 Giugno).

Facciamo tre ipotesi su questo provvedimento: atto politico nel segno del revisionismo, superficialità, banalizzazione di tutto nel nome del mercato. Quale preferisce?

«Non sono mai stato un complottista. Di quelli che vedono sempre oscure manovre dietro a questa o quella decisione. Ma c’è del vero in ognuna delle tre ipotesi. Ma mi viene da aggiungere una quarta ipotesi: la dannosa stupidità».

Spieghi meglio.

«Vogliono cancellare queste feste, dicendo che così si recupera produttività. Ma lo vadano a dire agli operatori turistici, agli albergatori, ai ristoratori, che aspettano a gloria i “ponti” di queste festività, per incrementare i loro redditi in bassa stagione. Non le sembra stupido tutto questo?».

Volendo si potrebbero “spostare” anche festività religiose. O meglio cattoliche.

«Figuriamoci, quelle sì che sono intoccabili».

Lei non è complottista, ma davvero non c’è niente di oscuro dietro alla volontà di cancellare la festa della Liberazione?

«Chiarisco meglio. Senza dubbio questo è uno dei vari tentativi portati avanti in questi ultimi anni per “saggiare”, “tastare il polso degli italiani”. Come dire: proviamoci, poi vediamo. A fare un passo indietro siamo in tempo».

Ma in tutto questo la sinistra e più in generale le forze politiche e sociali che si riconoscono nei valori della Resistenza, della Costituzione, non hanno qualche responsabilità? Insomma, se siamo arrivati a questo punto…

«Certo che ci sono responsabilità e anche grandi. I fascisti fanno il loro lavoro, sono gli antifascisti o almeno una bella fetta di loro che hanno smesso di fare il loro. Ogni giorno bisogna costruire un 25 Aprile, un 2 Giugno, perchè è così che si costruisce un’identità civile e democratica attiva. Il concetto di antifascismo va allargato a quello dell’antitotalitarismo».

http://gazzettadireggio.gelocal.it/cronaca/2011/08/22/news/indignarci-non-basta-serve-l-impegno-1.783152

“Indignarci non basta, serve l’impegno” (Andrea Melosi)ultima modifica: 2011-08-24T10:00:00+02:00da pelikan-55
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